Interrogato dopo la sconfitta sulla questione Clostebol, Alex De Minaur ha avuto solo parole al miele per Sinner

foto Brigitte Grassotti

C’è chi fatica a sostenere la pressione del match ed esplode improvvisamente come un geyser, non importa se contro se stesso o chi gli sta intorno – vedi Rublev o Medvedev – e c’è invece chi fa dell’educazione e dell’autocontrollo un principio fondamentale, in campo così come fuori.

Ecco dunque che Alex De Minaur, interrogato a caldo dopo la lezione subita da Jannik Sinner (ottava sconfitta su 8 incontri) nel primo match del girone delle Finals di Torino su un argomento – caso Clostebol – alquanto delicato per il suo avversario, ha confermato di appartenere alla squadra dei “guerrieri senza macchia”.

“Onestamente, sono solo un giocatore di tennis. Non ho alcun peso su questo tipo di decisioni (in rifermento all’appello della Wada al Tas, ndr), sono sicuro che tutto accadrà quando dovrà accadere”. Quella che poteva sembrare una neutrale risposta di comodo, si è poi trasformata in una mano tesa al numero uno del mondo aggiungendo: “Riguardo a Jannik, posso solo dire quello che so di lui come persona. Anche se mi ha preso a calci nel sedere sette volte, è un ragazzo fantastico. Abbiamo condiviso molti momenti in campo insieme. Ho molto rispetto per lui e per la sua squadra“.

Dichiarazioni semplici ma sincere, che tuttavia altri colleghi hanno preferito non esternare…