LA STORIA – Nic e Tristan Puehse sarebbero diventati campioni di skateboard. Ma poi hanno cambiato strada: vogliono diventare i nuovi gemelli Bryan.
La vita sul campo da tennis non è sempre facile per i gemelli Puehse…

Di Riccardo Bisti – 27 novembre 2013

 
Avevano pubblicato su Youtube il video in cui davano addio allo skateboard. Tra i tanti commenti, ce n’era uno che diceva: “Sarà colpa dei genitori, li avranno obbligati a smettere”. Il commento ha raccolto anche una decina di “like”. Ogni tanto, Nic e Tristan Puehse riguardano il filmato. Così, per curiosità. Quando hanno letto il commento, i genitori Michael e Caryn erano dietro di loro. E si sono fatti una risata. “Eravamo diventati pigri. Anzi, no, lo skate non ci piaceva così tanto” raccontano. E così hanno deciso di giocare a tennis, con un obiettivo ben preciso: diventare i nuovi gemelli Bryan. Una scelta coraggiosa e difficile. I gemelli Puehse erano fenomeni, tanto da essere messi sotto contratto dalla Nike ad appena otto anni. Avevano tutto, ma hanno cambiato idea. In tanti pensavano che fosse un capriccio adolescenziale, invece tengono duro. E migliorano giorno dopo giorno, anche se colmare il gap con i coetanei è dura. Non è semplice iniziare a giocare a 12 anni, quando ormai i baby-tennisti vengono equipaggiati sin dalla culla. Risiedono a Scottsdale, Arizona, sede di un vecchio torneo ATP (un anno vinse Stefano Pescosolido) e si trovano tra i top-25 nella classifica locale riservata agli Under 16. A livello nazionale sono piuttosto indietro: Tristan è 948esimo, Nic è fuori dai primi mille. Ma in doppio se la cavano bene. Di recente hanno vinto un torneo e tengono testa a coppie più esperte. “La gente pensa che abbiamo buttato via un talento irripetibile. Non è stato semplice prendere questa decisione, anche perché nel mondo dello skateboard il tennis è considerato uno sport ridicolo”. In fondo, facevano skate da quando avevano sei anni. Quando scopri il mondo, ti viene voglia di vedere cose nuove.
 
Il colpo di fulmine risale al gennaio 2011. La famiglia Puehse si trovava a Carefree, in Arizona (esiste un nome migliore per un luogo di vacanza?), e dovevano effettuare un servizio fotografico di skateboard. Tra uno scatto e l’altro, presero in prestito le racchette da tennis del resort dove alloggiavano, e hanno iniziato a giocare. Proprio come nello skateboard, hanno mostrato una notevole competenza di base. Ma c’era qualcosa di più: si sono letteralmente innamorati. Tristan è stato il primo a proporre l’idea di cambiare sport. Adesso gli obiettivi sono tracciati: vogliono conquistare una borsa di studio, proprio come capitò ai gemelli Bryan, e vogliono diventare una delle coppie più forti al mondo. I gemelloni, dall’altro dei loro 93 titoli ATP e nove stagioni chiuse al numero 1 ATP, li sostengono via Twitter. Bob ha scritto: “Forza ragazzi, tenete duro! Avete il nostro supporto”. Dave Macpherson, ex allenatore dei Bryan, è andato a dare un'occhiata. “Hanno un grande entusiasmo per il gioco. E’ una sfida, certo, ma chi può dire cosa succederà? Di certo non si sono bruciati”. La loro vicenda ha attirato il New York Times, che ha addirittura mandato una cronista a Scottsdale. Sono stati ben felici di accoglierla, anche perché significava saltare una noiosa lezione di geometria. Sono giovani, ma hanno già viaggiato parecchio. Fino a un paio d’anni fa si trovavano a Sacramento, poi dopo un breve periodo in South Carolina (dove avevano ricevuto una borsa di studio parziale dall’accademia di Van der Meer) si sono spostati in Arizona, dove si allenano con un signore di nome Jimmy Mendieta, omonimo dell’ex giocatore di Valencia e Lazio. Il padre si occupa di marketing e sta lavorando bene, visto che su Twitter hanno quasi 92.000 followers e hanno persino un canale Youtube. Quasi ogni giorno, li porta a giocare sugli stessi campi di Carefree dove avevano iniziato un paio d’anni fa. C’è anche la sorella minore Natasha: chissà che la campionessa di casa Puehse non sia lei…
 
Mamma Caryn si occupa della loro istruzione e racconta del momento in cui ha appreso la loro scelta. “Abbiamo faticato ad abituarci all’idea. Avevamo paura che potessero avere rimpianti, perché un giorno potranno sempre dirci: ‘Mamma, Papà, come mai non ci avete fatto rimanere nello skateboard?”. In effetti, il tennis è molto più spietato. L’ambiente delle quattro rotelle è allegro, solidale. Nel tennis vige la norma del “mors tua, vita mea”. Nello skate ci sono i giudici che valutano la prestazione, mentre nel tennis si trovano avversari di ogni tipo. Gente pronta ad azzannare per un successo. Ed è capitato che dovessero affrontare comportamenti non esattamente sportivi. “Ci sono un paio di ragazzi che ho battuto – dice Tristan – e da allora vengono sempre alle mie partite, sperando che io perda”. I gemelli hanno caratteri diversi. Tristan preferisce che i genitori non osservino le sue partite, mentre Nic si carica. Anche lo stile è differente. Tristan è più alto di tre centimetri e basa il suo tennis sulla potenza, mentre Nic ama la tattica, mischia le carte in tavola per mettere in difficoltà gli avversari. In doppio si completano: uno fa il martello, l’altro svolazza come un’ape. Tuttavia, devono crescere sul piano mentale. Tristan ammette di pensare troppo, mentre Nic dice non essersi ancora abituato agli alti e bassi emotivi di una partita di tennis. “Lo skate non prepara in questo senso: la stessa partita può essere sia esaltante che frustrante”. E ogni tanto emerge un granello di rimpianto per quello skateboard che avrebbe dato gloria e notorietà. Nel 2010, avevano interpretato se stessi nel film “Nic and Tristan Go Mega Dega”. Adesso devono battagliare sul decoturf, senza nessuna certezza di arrivare. “Penso che Nic sia quello che ogni tanto pensa di più al passato” dice Tristan. Lui risponde. “Forse un paio di mesi fa era vero. Ma adesso è passato tutto”.