Il forfait di Alexander Zverev gli ha regalato l'ultimo posto per le Next Gen ATP Finals. Daniil Medvedev si aggiunge ad Andrey Rublev e Karen Khachanov: insomma, la Russia del tennis può dormire sonni tranquilli. Daniil si è ripreso appena in tempo, giocando un buon torneo a Mosca dopo tre mesi senza vittorie. È un tipo tranquillo, Medvedev, però in campo si è reso protagonista di qualche intemperanza. Adesso, tuttavia, sta cercando di limare il suo comportamento. Da qualche tempo si allena in Costa Azzurra, dove ha raggiunto sua sorella. Si è reso conto che la Francia è il posto giusto per crescere come giocatore, ma non riesce a innamorarsi. “A Mosca c'è il problema del traffico – ha raccontato Medvedev – ci vuole molto tempo per raggiungere la sede degli allenamenti. E non tutti possono permettersi di acquistare un appartamento vicino ai campi da tennis, quindi si perde parecchio tempo”. Ma se la logistica della Costa Azzurra è molto migliore, per un ragazzo russo è difficile adattarsi a uno stile di vita così diverso. Medvedev non ha stretto particolari amicizie: le conoscenze sono rimaste in Russia e le ha tenute vive grazie a internet. “Non posso dire che mi piaccia vivere in Francia. C'è un bel clima e ci sono ottime condizioni di allenamento. Tuttavia, soltanto in Russia mi sento a casa. Quando passeggio per Mosca avverto emozioni particolari”. Le abitudini sono molto diverse: Medvedev ha faticato ad abituarsi nel non trovare un posto dove pranzare alle 16. “Inoltre i negozi non sono sempre aperti, e la domenica è tutto chiuso. È una questione di abitudine. In linea di principio la cucina non è male, però bisogna mettersi a cercare il posto giusto. Al contrario, in Russia trovi sempre qualcosa di disponibile, a qualsiasi ora”.
AL LAVORO CON UNO PSICOLOGO
Appassionato di carne, non va matto per le delizie della cucina francese. Tuttavia, tra un vino bianco e l'altro, ha imparato il francese e ha creato un rapporto cordiale con i tennisti transalpini. “Magari ci alleniamo insieme o scambiamo qualche parola in aereo. In linea di principio, tuttavia, esiste una viva cordialità con tutti i giocatori del tour”. Medvedev ha fatto parlare di sé durante il torneo di Wimbledon: prima in positivo, con la bella vittoria su Stan Wawrinka. Poi in negativo, con la monetina lanciata al giudice di sedia dopo la sconfitta con Bemelmans. Un gesto che molti hanno condannato. “Non vorrei avere multe e nemmeno creare una cattiva immagine di me – sospira – però ci sono momenti in cui non riesco a controllarmi. Per migliorare, sto lavorando con uno psicologo. In fondo, da allora non ho più lanciato monete!”. Il senso dell'umorismo è apprezzabile, ma ha avuto bisogno di tempo per tornare a vincere una partita dopo una stagione iniziata benissimo con la finale a Chennai, le semifinali a Eastbourne e sei quarti di finale. Ogni tanto, ha ancora il vizio di lanciare la racchetta. Vedremo se a Milano, con migliaia di occhi puntati addosso, farà il bravo. Di sicuro dirà sempre sì alle convocazioni in Coppa Davis. “Mi piace che abbiano ridotto i match al meglio dei tre set, credo sia più interessante anche per il pubblico, soprattutto nelle serie inferiori. Non è il massimo giocare cinque set se ti trovi in Africa. E comunque, a parte le regole, io sarò sempre disponibile”.