La Corte d’Assise di Lione condanna Regis De Camaret a 8 anni di prigione per molestie sessuali sulle ex allieve. I casi erano andati tutti in prescrizione. Tranne due.
Una commossa Isabelle Demongeot parla ai giornalisti dopo la lettura della sentenza
Di Riccardo Bisti – 24 novembre 2012
E’ arrivato il verdetto tanto atteso. Regis de Camaret, ex coach francese, stato condannato a 8 anni di carcere per violenze sessuali consumate più di 20 anni fa ai danni di due allieve. Il processo ha avuto grande risonanza in Francia, anche perchè De Camaret (oggi 70enne) è stato allenatore di Nathalie Tauziat, ex n. 3 WTA e finalista a Wimbledon. La camera di consiglio è durata meno di due ore e ha sancito una condanna appena inferiore alla richiesta del Pubblico Ministero Jacqueline Dufournet, la cui richiesta era di 10-12 anni di carcere più 10 anni di interdizione dai diritti civili. De Camaret è rimasto di sasso durante la lettura della sentenza, mentre le vittime festeggiavano tra abbracci e lacrime di commozione. Tra loro c’era anche Isabelle Demongeot, colei che ha avuto il coraggio di rendere nota la vicenda qualche anno fa, quando scrisse un libro-shock ("Service Volè") in cui raccontava le molestie del suo ex allenatore. “Stanotte lui dormirà in carcere – ha detto la Demongeot – la vergogna ha cambiato sponda. E’ stata una lunga lotta, siamo molto toccati, quasi svuotati”. La Demongeot ha svolto il ruolo di testimone. Era stata la prima a denunciare, ma i fatti da lei raccontati erano caduti in prescrizione. Dopo la sua denuncia, tante ex allieve di Demongeot hanno fatto outing. Ma era sopraggiunta la prescrizione per tutte tranne che per due ex tenniste, oggi 36enni. Nonostante la condanna, De Camaret potrebbe usufruire della libertà condizionata.
“Mi ha colpito la sofferenza che ho notato sul banco dei testimoni – ha detto il PM – c’erano gli occhi di chi si era visto distruggere i sogni d'infanzia e d'adolescenza. Donne ancora in difficoltà dopo tanti anni. A volte ci vuole una vita per denunciare questi fatti perchè ti senti sporco, le vittime hanno troppa vergogna”. Una sofferenza nata negli anni 80, quando il centro di formazione di De Camaret era uno dei più importanti di Francia. La voce si era sparsa in tutto il paese e decine di aspiranti giocatrici volevano essere ammesse. Quello che doveva essere un sogno, diventava un incubo nelle stanze della foresteria, ironicamente chiamata “Le Rifuge” (il rifugio), nelle stanze del club, negli hotel presso le sedi dei tornei, a volte addirittura in macchina. Gesti rozzi, carezze volgari che venivano condite da frasi come: “Non voglio farti del male”, “Ti insegno la vita”, “Devi fidarti di me”, “Non dirlo a nessuno”. E poi subentrava la paura, la vergogna, il timore di essere cacciate e perdere ogni speranza di diventare campionesse. Al processo, la Demongeot ha detto di essere stata violentata per un periodo di 9 anni, dal 1980 al 1989. Tutto sarebbe cominciato a Parigi, nell’agosto 1980, in una stanza d’albergo. Isabelle aveva 14 anni e non veniva da una famiglia troppo agiata. Allora prenotarono una sola stanza per coach e giocatrice. “Mi svegliavo di notte con una testa, una mano, una lingua, i baffi. Tutto sul mio corpo". Disgusto, paura e sottomissione. Una ventina di altre ragazze, raggiunte dagli investigatori, hanno confermato i racconti della Demongeot. Tuttavia, gli unici casi ancora processabili erano quelli di Stephanie Carrouget e Karine Pomares, 36 anni. Durante il processo, De Camaret è rimasto imperturbabile, dicendo di aver avuto semplici avventure amorose e una relazione consensuale con la Demongeot. Tre anni fa, la Corte d’Appello di Aix-en-Provence aveva assolto De Camaret per insufficienza di prove, ma la Corte Suprema aveva invalidato la sentenza. E siamo ripartiti daccapo. Tra le tesi difensive c’era un presunto sentimento di rivalsa della Demongeot nei confronti di Nathalie Tauziat, che l’avrebbe detronizzata. Tesi smentita dal fatto che la prima denuncia risale al 2002, presso la Procura di Draguignan, da parte di una delle vittime di casi già caduti in prescrizione. La Tauziat è l’unica ad aver testimoniato a favore del suo ex coach. Attualmente gestisce un club sportivo nelle Lande, in cui De Camaret è azionista. “Lo considero un secondo padre” ha detto.
Molto arrabbiato uno degli avvocati della difesa, Emmanuel Daoud. “Raramente un processo per stupro è stato così pubblicizzato – ha detto – questo ha esercitato una grande pressione sui giudici, rendendoli prevenuti. E’ stato un processo farsa!”. A suo dire, i PM hanno voluto impressionare la giuria attraverso la testimonianza di tante vittime. Daoud ha però riconosciuto che il suo cliente aveva perso la “retta via” ed era stato travolto dal suo ambiente. “Tuttavia, malgrado l’impressione orribile emersa tramite il processo, non si tratta nè di un pedofilo, nè di un pervertito, nè di un malato mentale. E ovviamente non c’è alcun pericolo di recidiva. Si è già chiuso nella prigione che si è costruito”. Dal processo è emerso che le bambine (oggi donne) avevano tra i 10 e i 13 anni quando hanno subito le prime “carezze”. In un processo durato nove giorni, sono sfilate ben 26 donne, Da parte sua, De Camaret ha continuato a professarsi innocente. Al termine del suo interrogatorio, il PM lo ha invitato ad ammettere le sue colpe, in modo da rendere meno doloroso il sentimento delle vittime. La risposta? Un assordante silenzio. “In questi casi il danno umano è più importante della giustizia – ha detto Jean Claude Giudicelli, uno degli avvocati dell’accusa – le vittime hanno subito un danno permanente, e nessuna sofferenza per De Camaret sarà paragonabile alla loro. Ma è fondamentale che venga riconosciuto il loro status di vittime”. Tuttavia, avendo compiuto 70 anni, De Camaret potrebbe usufruire di una legge (modificata nel 2009) he consente ai condannati ultra-settantenni di non aspettare di aver scontato la metà della pena prima di usufruire della libertà condizionata. Per questo, già lunedì potrebbe fare ricorso. “E poi pensiamo di fare appello – conclude l’avvocato Daoud – perchè Regis sostiene la sua innocenza fin dal principio”. La sentenza è appena arrivata, ma questa partita durerà ancora a lungo.
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