Alla vigilia dell’inizio ufficiale del torneo dei big, analizziamo lo stato di salute dei protagonisti, ipotizzando qualche sorpresa ed esprimendo qualche timido desiderio
ROMA – Viene voglia di parafrasare Woody Allen: Sinner non c’è, Alcaraz neppure e Djokovic e Medvedev non si sentono molto bene. Stiamo per assistere ad una delle più equilibrate edizioni degli Internazionali d’Italia, almeno a livello maschile, e il livello medio dovrebbe comunque assicurare spettacolo e divertimento. E allora esaminiamo in dieci chiavi i personaggi principali che vedremo all’opera nelle prossime due settimane.
I NUMERI 1
Djokovic e Swiatek arrivano a Roma con sensazioni molto diverse. Nole non era mai partito così male, già 4 sconfitte (su 11 partite disputate) nell’anno, dodicesimo posto nella Race, tre tornei giocati (più la United Cup) senza allori e nemmeno finali. Anche la Swiatek ha perso 4 partite quest’anno, ma ne ha vinte 32, con i trionfi di Doha, Indian Wells e sabato Madrid. Una cosa li accomuna, entrambi si trovano molto a loro agio al Foro Italico. Djokovic ha trionfato sei volte (la prima nel 2008, l’ultima nel 2022) ed ha un record di 67 vittorie e 11 sconfitte, l’ultima un anno fa contro Rune nei quarti. E chissà, l’assenza di Sinner e Alcaraz potrebbe spingerlo a dare ancora di più per guadagnare qualcosa sui due avversari diretti, prima del Roland Garros dove dovrà difendere i 2000 punti conquistati con il successo del 2023. Da parte sua, la campionessa polacca ha trionfato al Foro Italico nel 2021 e 2022 mentre un anno fa si è fermata per un infortunio nei quarti di finale contro Rybakina sul 2-2 del terzo set.
CACCIA ALLA CONFERMA
Medvedev e Rybakina sono i campioni uscenti. Daniil non ha cominciato male la stagione, ha raggiunto due finali e due semifinali ed è secondo nella Race. Però si è fatto male a Madrid e non sappiamo in che condizioni si presenterà a Roma, dove un anno fa ha ottenuto l’ultimo successo in torneo. Da parte sua Rybakina ha vinto nel 2022 approfittando di tre ritiri (Kalinskaya nel secondo turno, Swiatek nei quarti e Kalinina in finale). Battuta a Madrid dopo una gran battaglia in semifinale da Sabalenka, Elena ha cominciato molto bene la stagione, con l’unica delusione di Melbourne (fuori al secondo turno). La kazaka che non sorride mai ha vinto 30 partite su 35 quest’anno, conquistando i tornei di Brisbane, Abu Dhabi (cemento) e Stoccarda (terra battuta indoor). In nove tornei, sei volte è arrivata almeno alle semifinali.
DA MADRID CON FURORE
Reduce da tre sconfitte di fila al primo turno, Rublev ha clamorosamente vinto a Madrid, il secondo “mille” della carriera dopo Monte Carlo 2023, approfittando anche dei problemi di tanti suoi rivali. A Roma al massimo ha raggiunto i quarti di finale, difficile che gli riesca il bis. Qualche probabilità in più ce l’ha Aryna Sabalenka, vittoriosa nel primo Slam della stagione e protagonista a Madrid di tre splendide battaglie. A Roma però ha sempre giocato male, con l’esclusione della semifinale del 2022, persa dalla solita Swiatek.
POLVERE DI RAFA
Dieci trionfi (nessuno come lui), 69 partite vinte e 8 sconfitte. Questo il curriculum romano di Rafa Nadal, che si appresta a salutare per l’ultima volta il pubblico del Foro, dopo un anno di assenza, da numero 305 del mondo. Nel 2022 si dovette arrendere al terzo turno ai colpi di Shapovalov (e ai problemi cronici al piede sinistro), speriamo questa volta di poterlo applaudire a lungo, anche se il sorteggio (Hurkacz lo aspetta al secondo turno) non lo ha molto aiutato. Certo il pubblico sarà tutto dalla sua parte e il polacco a Roma ha perso all’esordio nelle ultime tre edizioni…
LOLLO E JAS
Fuori dai giochi Sinner, il nostro numero uno è Lorenzo Musetti (29º nel ranking), che nel 2020, partendo dalle qualificazioni, incantò Roma arrivando fino agli ottavi grazie alle vittorie su Wawrinka e Nishikori. Quest’anno pochi lampi e tante ombre nella sua stagione, speriamo che la finale di Cagliari gli abbia restituito almeno un po’ di fiducia sul suo tennis. Per Jasmine Paolini invece è stato finora un grande 2024, che la vede ora collocata in 12ª posizione, grazie soprattutto al trionfo di Dubai. La toscana sembra aver preso finalmente coscienza delle sue possibilità, Roma – dove non ha mai fatto meglio del secondo turno – è l’occasione ideale per una bella conferma.
CORE DE ROMA
Romani, ma curiosamente entrambi nati a Firenze, Matteo Berrettini e Flavio Cobolli sono naturalmente molto attesi dal “loro” pubblico. Inutile tornare sui guai fisici di Berrettini, che a Roma manca dal 2021 e che nel 2020 sfiorò le semifinali, perdendo 7-6 al terzo contro Ruud nei quarti. Quest’anno è tornato in campo a marzo, ha vinto il torneo di Marrakesh poi si è fermato di nuovo. Non gioca dal 9 aprile (primo turno a Monte Carlo perso contro Kecmanovic) ma il Foro Italico può essere un ricostituente efficace. Cobolli è appena reduce dal terzo turno di Madrid, che l’ha spinto al 57º posto, ha strappato nelle scorse settimane qualche scalpo importante e cerca il primo successo a Roma in tabellone. E gli altri? Curiosità per Luciano Darderi, che al Foro si era visto solo nel 2020 (fuori al primo turno delle qualificazioni), noi puntiamo su Arnaldi, che non ha un primo turno semplice ma che è nella zona di Humbert, Jarry, Rublev, chissà…
FABIO FACCI SOGNARE
E poi c’è un ragazzo dell’87 che a Roma non è riuscito mai ad esprimersi al meglio (15 vittorie e 16 sconfitte, una sola volta nei quarti di finale) ma che è sempre nel cuore dei tifosi della Capitale, pronti a perdonargli sconfitte e intemperanze. D’altra parte, siamo tutti un po’ Fognini, no? Evans al primo turno, poi Fritz (comunque in semifinale a Madrid), Korda (o Cobolli)… Proviamo a sognare, dai, fosse anche per l’ultima volta.
SUPER BABY
Tutto gli occhi su Mirra Andreeva, 17 anni pochi giorni fa, 40ª nel ranking dopo i quarti di Madrid. Già una piccola stella, Conchita Martinez al suo angolo, tanta potenza e la capacità di giocare bene i grandi appuntamenti, come dimostrano gli ottavi di finale raggiunti a Wimbledon un anno fa. Al Foro è al debutto assoluto, può diventare la beniamina del pubblico, e poi il suo match di primo turno contro Badosa è da non perdere. Tra gli uomini, merita più di uno sguardo Mensik, 18 anni, finalista a Doha (e vincitore di Dimitrov a Madrid). Può arrivare al terzo turno contro Djokovic.
VEDO DOPPIO
Bolelli e Vavassori, finalisti agli Open d’Australia e vincitori a Buenos Aires, sono secondi nella race per Torino dietro solo a Bopanna-Ebden e vanno a caccia di quel successo che è sempre sfuggito ad una coppia interamente italiana, malgrado gli sforzi di Pietrangeli e Sirola (sei finali perse, più una interrotta per oscurità e mai più completata). Con partner stranieri, hanno invece vinto il torneo Del Bono nel 1931, De Stefani nel 1932, Giovanni Palmieri nel ‘34 e Camporese nel 1991, in coppia con Ivanisevic. Sono invece al decimo posto della Race Errani e Paolini, vincitrici quest’anno a Linz. Proveranno a fare il colpo già riuscito a Luzzatti e Gagliardi nel 1931, Cecchini e Reggi nel 1985, Errani e Vinci nel 2012.
CACCIA ALLA SORPRESA
Chi altro va seguito a Roma? Noi tifiamo per il tennis classico di Dimitrov, che però in 11 partecipazioni è arrivato solo una volta in semifinale, nel 2014. Più possibile che faccia strada Tsitsipas, che in sei tornei romani può vantare una finale e due semifinali. Rune – finalista un anno fa – resta un’incognita e dovrebbe sfidare di nuovo Medvedev nei quarti, come anche Zverev, che a Madrid è uscito agli ottavi ma che al Foro vanta due finali, con il trionfo del 2017. Tra le donne ci incuriosce Danielle Collins, alla sua ultima stagione agonistica, che ha vinto 15 delle ultime 16 partite giocate, che in Italia (a Palermo) ha conquistato il primo dei suoi quattro trofei della carriera e che a Madrid ha disputato una grande partita contro Sabalenka. Ci piacerebbe vedere avanzare Jabeur oppure Gauff, troppo incostanti però finora nel loro 2024.