Il britannico ha rinunciato a difendere i punti di Washington per partecipare ai Giochi Olimpici
C’è chi le Olimpiadi proprio non le sente, e non le gioca. C’è chi le gioca, ma senza sacrificare più dello stretto necessario. E poi c’è Dan Evans, che magari a volte sul campo non sembra il massimo della simpatia, e che in passato ha passato qualche guaio (vedi squalifica per uso di cocaina), ma che possiede uno spiccato senso dell’amicizia e valori non negoziabili, tanto che per non perdere l’occasione di giocare in doppio con sir Andy Murray l’ultimo torneo della carriera dell’ex numero 1, è anche disposto a perdere una barcata di punti. Per la precisione 111, che lo fanno sprofondare da numero 58 a 169, mettendo a serio rischio l’ingresso nei tabelloni dello Slam.
Evans aveva il gruzzolo guadagnato lo scorso anno a Washington da difendere, ma le emozioni a cinque cerchi e a fianco di Murray gli sono sembrate più importanti, così invece di volare negli Usa ha attraversato la Manica. E che emozioni: nel match di primo turno contro Kei Nishikori e Taro Daniel i due britannici si sono salvati da uno svantaggio di 9-4 nel super-tiebreak per i giapponesi e sono riusciti a spuntarla 11-9. «Pensavo fosse finita – ha detto felice come poche volte Andy – invece in qualche maniera ce la siamo cavata. Mai giocato un match del genere, certe emozioni le provi solo alle Olimpiadi». E lui, che di ori ai Giochi ne ha vinti due, ne sa qualcosa.
Insomma, una storia che sembra tratta dal libro Cuore del tennis. Per carità, i tennisti sono professionisti, devono curare i loro interessi e qualsiasi scelta di programmazione è lecita, rispettabile, insindacabile sotto il profilo morale. Però Dan, il ragazzo della working class che ha fatto fortuna con il tennis, dimostra che certe emozioni non hanno prezzo. Per tutto il resto c’è Mastercard. (anzi, Visa: l’unica carta accettata a Parigi 2024).