Il doppio azzurro paga un pessimo inizio contro Fleming-Murray: la reazione non basta, anche se abbiamo sfiorato il quinto. Adesso Fognini deve battere Murray.
Fognini-Bolelli hanno perso l'imbattibilità in Coppa Davis
Dall’inviato a Napoli, Riccardo Bisti – 5 aprile 2014
Siamo appesi a un filo. Un filo sottile, ma anche strano, che rende speciale la Coppa Davis. Fossimo in Fabio Fognini, costretto all'impresa contro Murray, chiederemmo informazioni a Tobias Kamke, Peter Gojowczyk e Andrey Golubev, folli eroi di un weekend che sta regalando una sorpresa dopo l’altra. Se sono riusciti a battere Benneteau, Tsonga e Wawrinka, anche Fabio può andare oltre i dolori e le immense qualità di Andy Murray. E centrare il miracolo. Dobbiamo legarci al filo dopo che il Team GB ha operato il sorpasso grazie al doppio Murray-Fleming, scozzesi che rischiano di emigrare se in Scozia passerà il referendum per l’indipendenza dal Regno Unito. Per ora lottano per la Union Jack, e durante la cerimonia inaugurale hanno cantato 'God Save the Queen' con un’intensità tale da sembrare sincera e inscalfibile. Ma oggi questo problema non ci riguarda. Ciò che conta è che hanno infilzato Bolelli-Fognini in quattro set, col punteggio di 6-3 6-2 3-6 7-5. Adesso la Gran Bretagna è ad un passo dalla prima semifinale dopo 33 anni. Basta un punto e potrebbero avere, in omaggio, una clamorosa sfida contro il Kazakistan se gli svizzeri porteranno a compimento il suicidio perfetto. Il pomeriggio del Tennis Club Napoli, sotto la statua intitolata al generale Armando Diaz, si è svolto nel segno di Andy Murray. Due ore dopo il successo contro Seppi, lo hanno messo in campo anche in doppio. Con tutto il rispetto per la storia di Ross Hutchins, tra i due non c’è paragone. Gli allenamenti avevano mostrato un Hutchins tutt’altro che competitivo. In particolare, la sua palla viaggia pochissimo. Andy è un’altra cosa, anche solo come presenza agonistica. E nei primi due set ha fatto la differenza. Sembrava un mostro, supportato da un Fleming diligente nello svolgere il compitino. E’ un giocatore discreto, molto teatrale nei gesti tecnici, quasi da “maestrino”. Non è un fulmine, ma ha tenuto la scena con dignità. E l’ultimo punto l’ha infilato proprio lui.
Ma il “mostro” è stato Murray. Sul 4-3 nel primo, si è avventato come uno sparviero su un passante di Fognini per regalare l’unico break del parziale, sparando una volèe sulle gambe di Bolelli. Nel secondo, ha imperversato. Il duo azzurro era sfaldato, in preda alle lune di un brutto Fognini, dolorante un po’ dappertutto e (molto) nervoso. Fabio ha perso il servizio per tre volte di fila. Nel secondo set, il break è arrivato con una disastrosa “entrata” di Bolelli, che ha clamorosamente sbagliato una volèe alta. Sul 4-2, Murray tocca livelli stellari: prima estrae un pallonetto che offre due palle break, poi un’altra gran risposta mette il punto esclamativo sul secondo set. Fognini, furioso, ha lasciato il campo. Mentre Fabio era fuori, un indemoniato Umberto Rianna parlava animatamente con Barazzutti. Al rientro, pure Fognini discuteva con Massimo Sartori. Il nervosismo era palpabile, mentre un gruppo di ragazzotte inglesi, proprio dietro la panchina di Leon Smith, inscenavano un balletto con coro pro-Murray. Non sono brave né organizzate come i tifosi francesi (quando ballano sulle note di “I gotta feeling” sono uno spettacolo, mostrandosi la miglior tifoseria della Coppa Davis), però erano divertenti da osservare. Fabrizio De Andrè cantava che dal letame avrebbero potuto nascere dei fiori. Il pensiero è emerso nel terzo set, quando gli azzurri hanno trovato la scossa dopo aver annusato un pozzo nero tennistico. La spurgatura è arrivata nel terzo game, quando il servizio di Fognini ha cessato di essere una banca. Fino ad allora, Bolelli si era limitato a fare il compitino, mostrandosi incapace (di testa e di cuore) a tenere su un Fognini ai minimi termini. Lo aiutava a cancellare quattro palle break, salivamo 2-1, e cambiava tutto. Nel game successivo, mentre un forte vento penetrava dal mare increspato, Fleming ha avuto un pauroso sbandamento, cedendo a zero il servizio e spingendosi sul 3-1. Il pubblico si scaldava e Simone, finalmente supportato da Fabio, diventava il migliore in campo. Sul 5-3, al momento di servire per il set, si trovava 15-40, ma l’Italia si salvava alla grande. Fognini cancellava la prima palla break, Fleming metteva fuori di un soffio la volèe sulla seconda, mentre Bolelli era magico sulla terza, inventandosi un magistrale pallonetto. 6-3 Italia e match riaperto. Per chi crede ai simboli, il cielo era finalmente azzurro. E le giacche degli spettatori hanno lasciato spazio alle magliette a manica corta.
Il rovesciamento della partita, oltre alla crescita impetuosa degli azzurri, è stato favorito dal crollo verticale di Fleming. In effetti, si chiama Colin e non Peter….Nel terzo game perdeva nuovamente il servizio (da 40-15), e un super passante di Bolelli mostrava il quinto set in fondo al tunnel. Salivamo 3-1 in un clima di esaltazione agonistica, ma nel momento cruciale arrivava il calo di Bolelli, che perdeva un delicato turno di battuta. Ci rifacevamo nel game successivo, bastonando senza pietà sulle ferite di Fleming. Sul 5-4, il “Bole” ha servito per trascinare la pugna al quinto, ma il fucile di Budrio si è inceppato sul più bello. E Fleming, all’improvviso, ritrovava se stesso. Sulla palla break azzeccava il rovescio della vita. Era aggancio, poi sorpasso. Sul 5-6, Fognini ha giocato un brutto game di servizio. 0-40, tre matchpoint. I primi due volavano via, ma il terzo era quello buono. La volèe di Fleming mandava la Gran Bretagna a un passo dal paradiso e l’Italia sull'orlo dell’eliminazione. Per sperare nel successo, Fognini deve smaltire in fretta le tossine e fare l’impresa contro Murray, fino ad oggi impeccabile. I precedenti sono 1-1, ma la vittoria di un giovane Fabio (Montreal 2007) non fa molto testo, perché era un Murray convalescente. Due anni dopo, a Monte Carlo, buttò via parecchie opportunità e fu sconfitto per 7-6 6-4. Ma sono numeri, nulla di più. Fabio dovrà trovare – chissà dove – le forze. Non deve accontentarsi di andare oltre il dolore. Deve saltargli sopra, azzannarlo. A qualsiasi costo.
ITALIA – GRAN BRETAGNA 1-2
Fabio Fognini (ITA) b. James Ward (GBR) 6-4 2-6 6-4 6-1
Andy Murray (GBR) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 7-5 6-3
Andy Murray-Colin Fleming (GBR) b. Fabio Fognini-Simone Bolelli (ITA) 6-3 6-2 3-6 7-5
Domenica (*)
Fabio Fognini (ITA) vs. Andy Murray (GBR)
Andreas Seppi (ITA) vs. James Ward (GBR)
(*) I capitani possono cambiare formazione fino a un’ora prima del match
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