L’argentino comunica che non giocherà in Coppa Davis nel 2014. Rischia di perdere l’eleggibilità olimpica. Il presidente AAT: “Vorrei sapere di cosa parla”.
Le immagini di Del Potro in Coppa Davis sono sempre più datate
Di Riccardo Bisti – 18 febbraio 2014
Avere il coltello dalla parte del manico rende più forti. E’ quanto sta accadendo a Juan Martin Del Potro in Argentina. Con un durissimo comunicato, il numero 5 ATP ha informato che non giocherà in Coppa Davis nemmeno nel 2014. La telenovela tra lui e la federazione argentina, dunque, va avanti. I fatti sono noti: “Palito” non gioca in Davis dal settembre 2012, quando l’albiceleste perse in casa contro la Repubblica Ceca. Da allora, per dissapori con la dirigenza, il capitano e il resto della squadra, ha deciso di mollare. Hanno provato a contattarlo per il match contro l'Italia (vinto dagli azzurri grazie a uno strepitoso Fognini), ma una lettera aperta pubblicata a novembre aveva informato che non ci sarebbe stato, parlando di ipocrisia ed eccessive pressioni attorno al suo nome. Tuttavia, in gennaio, Del Potro aveva alimentato una speranza su un possibile ritorno nel 2014, magari nei quarti di finale oppure (come poi è stato) nello spareggio per non retrocedere. Invece, in un periodo molto delicato della sua carriera (i problemi al polso non vanno via e continuano ad attanagliarlo), sbatte la porta in faccia alla AAT con un comunicato ancora più aspro, in cui non sembra esserci margine per trattative. La scelta di non giocare, tra l’altro, ne mette a repentaglio l’eleggibilità olimpica in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, visto che dovrà sommare almeno tre presenze nel quadriennio. Restando a secco nei primi due anni, c’è il rischio concreto che non arrivi al “quorum” richiesto. E se l’Argentina dovesse retrocedere, fatto non del tutto impossibile, quale appeal potrebbero avere i match del 2015 per il Gruppo I della Zona Americana? Ma vediamo cosa ha scritto Del Potro nella seconda lettera aperta in tre mesi.
“A novembre ho reso pubblica una lettera in cui mostravo la mia distanza con il doppio gioco e l’ipocrisia regnante in merito alla Coppa Davis. Da quel momento non è cambiato nulla, anzi le cose sono peggiorate. C’è bisogno di profonde modifiche per correggere gli errori ripetuti nel corso di tanti anni. Non permetterò che venga utilizzato il mio nome per giustificare rinunce che servono soltanto come maquillage. Non ho mai chiesto un capitano e ho sempre rispettato le decisioni degli altri, anche se loro non hanno rispettato me. Per rispetto alla gente che mi segue, che ama il tennis, che ricorda e sa quello che ho fatto in Coppa Davis e nei Giochi Olimpici; per rispetto alla maggioranza silenziosa che ama questo sport, ed è molto lontana dall’insultare i rivali o punire qualcuno del suo paese, non giocherò in Coppa Davis per il resto del 2014”.
Francamente, non si capisce granchè. L’unica certezza è che Del Potro si è sentito profondamente ferito dalle voci secondo cui avrebbe chiesto la testa di Martin Jaite e la selezione di un capitano a lui gradito come condizione per tornare in squadra. Eppure, negli ultimi mesi, la AAT aveva inviato segnali distensivi. Il presidente Arturo Grimaldi, in particolare, è stato molto accomodante e ha invitato tutto l’ambiente a non mettere pressione al giocatore, e dichiarandosi pronto a sistemare ciò che non va nella gestione del team. La stessa AAT era arrivata a chiedere “scusa” a Del Potro per gli errori del passato. Grimaldi è stato subito interpellato dai giornalisti. A caldo, ha manifestato un certo stupore: “Sono sorpreso della decisione di Juan Martin – ha detto – mi piacerebbe sapere a cosa si riferisce. Vorrei parlare con lui, non vorrei che la gente si dimenticasse quello che ha fatto per l’Argentina”. Ancora una volta, Grimaldi ha scelto toni piuttosto morbidi: “Non credo proprio che ci sia la possibilità che torni indietro. Deve esserci stata una mancanza da parte nostra”. L’assenza di Del Potro complicherà maledettamente le cose in vista dello spareggio di settembre, di cui l’Argentina conoscerà l’avversaria dopo le sfide di aprile. Ovviamente saranno teste di serie, quindi dovrebbero pescare una squadra proveniente dai gruppi zonali. E ci sono alcuni team che potrebbero mettere in seria difficoltà un’Argentina che deve fare i conti anche con i problemi di Juan Monaco, che non vince una partita da agosto. Un eventuale match in trasferta, sul veloce indoor, potrebbe trasformarsi in un calvario. Nell’estremo tentativo di non far indispettire Del Potro, Grimaldi ha concluso così: “Non ha mai chiesto un capitano, un vicecapitano o più soldi del dovuto per giocare in Davis. Si è sempre comportato con trasparenza e ci rappresenta nel migliore dei modi ogni settimana. Se abbiamo commesso degli errori, come dirigenti, siamo pronti a fare delle modifiche”. Avranno tutto il tempo: fino al 2015 non cambierà nulla.
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