Il giocatore russo non sarà più seguito dal fratello Eduard, suo coach dal 1992. Allenerà il figlio 17enne, aspirante professionista…

di Daniele Rossi – foto Getty Images

 

Si rompe uno dei sodalizi più saldi e duraturi del circuito ATP: Eduard Davydenko non sarà più l’allenatore full-time di suo fratello Nikolay, ma inizierà a dedicarsi al figlio Philipp, 17 anni e in procinto di iniziare la carriera da professionista.

A rivelarlo è stata la avvenente e onnipresente moglie di Kolya, Irina, in un’intervista al quotidiano online russo Lifesport.ru: “Al momento Philipp ha sicuramente più bisogno di un allenatore rispetto a Nikolay”.

Eduard, già giocatore di buon livello, iniziò ad allenare il fratellino dall’età di 11 anni. Nel 1996 si spostarono in Germania, dato che non c’erano possibilità di emergere a Severodonezkr, piccola città ucraina, luogo di nascita dei Davydenko.

Leggenda vuole che nei primi tempi i guadagni erano così scarsi che i fratelli russi si spostavano da un torneo all’altro solo in treno e rigorosamente in seconda classe, e che per mangiare si arrangiavano con dei panini comprati al supermercato o con le mense dei tornei che li ospitavano.

 

Sicuramente Nikolay ora può permettersi qualcosa di meglio, visti i 13 milioni di dollari guadagnati in carriera, che deve però perennemente proteggere dalle grinfie della moglie Irina, donna dai gusti molto costosi.

 

Nonostante sia da sempre sottostimato, stiamo parlando di in un giocatore capace di vincere ben 20 titoli in carriera (su 25 finali) e di issarsi fino alla posizione numero 3 del ranking nel 2006.

Ma forse solo l’anno scorso ha iniziato a raccogliere risultati e onori consoni al suo talento.

Disputa una grande stagione, vincendo ad Amburgo, Umago, Kuala Lumpur, Shanghai e soprattutto a Londra, nel “Masters” di fine anno, dopo aver battuto Nadal, Soderling, Federer e Del Potro in finale.

Fa emergere anche una simpatia e una personalità fino ad allora sconosciuti, diventando una star delle conferenze stampa. Finalmente anche gli sponsor iniziano ad accorgersi di lui e all’inizio di quest’anno abbandona la misteriosa casa francese “Airness”, per farsi griffare dalla “Dunlop”.

 

Il 2010 doveva essere l’anno della definitiva consacrazione, ma purtroppo all’ormai 29enne russo è andato tutto storto.

Vince il primo torneo dell’anno a Doha, battendo in fila Federer e Nadal e ponendosi come uno dei possibili outsider agli Australian Open. Ma a Melbourne nei quarti di finale Roger ristabilisce le distanze e lo sconfigge in 4 set.

A Rotterdam si arrende a Soderling in semifinale, poi va a Dubai dove si ritira al 2° turno contro Berrer per un problema al polso.

Non si è ancora capito se è stato lui o i medici a sottovalutare la questione, fatto sta che Davydenko continua a giocare, va a Indian Wells, dove batte Gulbis e poi dà forfait al turno successivo. L’infortunio al polso è più serio di quanto si pensasse e la situazione si è aggravata ulteriormente per i continui sforzi.

 

Kolya è costretto ad una lunga pausa e il ritorno sui campi è a dir poco sfortunato.

Del resto ritrovare la condizione atletica per uno come lui, che basa molto il suo gioco sulla velocità e sull’anticipo, non è impresa semplice.

 

Torna a giocare a giugno al torneo di Halle, dove esce al 2° turno contro Becker, dopo aver battuto Greul.

Altro 2° turno anche a Wimbledon: una faticosissima vittoria 9-7 al quinto contro Anderson è il prologo ad una sconfitta in 4 set contro Brands.

Non riesce neanche a riprendersi in Coppa Davis con l’Argentina: un netto ko contro Nalbandian e una buona vittoria contro Schwank.

Ancora peggio sulla terra di Stoccarda, dove viene subito eliminato da Gimeno-Traver.

 

In questi giorni sta giocando ad Amburgo, torneo che l’ha visto vincitore l’anno scorso e di cui è prima testa di serie.

Finalmente Kolya sembra partito col piede giusto: ha infatti vinto 6-3 6-1 il suo match d’esordio contro Florent Serra e per la prima volta senza il fratello Eduard al suo angolo.

 


 

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Nikolay ed Irina a spasso per Indian Wells