Da Basilea, Andrea Merlo – foto Ray Giubilo
Se vi foste capitato di passeggiare nei pressi della Saint Jacob Arena in tarda mattinata, diciamo verso le undici, avreste di certo scorto alcuni loschi figuri, armati di un rettangolo di cartone sul quale le scritte potevano variare ma il messaggio era sempre lo stesso: avevano bisogno di biglietti per la giornata odierna.
Si tratta dei cosiddetti venditori abusivi, meglio conosciuti con il termine “bagarini”, immancabili presenze a corollario delle grandi manifestazioni sportive. Ebbene questa mattina erano sull'orlo della disperazione poichè, di biglietti da rivendere, non ce n'era nemmeno l'ombra. La biglietteria dell'ATP di Basilea recitava da ieri pomeriggio la scritta “sold out” relativa alle ultime tre giornate di gare: il ciclone Federer aveva fatto razzia di biglietti.
Eppure entrando nel Palasport per assistere al primo match in programma, quello tra Youzhny e Gasquet, gli spalti erano perlopiù vuoti, e hanno iniziato a riempirsi solo dopo le 16. I basilesi infatti hanno speso cifre folli (almeno a noi sembrerebbero tali, visto che per le prime file si sfioravano i trecentocinquanta euro) per assistere al match del loro campione, programmato come ultimo incontro della giornata, e hanno raggiunto la Saint Jacob Arena con calma, alcuni trattenuti da impegni di lavoro, altri preferendo impegnare il pomeriggio in altre attività, quasi a snobbare gli incontri precedenti.
Ad ogni modo lo spettacolo non è stato niente male e ha ripagato chi ha dedicato l'intera giornata al torneo basilese. Ad aprire il programma sono i già citati Gasquet e Youzhny, due talenti forse mai del tutto esplosi, speculari nel gioco e nella ricerca del rovescio quale arma vincente. Inoltre entrambi non sono molto esplosivi e preferisco a volte la soluzione di tocco al vincente di potenza. Il risultato è un match fatto da scambi articolati e punti ricchi di smorzate con frequenti discese a rete, merce ormai diventata rara nell'epoca dei bombardieri.
Gasquet inizia con piglio deciso e già al terzo game ottiene cinque palle break, di cui due consecutive. Al sesto tentativo Youzhny incappa nell'errore e l'allievo di Riccardo Piatti si ritrova in vantaggio 2-1 con il solo compito di mantenere il servizio per condurre in porto il primo parziale. Richard è ispirato, mentre il soldatino Mikhail continua a commettere frequenti errori con il diritto: il risultato è il secondo break di vantaggio che permette a Gasquet di chiudere 6-2.
La seconda frazione vede uno Youzhny più ispirato di rovescio e più solido con il diritto, mentre il transalpino si intestardisce a far scambiare l'avversario con il rovescio in back. Al quarto game il russo conquista il break, ma lo cede nel game successivo. Il set percorre i binari dell'equilibrio sino al tie-break, dove Gasquet tro l'allungo vincente.
A seguire è scesa in campo la testa di serie numero due, Juan Martin Del Potro, opposto al sudafricano Anderson. Si è tratto di un match che è stata la perfetta antitesi del precedente, con le soluzioni di tocco bandite dal terreno di gioco e il rovescio relegato a mero comprimario. Servizio e diritto sono diventati assoluti padroni della scena.
Delpo per staccare il pass valido per le semifinali ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, essendo costretto a recuperare il primo set di svantaggio – a causa di un break subito in avvio – e finendo a un passo dal baratro nella seconda frazione, poi vinta al tie-break. Nel terzo set Anderson perde incisività – forse anche a causa della maratona di ieri sera con Matosevic – e lascia strada all'argentino che si impone 6-2.
A fare da antipasto al Gran Galà della serata targato Federer ci hanno pensato Dimitrov e Mathieu, con il secondo bravo a recuperare un break nel primo set e imporsi 7-6 7-6