Nelle due settimane di gara sono tante le vicende degne di nota che restano all’ombra delle vittorie. Le abbiamo portate alla luce
foto Ray Giubilo
L’Australian Open, giunto alla sua 113esima edizione, ha regalato grandi emozioni durante le due settimane di gioco, tra colpi di scena, vittorie sorprendenti e situazioni uniche. Ripercorriamo queste giornate di tennis con alcune curiosità e momenti salienti.
La vendetta di Osaka. Se fosse un film di Tarantino, Osaka indosserebbe una tutina gialla e spunterebbe dalla sua lista i nomi delle giocatrici da superare per mettere in pratica la sua vendetta. Sotto il sole di Melbourne non impugna una katana ma indossa scarpe ocra con un girasole e stringe una racchetta, e la prima tennista che si trova davanti è Caroline Garcia. Inizia qui la sua missione. Con Garcia si mette in scena il remake dell’anno scorso, perché anche al primo turno dell’Australian Open 2024 il sorteggio era stato lo stesso. Nel 2025 cambia però il risultato: Osaka non lascia scampo alla francese e si impone in tre set. Il secondo nome della sua lista è Karolina Muchova e qui la giapponese può vendicare il suo vestito. Ricordiamo tutti lo straordinario outfit con il fiocco gigante dietro la schiena sfoggiato da Naomi Osaka allo Us Open 2024? La risposta probabilmente è sì, peccato però che non l’abbia potuto indossare a lungo perché la ceca l’aveva estromessa dal torneo. Questa volta la storia è andata diversamente, è stata la nipponica a portare a casa il risultato in suo favore. Giustizia è stata fatta.
Un Australian Open salato per Medvedev. L’anno scorso Daniil Medvedev giocava la finale dell’Happy Slam contro Jannik Sinner, quest’anno invece ha rischiato di dover sborsare più di quanto abbia guadagnato. Appena diventato papà per la seconda volta e con probabilmente poca preparazione addosso, non è stato un grande inizio per lui. Tra sceneggiate contro l’arbitro e racchette lanciate contro la rete a rompere la telecamera, l’ammontare della sua multa si attesta su 77.000 dollari a fronte dei 125.000 incassati per il suo secondo turno. L’Australian Open cambia aggettivo per lui e diventa il Sad Slam.
Una Lucky Loser molto lucky e poco loser. La storia di Eva Lys ha dell’incredibile. La giocatrice tedesca aveva perso all’ultimo turno delle qualificazioni ed era pronta a fare il check-in per il volo di ritorno. All’improvviso arriva la chiamata, Anna Kalinskaya si è ritirata e lei viene ripescata. Incredula corre in campo e accade il miracolo: non solo vince il primo turno, non solo vince il secondo turno del tabellone principale, ma vince anche il terzo e si ferma solamente al quarto contro Iga Swiatek. Definita “la più bella settimana della sua vita” – e come darle torto -, Lys diventa la prima lucky loser a qualificarsi agli ottavi di finale dell’Australian Open dal 1988.
La cavalcata degli under 20. Mettete in sottofondo la Cavalcata delle Valchirie di Wagner, simbolo di un’opera eroica, e riguardate le partite che hanno giocato gli under 20 agli Australian Open. È in corso un cambio generazionale, questo è quello che si evince, e ad uscire di scena sono i nati tra il 1996 e il 1998 in favore dei 2004 e 2006. Joao Fonseca, classe 2006, si è presentato come la nuova stella; la sua vittoria al primo turno contro Andrey Rublev (1997) l’ha consacrato come il futuro “Three” dei “Big”. Jakub Mensik (2005), il nuovo campione ceco, ha invece avuto l’onore di estromettere Casper Ruud (1998). Learner Tien (2005), giovane promessa del tennis americano, ha stupito tutti per aver battuto l’ex finalista slam Daniil Medvedev (1996) e averlo consegnato alla sua multa salata. Alex Michelsen (2004), altro giovane talento statunitense, si è spinto fino al quarto turno sconfiggendo nel primo il greco Tsitsipas (1998), che si è dovuto arrendere al karma. Ma non finisce qui, perché anche tra le donne non mancano i talenti precoci come Mirra Andreeva, già presente nel circuito dal 2023. La giovane tennista russa, classe 2007, ha raggiunto il quarto turno dove si è arresa solamente alla campionessa Aryna Sabalenka. La New Gen è in prima linea ormai.
Danimal Collins, la grande villain della WTA. Ogni grande storia ha bisogno di un grande cattivo, la Wta ha trovato il suo: Danielle Collins. C’è chi la ama e chi la odia, ma lei è così e non si può cambiare. Non le manda di certo a dire, la tennista americana che esattamente 12 mesi fa aveva annunciato il suo ritiro per poi rimangiarselo dopo aver giocato la stagione migliore della sua carriera. Un po’ irriverente, un po’ arrogante, ‘Danimal’ è la bad girl del tennis femminile, il classico villain dei racconti che alla fine conquista più del protagonista. Il coraggio non le manca, come non le mancano le qualità tennistiche, e la sua lingua è un’arma tagliente. Al termine di una lunga battaglia con la giocatrice di casa Aiava, l’americana ha preso in giro il pubblico australiano mandando baci ironici, portandosi la mano all’orecchio e mimando il gesto di “baciatemi il c..o”. “Durante la partita mi sono detta: ‘Già che sono qui, tanto vale prendere quel grosso assegno‘. Quindi una parte di questo assegno verrà destinata ad una bella vacanza a cinque stelle come piace a noi”.
Iga, regina dei bagel. Nessun giocatore ha una statistica come Iga Swiatek quando si tratta di bagel. La polacca ne ha serviti ben 64 nella sua carriera, di cui 27 solo nei tornei dello slam. Per la numero due del mondo sembra un’operazione così semplice quella di infliggere alle sue avversarie un 6-0, ma quello che forse è ancora più sorprendente è che lei non ne incassa uno da giugno 2021, quando perse al torneo di Eastbourne contro Kasatkina con il punteggio di 4-6 6-0 6-1. Nella semifinale australiana, persa contro la neocampionessa Madison Keys, ha rischiato di spezzare l’incantesimo ma alla fine ha scampato lo zero rimediando un 6-1. Il suo record per oggi è salvo.