ESCLUSIVO! A processo terminato, parla Daniele Bracciali. L'aretino si difende a spada tratta. “Mi attribuiscono chat che non mi riguardano. E le intercettazioni non sono prove”. Gli avvocati: “Per noi esiste la prova dell'innocenza”. DAL NOSTRO INVIATO. 

DOSSOBUONO DI VILLAFRANCA (Verona) – Saranno i giudici e le sentenze a stabilire il futuro di Daniele Bracciali. Ma di una cosa gli va dato atto: in questa vicenda è l'unico che parla, che non si sottrae, che nei limiti delle norme dice la sua. Non sappiamo (e non è compito nostro stabilirlo) se sia indicativo. Di certo, mentre Potito Starace si oppone alla presenza della stampa al processo, così come la Procura, lui ha sempre predicato trasparenza. Al termine del processo, ha parlato con TennisBest insieme ai suoi avvocati Alberto Amadio e Filippo Cocco. 

 

Daniele, continui a professarti innocente?

Assolutamente. Io sono innocente e sono molto fiducioso che il Tribunale e la sentenza lo possano ribadire con forza.

 

Come sono stati questi sei mesi?

Duri. Sono contento che sia arrivato il giorno del giudizio, perchè avere la spada di Damocle di un giudizio imminente non è bello. Quando vai a letto, il pensiero è sempre quello. Si tratta di un procedimento che potrebbe anche chiudermi la carriera. Insomma, è qualcosa che mi crea più di un pensiero. Tra l'altro ho messo su famiglia, ho un bimbo piccolo…ma sono pieno di pensieri.

 

Questo “Braccio78” che parlava in chat con Bruni chi era? Se non eri tu, ti sei mai domandato chi diavolo fosse?

Ne parlavo poco fa con i miei avvocati. Ci sono molte persone che si registrano sui siti con quell'account. Io ho sempre detto di aver avuto delle conversazioni, tra l'altro facendo analizzare i miei computer. E' tutto agli atti. Nei miei computer non ci sono le conversazioni che mi vengono attribuite. Ma vorrei fare una precisazione: il problema non è “Braccio78”. Il problema è che le accuse sono basate sulle analisi di un telefonino che non è il mio (e nemmeno loro sanno a chi è intestato), e su altri account che non sono riconducibili a me.

 

Ti hanno mai offerto soldi per aggiustare una partita?

(Avvocato Cocco): A questa domanda è meglio non rispondere, almeno in questo momento: entreremmo troppo nel tecnico del processo.

(Bracciali): Tra l'altro agli atti ci sono delle domande che mi hanno fatto proprio su questo, potrete eventualmente leggerle se mai saranno pubblicati.

(Cocco): Questo punto si sovrappone a Cremona, dove c'è un'indagine ancora in corso.

 

In un'intercettazione, Bruni dice che ti trovavi a Parma per giocare la Serie A1, immagino col Castellazzo. Come faceva a saperlo?

Chiunque sapeva che giocavo la Serie A per Olbia, piuttosto che per Castellazzo. Onestamente non mi ricordo nemmeno in che squadra giocassi quell'anno, a Castellazzo ho giocato sia come locale che come avversario. Chi si occupa di tennis sa benissimo dove giocano i tennisti d'elite. Chiunque sapeva che Seppi giocava ad Alba e poi ha cambiato casacca, che Bolelli giocava a Roma….insomma, sono cose che sanno tutti.

 

Tutti i giornali sostengono che tu e Starace siete accusati di aver aggiustato “alcune” partite, invece a quanto pare l'accusa verte solo su un match. Ci spieghi di quale si tratta?

L'accusa che viene formulata riguarda una partita, relativa a Barcellona 2011.

 

Starace-Gimeno Traver, un match in cui tu non eri in campo.

Esatto. Tra l'altro, come ho già specificato più volte, l'accusa che mi viene rivolta non è quella di aver “venduto” chissà che, anche perchè giocavo solo il doppio, ma eventualmente di aver fatto da tramite.

 

Cosa pensate del fatto che gli Organi di Giustizia siano nominati dal Consiglio Federale? (Ribadiamo: è una cosa legittimata dal CONI e attuata da tutte le federazioni sportive, ndr)

(Avvocato Cocco): Ci sono delle regole e noi le rispettiamo.

 

Ma quando tu facevi parte del Consiglio e la vivevi da dentro, avevi un'opinione su questa cosa?

La Procura è un organo esterno al Consiglio. Da quel che so io è assolutamente autonoma. E poi, tanti regolamenti hanno un indirizzo di questo tipo. Esempio: quando siamo stati processati dall'ATP per quelle cavolate che ci costarono qualche mese di sospensione, il giudice di primo grado era stato nominato dall'ATP stessa. Questi sono i regolamenti sportivi.

 

 

Se tu fossi un semplice appassionato, cosa avresti pensato nel leggere le intercettazioni?

Guardando quello che succede oggi in Italia, a proposito di intercettazioni telefoniche, all'inizio c'è molta enfasi ma poi spesso le cose si sgonfiano. C'è da dire una cosa importante: le intercettazioni dovrebbero essere usate come strumento per poi trovare le prove reali, e non essere a loro volta prove. Certo, se hai delle intercettazioni e trovi che X ha depositato in banca i soldi illeciti, quella è la prova. Ma non puoi usare solo un'intercettazione…

 

Insomma, è un indizio ma non una prova.

(Avvocato Cocco): Al telefono si dicono tante cose, anche millanterie…

(Avvocato Amadio): La maggior parte non sono nemmeno le sue…

(Bracciali): E' quello che dicevo all'inizio: mi vengono attribuite conversazioni chat che non sono assolutamente mie.

 

Hai 37 anni, la tua carriera agonistica era probabilmente agli sgoccioli. Quali erano i tuoi progetti post-carriera e come cambierebbero se dovesse arrivare una sentenza di condanna?

Non sono più un giovane, ma in doppio potrei giocare ancora qualche anno. Tanti doppisti hanno dimostrato che si può. Le sospensioni mi hanno fatto perdere tanti punti e oggi mi trovo molto indietro in classifica. Se arrivasse una squalifica pesante, oltre alla vicenda agonistica attuale entrerebbero in ballo altri discorsi come l'obiettivo di fare il coach o magari aprire una scuola tennis. Sarebbe un disastro e non ci voglio nemmeno pensare. Se dovessi essere assolto, il patatrac è già compiuto: dovrei ripartire dai tornei minori per rimettere in sesto la classifica. Non sarebbe facile, ma non lo escludo. Con una sentenza positiva potrei anche ricominciare. Dopo il ritiro, onestamente, mi vedo sempre nel mondo del tennis.

 

Il tuo comportamento in sede processuale ti sta facendo onore, ma c'è un punto che non condividiamo. Spesso dici che per la Davis hai dato una spalla: non ci sembra una buona ragione per essere tutelato se hai fatto qualcosa di illecito.

Non era un'osservazione sul caso specifico, quanto piuttosto sull'atteggiamento che ho riscontrato da parte della Procura, improntato al “segarmi” in tutti modi. Questo mi è dispiaciuto. Per carità, non volevo dire di essere intoccabile per il mio passato in Davis. Però, da quando avevo 12 anni, ho risposto a tutte le convocazioni e dato il massimo. Mi spiace vedere che oggi, dato che “non servo più”, sia più facile dare un calcio…

(Avvocato Amadio): Peraltro prima di un'eventuale condanna.

(Bracciali): Ripeto: non voglio dire che chi ha vissuto una carriera per l'Italia debba essere assolto se tiene comportamenti illeciti. Vorrei soltanto essere giudicato nel modo giusto, senza pregiudizi e senza che si dica: 'secchiamolo, così torna tutto a posto'. Insomma, non mi va di fare l'agnello sacrificale.

 

Hai già spiegato come eri entrato in contatto con Bruni. Da quanto tempo non lo senti?

(Avvocato Amadio): Sono domande che possono incidere sul procedimento penale, meglio non entrare nel dettaglio.

(Avvocato Cocco): Non ha più rapporti.

 

Nella conferenza stampa di una settimana fa, hai detto che la perizia del tuo computer è a disposizione. L'impressione avuta è che nel tuo computer possano esserci elementi che potrebbero mettere in difficoltà altri giocatori. E' una sensazione sbagliata?

Molto sbagliata. Sbagliatissima.

 

Nel tuo computer non ci sono elementi di rilevanza penale, dunque?

Siamo ancora nella fase delle indagini, quindi se l'autorità giudiziaria vuole prendere il mio computer può benissimo farlo. Sul fatto che ci siano chat o elementi sospetti, assolutamente no. Martedì scorso avevo detto una cosa diversa: se mi avessero preso il computer, avrebbero potuto trovare eventuali chat con altri giocatori, visto che mi accusano di aver fatto da tramite. Queste chat NON CI SONO, tant'è che se avessero preso il computer se ne sarebbero resi conto. E sarebbe stata un'ulteriore prova a mio favore. Io l'ho fatto analizzare, ho visto cosa c'era e ti assicuro che non c'è niente.

 

Cosa pensi dell'archiviazione relativa agli altri quattro giocatori di cui erano stati fatti i nomi?

(Avvocato Cocco): Siamo contenti per loro.

(Bracciali): Ma certo, sono persone con cui ho giocato tornei per una vita, non vedo perchè non dovrebbe farmi piacere. Vuol dire che non esistevano elementi a loro carico. Tra l'altro è una cosa che può avere una certa incidenza anche sulla mia posizione: se io vengo accusato di fare da tramite, e poi vengono assolti tutti…con chi lo facevo il tramite, con me stesso? Tra l'altro è venuto fuori pure quello…(risata generale, ndr).

 

Posso chiedervi quali sono le richieste della Procura?

(Avvocato Cocco): Se non le hanno rese pubbliche, non lo facciamo neanche noi. Fino al momento della sentenza, in effetti, è un dato che non può essere divulgato.

(Avvocato Amadio): tra l'altro esiste anche il divieto per i tesserati (e ovviamente i loro rappresentanti) di esternare notizie relative ai procedimenti fino a quando non sono resi pubblici.

(Bracciali): Quando emergerà l'eventuale squalifica, o comunque la sentenza, potremo dire a quando ammontava la richiesta dell'accusa.

(Amadio): Vorremmo chiarire questo punto: Daniele risponde senza problemi, ma non può farlo sugli atti che non sono ancora stati ancora pubblicati, onde evitare problemi per tutti. Quando uscirà la sentenza, con le varie motivazioni, si potrà parlare. Dico la verità: siamo molto fiduciosi sulla fondatezza della nostra difesa. Siamo sicuri che non ci sono gli elementi per portare a una condanna.

(Cocco): Ci sono tutti gli elementi per l'assoluzione. Siamo davanti a un processo, si applicano le norme dei tribunali. Non solo non c'è la prova della colpevolezza: c'è la prova dell'innocenza. Naturalmente secondo noi. Ad ogni modo i gradi di giudizio sono tanti: chiunque perda il primo grado farà appello.

(Bracciali): Diciamo che è il primo set di una partita al meglio dei cinque.