Decisione a sorpresa della commissione anti-corruzione TIU: il serbo, squalificato a vita cinque anni fa, potrà tornare nel circuito nelle vesti di coach. Hanno premiato la sua “assistenza sostanziale” ai programmi educativi. E' comparso anche in un video. Una decisione giusta? 

Ricordate David Savic? Modesto giocatore serbo di qualche anno fa (best ranking al n. 363 ATP), è stato tra i pochi a finire nella ragnatela della Tennis Integrity Unit. Squalificato a vita nel 2011, le ha provate tutte per salvarsi, ma non c'è stato niente da fare. Il CAS di Losanna lo ha inchiodato alle sue responsabilità, confermando la squalifica. La sentenza, tra l'altro, ha reso pubblico il suo modus operandi. In particolare, sono emersi in tutto il loro squallore i tentativi di corrompere Marcos Baghdatis in occasione di un paio di tornei. La sentenza ha provato a oscurare i nomi, ma incrociando un paio di dati non è stato difficile risalire al nome del cipriota, che si è immediatamente rivolto al TIU non appena ha sentito odore di combine. La vicenda sembrava finita nel dimenticatoio, invece Savic torna alla ribalta dopo oltre quattro anni. E l'anno prossimo potremo vederlo nuovamente nel tour. Motivo? La commissione indipendente della TIU ha accolto il suo ricorso, in cui chiedeva di poter almeno allenare. La sentenza avrà effetto a partire dal marzo 2016. L'appello è stato formulato in modo da non chiedere nessuna riammissione come tennista, ma solo come coach. Il tribunale anti-corruzione, guidato dal professor Richard McLaren, ha tenuto conto della collaborazione fornita da Savic in questi anni alla TIU, definita secondo il termine tecnico “assistenza sostanziale”. Dopo la sua squalifica, Savic ha addirittura dato una mano al programma di educazione, comparendo addirittura in un video in cui avvisava i giocatori dei rischi che si corrono restando coinvolti in un reato di corruzione. Insomma, a partire dal 29 marzo 2016, David Savic potrà ricoprire il suolo di coach e partecipare a tutti gli eventi ufficiali ATP, WTA e ITF.


MA NON ERA UNA SQUALIFICA A VITA?

Per il serbo, oggi 30enne, resta il divieto di riprendere l'attività. Se dovesse commettere qualsiasi reato legato alla corruzione, la sanzione comminata cinque anni fa tornerà nuovamente in vigore. La vicenda di Savic ha avuto una certa risonanza nel 2011 e nel 2012, quando oltre alla squalifica gli fu inflitta una multa di 100.000 dollari. Il ricorso al CAS di Losanna è servito a cancellargli la multa (che lui disse di non essere in grado di pagare). Anche su quest'ultima sentenza, la TIU resterà fedele ai suoi rigidi criteri di riservatezza. Per questo motivo, non saranno resi pubblici ulteriori dettagli dell'appello proposto da Savic e della decisione del tribunale. Si tratta di una decisione importante perché concede una via di scampo anche a chi viene squalificato a vita. Dalle sentenze e dalle indiscrezioni emerse su altri casi (vedi quello di Guillermo Olaso), pare chiaro che Savic si sia macchiato di reati sportivi piuttosto gravi e permane il dubbio che non fosse da solo, ma che ci fosse anche un'organizzazione. Nonostante tutto, dall'anno prossimo potrà tornare a guadagnare soldi grazie al tennis. Non sappiamo quanti e quali giocatori accetteranno di farsi allenare da un uomo con una tale zavorra, ma tant'è. Vedremo che tipo di impiego troverà Savic, ma la decisione del Tribunale lascia perplessi: una squalifica a vita dovrebbe restare tale. Senza scorciatoie.