Mazzata per Juan Martin Del Potro: la banale scivolata di Shanghai gli ha provocato la frattura della rotula del ginocchio destro. “Sono senza forza mentali, trovo molto difficile pensare di dover recuperare di nuovo” ha detto, ma forse non dovrà operarsi. E anche se fosse necessaria l'operazione, c'è un precedente a cui appigliarsi…

Le parole diffuse nel comunicato stampa mettono paura. Subito dopo aver appreso di essersi fratturato la rotula del ginocchio destro, Juan Martin Del Potro ha affidato al suo team di comunicazione il compito di diffondere i suoi pensieri. La frase che ha fatto il giro del mondo, in effetti, spaventa. ”È un momento molto difficile. Mi sento molto triste, è un duro colpo che mi lascia senza forze emotive. Trovo molto difficile tornare in una fase di recupero, non me lo aspettavo”. Come se non fossero bastate quattro operazioni a entrambi i polsi (una al destro, tre al sinistro), l'argentino rischia di dover tornare sotto i ferri per un incidente che non sembrava così grave. Impegnato al Masters 1000 di Shanghai, al momento di effettuare un cambio di direzione, è scivolato e ha battuto il ginocchio destro contro il terreno. Si è fatto curare, fasciare, ha anche provato a restare in campo, ma dopo qualche game ha lasciato strada a Borna Coric ed è tornato in un vortice di paure. Un tunnel che aveva vissuto il punto più buio nel 2015, quando alcuni sintomi di depressione si erano insinuati nella sua testa quando non trovava una via d'uscita per il polso malandato. Poi è tornato, più forte di prima, vivendo una seconda parte di carriera da favola, con l'argento olimpico, il trionfo in Coppa Davis e la recente finale allo Us Open, a nove anni di distanza dalla prima. Il calvario del passato lo ha reso sensibile, vulnerabile, quasi ipocondriaco. Per questo non sorprendono le parole che, in effetti, legittimano i pensieri peggiori. Va detto che lo stesso comunicato conclude dicendo che nei prossimi giorni si valuteranno le mosse da effettuare per il ritorno agonistico. Superato il comprensibile botto emotivo, tuttavia, Del Potro può guardare avanti e continuare a lottare, mostrando il carattere che gli ha permesso di diventare numero 3 del mondo.

IL MIRACOLOSO RIENTRO DI VALVERDE
I motivi per cui non deve arrendersi sono due. Il primo riguarda le condizioni della rotula: secondo quanto informa La Nacion, che segue molto da vicino le faccende dell'argentino, l'infortunio non sarebbe di natura chirurgica. Potrebbero essere sufficienti un trattamento conservativo e la giusta fisioterapia per rimettere in sesto il ginocchio, riducendo al minimo lo stop. Difficile pensare che possa giocare ancora nel 2018, ma potrebbe tornare in Australia. Non dovesse farcela, il torneo di Delray Beach potrebbe essere lo scenario ideale per un rientro soft. In questo momento, sembra lo scenario più probabile. Ma se anche fosse necessaria l'operazione, Delpo ha una storia di ispirazione molto recente e stimolante. Il 1 luglio 2017, durante il cronoprologo del Tour de France, il noto ciclista spagnolo Alejandro Valverde è caduto a causa dell'asfalto bagnato e si è procurato un infortunio analogo, anche più grave perché oltre alla rotula si è fratturato anche l'astragalo, senza dimenticare tagli ed escoriazioni. Immediatamente operato, lo spagnolo (all'epoca 37enne, quindi si parlò di possibile ritiro) ha affrontato la riabilitazione con grinta e coraggio, ottenendo l'OK per tornare ad allenarsi dopo meno di due mesi. Per il rientro agonistico ha dovuto aspettarne quasi sette, ma ne è valsa la pena: giusto un paio di settimane fa ha vinto il Campionato del Mondo su strada, consegnando il lieto fine a una carriera straordinaria.

C'È ANCORA UN SOGNO DA REALIZZARE
L'infortunio di Del Potro è probabilmente meno grave, e l'argentino – tutto sommato – è ancora piuttosto giovane (ha compiuto 30 anni meno di un mese fa), ci sarebbe lo spazio per l'ennesimo recupero. Nella sua carriera ha già fatto un paio di miracoli, al punto da ispirare il titolo di un libro a lui dedico (El Milagro Del Potro). Adesso dovrà farne un altro: sul piano clinico sembra esserci tutto il margine, ma il recupero dovrà partire dalla testa. Palito dovrà essere motivato, convinto di potercela fare. Non ci sarà spazio per dubbi, recriminazioni o momenti di tristezza. Se non si dovesse operare, i danni sarebbero davvero limitati. In caso di ulteriore sfortuna, con la necessità di un intervento, il caso di Alejandro Valverde deve essere un esempio, una metaforica scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi nei momenti complicati, quando tornerebbero in ballo tremende routine, che Delpo pensava di essersi messo alle spalle: immobilizzazione, fisioterapia, riabilitazione. Con un'operazione, il quadricipite della gamba destra di Del Potro perderebbe quasi tutto il tono muscolare. Recuperarlo da zero, dopo tutto quello che ha passato, non sarebbe uno scherzo. Per adesso gli scenari sono questi, mentre ci rifiutiamo di considerare ipotesi più negative: quando ha messo piede nel tour, “Palito” aveva tre sogni: vincere lo Us Open, vincere la Coppa Davis e diventare numero 1 del mondo. Realizzati i primi due, ed essersi messo in buona posizione per lottare per il terzo, non può concedere al suo corpo la possibilità di scegliere per lui. Dovrà tornare, anche perché il “Negro” Marcelo Gomez, l'uomo che lo ha forgiato, è convinto che ce l'avrebbe fatta. Non può mica tradirlo ora.