Fatto curioso all'Assemblea Generale ITF a Ho Chi Minh City, Vietnam: prima i delegati respingono la proposta di portare i singolari di Coppa Davis al meglio dei 3 set, poi consentono al Board di adottare “in via sperimentale” tutte le modifiche che vuole. Ergo, il 2 su 3 potrebbe essere provato già nel 2018.

Ricordate il referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre? Matteo Renzi commise l'errore di associare le riforme all'intero assetto del suo Governo: la vittoria del “no”, inevitabilmente, lo portò alle dimissioni. Ma ipotizziamo che, a spoglio ormai avvenuto, ci fosse stato un ulteriore referendum per chiedere ai cittadini di lasciare al Governo la possibilità di fare la stessa riforma, stavolta senza il consenso della gente. Sarebbe scoppiato uno scandalo, si sarebbe parlato di “attentato alla democrazia”. Sia pure per faccende meno importanti, è successo qualcosa del genere a Ho Chi Minh City, Vietnam, dove si è tenuto l'Annual General Meeting (AGM) della Federazione Internazionale (ITF). Qualche settimana fa avevamo appreso che la discussione di alcune delle riforme più attese, ovvero lo svolgimento delle fasi finali di Coppa Davis e Fed Cup in sede unica, sarebbe stata rinviata al 2018. Pare evidente che Dave Haggerty, presidente ITF, non fosse ancora sicuro di avere il consenso necessario per far passare la norma, peraltro dopo aver già stabilito la sede per l'eventuale maxi-evento (il Palexpo di Ginevra, Svizzera). Tra le proposte più attese da discutere in Vietnam c'era il nuovo format per i singolari di Coppa Davis. Ascoltando le richieste dei giocatori, l'idea ITF era di ridurli al meglio dei 3 set. Sarebbe una svolta epocale per una manifestazione che, da 117 anni, vive nell'epica dei tre set su cinque. Per rendere operativa la riforma, tuttavia, serviva il 66,66% dei voti favorevoli degli oltre 200 delegati presenti a Ho Chi Minh City. A sorpresa, la proposta ha raccolto il 63,54% delle preferenze. Maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi richiesti. A caldo, Haggerty ha detto: “Rispettiamo la decisione dell'AMG, ma siamo delusi del fatto che le nazioni associate non abbiano approvato per intero il pacchetto di riforme pensato dal Board ITF per Coppa Davis e Fed Cup. Il cambiamento è necessario per assicurare un futuro a lungo termine per questa manifestazione storica e rappresentativa, e continueremo a impegnarci a lavorare con le federazioni affiliate e gli altri stakholders per trovare un modo per fare crescere Coppa Davis e Fed Cup”. Politichese stretto, ma pur sempre un'ammissione di sconfitta.

LA SCELTA DEI DELEGATI
Invece, qualche ora dopo, una novità che profuma di blitz: gli stessi delegati hanno concesso al Board di poter introdurre le modifiche in via sperimentale. Non ci è parsa una bella mossa dell'ITF, nonché un controsenso nel comportamento delle federazioni. Ma come: prima rifiutano una norma e poi concedono al Board la possibilità di fare come vuole? Sembra chiaro che, tra le “modifiche sperimentali” ci sarà proprio quella rigettata poche ore prima. Anche l'Italia faceva parte della minoranza rumorosa che aveva votato contro la riduzione del format. La motivazione FIT? “La scelta di giocare 2 set su 3 segue solo la volontà dei giocatori e non fa nulla perché l'ITF torni ad essere l'organismo di governo del tennis mondiale”. Per l'Italia, a Ho Chi Mihn City, c'era Luisanna Fodde, peraltro recentemente eletta vicepresidente di Tennis Europe. Francamente facciamo fatica a comprendere il comportamento dei delegati in Vietnam: concedendo tale autorità al Board, si sono auto-ridotti il potere decisionale sulle faccende più delicate. Per carità, l'ITF dovrà limitarsi a novità “sperimentali”, ma dalla sperimentazione alla concretezza il passo può essere breve. Poche ore dopo la batosta iniziale, Haggerty gongolava: “Si tratta di una decisione fondamentale. Consentirà al Board di avere la flessibilità necessaria nello sperimentare cambiamenti in Coppa Davis e Fed Cup senza attendere l'approvazione dell'Assemblea. In un mondo in rapida evoluzione dobbiamo essere agili anche nel prendere decisioni, e questa soluzione ce ne offre la possibilità. Ringraziamo i nostri membri”. Insomma, la regola dei due set su tre ha trovato la porta sbarrata, ma potrà rientrare dalla finestra. Al di là dei contenuti della proposta, più o meno condivisibili, riteniamo che sia una sconfitta della democrazia. La pensa così anche Sergiy Stakhovsky, subito polemico (e sarcastico) nel commentare via Twitter quanto accaduto a Ho Chi Minh City.

2 SET SU 3 IN ARRIVO NEL 2018?
La faccenda del format ha fatto passare in secondo piano una serie di modifiche minori che non cambieranno di una virgola le competizioni. L'unica di un certo peso riguarda il principio di casa-trasferta: le squadre finaliste avranno il diritto a giocare in casa il primo turno dell'anno successivo. Le restanti novità interessano i soli organizzatori: i campi – sia di gara che di allenamento – dovranno essere disponibili per un numero inferiore di giorni (con lo scopo di abbassare i costi per le singole federazioni); per il resto, abolite le conferenze stampa pre-draw e la cena ufficiale. Tutti gli obblighi dei giocatori si ridurranno a un'unica funzione che comprenderà sorteggi, conferenze stampa, interviste e pranzo ufficiale. Da qui si evince il desiderio ITF di rendere meno pesante l'evento agli occhi dei tennisti. Ma il pensiero corre sempre lì, a quei due set su tre che prima o poi arriveranno. Ci si domanda da quando: abbiamo chiesto direttamente all'Ufficio Stampa ITF, le cui risposte sono state chiare. “Il voto che mantiene i 3 set su 5 nei singolari di Coppa Davis rimane in vigore, ma la soluzione successiva, approvata dalle nostre nazioni, concede al Board la flessibilità per sperimentare eventuali modifiche a partire dal 2018”. A una nostra ulteriore richiesta per cercare di capire il format con cui si giocherà il primo turno del 2018, hanno risposto con le medesime parole, aggiungendo che la “World Cup of Tennis” (ovvero le finali in sede unica) non sarà introdotta prima del 2019. Sulla carta, la norma dovrebbe passare dall'approvazione dell'Assembra del 2018 (prevista dal 13 al 16 agosto a Orlando, Stati Uniti), ma la “leggina” approvata in Vietnam, presa letteralmente, darebbe al Board la libertà di prendere ogni tipo di decisione. Curiosità: le eventuali finali comprenderebbero la sola finale di Coppa Davis, mentre per la Fed Cup ci sarebbero semifinali e finale. Motivo? Con l'allargamento del World Group a 16 squadre, servirebbe una settimana di calendario in più. La WTA non ha nessuna intenzione di concederla, dunque semifinali e finale sarebbero racchiuse in un'unica settimana. Come detto, la novità non entrerà in vigore prima del 2019 e non è chiaro chi la stabilirà: il Board o l'Assemblea? La durata dei singolari in Davis, a giudicare dalle risposte che ci sono arrivate, potrebbe invece cambiare già tra qualche mese…