Con cinque mesi d’anticipo cala il sipario sulla Coppa Davis firmata Kosmos: secondo l’Equipe risparmierà 18 milioni di euro dopo il buco da 50 del 2019. E i giocatori non risparmiano critiche
Non si può mettere d’accordo tutti, certo, ma la nuova Coppa Davis sembra riuscirci a prescindere dalla decisione presa. L’annuncio dello slittamento al 2021 della fase finale di Madrid ha subito sollevato qualche polemica. Mentre Atp e Wta premono per ripartire, seppur con rigidi protocolli al fine di non sottovalutare il quadro dovuto all’emergenza coronavirus, è sembrato che Kosmos abbia preso al balzo l’occasione per temporeggiare e sistemare magari alcuni dettagli dal punto di vista organizzativo con un anno in più a disposizione. Non solo, la motivazione potrebbe essere dettata anche da un fattore economico. Secondo quanto raccolto da L’Equipe, il Gruppo fondato dal difensore del difensore del Barcellona Gerard Piqué avrebbe risparmiato 18 milioni di euro di premi, una buona toppa per colmare un buco da 50 milioni lasciato in dote dall’edizione del 2019.
Per la dodicesima volta nella sua gloriosa storia, la Davis rimarrà senza vincitori – era già successo nel 1910 e nel periodo delle due guerre mondiali (1915-18 e 1940-45) – e non tutti hanno preso di buon grado una soluzione così drastica. Ci è andato sul pesante Nicolas Mahut, uno dei più tradizionalisti e grande difensore del vecchio format. Nel mirino c’è sempre Piqué: “Ho avuto l’impressione che qualcuno non avesse voglia di cercare soluzioni – le dichiarazioni riportate sempre da L’Equipe – Mi piacerebbe che ci fosse da parte sua la stessa energia avuta nel distruggere il format in vigore per 100 anni nel salvare la Coppa Davis di quest’anno”. Il malcontento si è diffuso inevitabilmente anche sui social. L’australiano John Millman ha spostato l’accento su “incoerenze”: “Due mesi prima della Davis – scrive su Twitter – saremo a Madrid per giocare un Masters 1000, nello stesso complesso. A proposito del pubblico, l’anno scorso ci fu un discreto distanziamento sociale...” . Il riferimento del numero 43 della classifica Atp è una frecciata alla scarsa affluenza di tifosi registrata nel 2019, a maggior ragione per una trasferta complessa logisticamente ed economicamente per i supporter australiani.
Piqué è ancora al banco degli imputati, non c’erano dubbi sulle difficoltà che avrebbe riscontrato a livello mediatico per un cambiamento così radicale ma la solerzia dell’annuncio lascia oggettivamente perplessi. Il fattore tempo, un anno e mezzo in più per ricalibrare l’evento, potrebbe risultare però un alleato importante: quando la Davis tornerà nel 2021 si giocherà una gran fretta della sua credibilità.