Tre semifinali Slam: Sara Errani ha rivoluzionato la storia del nostro tennis. Lo ha portato da “500 Anni di Tennis” ai tweet in tempo reale. Dalle cineprese a Youtube. Dal passato al presente. 
L'ultimo rovescio di Agnieszka Radwanska è volato via. La racchetta cade per terra, le braccia volano in cielo, il far west tennistico è domato. Sara Errani gode.

Di Riccardo Bisti – 5 giugno 2013

 
Sara Errani ha un pregio e un difetto. Partiamo dal difetto, così ci togliamo il dente. Non dice più niente di interessante nelle interviste. Peccato, perchè alle sue spalle c'è una storia vera. Fino a un anno fa, era un piacere ascoltarla. Nel 2007, quando l’abbiamo intervistata nel giorno dell’ingresso tra le top 100, rivendicava con orgoglio la bontà del suo tennis, i sacrifici, persino la funzionalità del suo servizio. Anni dopo, quando sembrava destinata a veleggiare tra la 30esima e la 50esima posizione, si intrattenne quasi mezz'ora con i giornalisti dopo un anonimo secondo turno. Nonostante fosse già una professionista affermata, pronunciò una frase-shock: “Se mi metto a contare quanto ho speso e quanto ho guadagnato, probabilmente ancora oggi non vado in pari”. Sarita conquistava con la sua spontaneità, era piacevole ascoltarla. Poi, dopo la finale al Roland Garros 2012, durante un’intervista patinata con Vanity Fair, commise l’errore di associare le parole “Federer” e “fighetto”. Apriti cielo: decine, centinaia di proteste, offese. “Chi me lo fa fare” deve aver pensato Sara, che intanto ha scelto di farsi rappresentare dal fratello Davide, ex calciatore semi-professionista. Da allora, il guizzo non arriva più, per la gioia degli addetti WTA e la disperazione dei giornalisti. A inizio Roland Garros, dopo un facile primo turno, le hanno chiesto cosa pensasse delle manifestazioni per i diritti degli omosessuali. “Ho la mia opinione in merito, ma preferisco tenerla per me” ha detto. D’altra parte, non tutti sono come Ernests Gulbis. Il lèttone se ne frega del pensiero altrui, e spute sentenza senza peli sulla lingua. Ancora meglio se si tratta dei colleghi. Sara è diversa. Come puoi biasimarla? Fa un grande utilizzo dei Social Network, è normale che stia più attenta a quello che dice. In fondo, far scrivere buoni articoli non è il suo mestiere.
 
Ciò che sa fare benissimo è spazzolare la sfera gialla con la sua Babolat Pure Drive. L’ha provata per caso un anno e mezzo fa e non se n’è più separata, tanto da definirla “Excalibur” per la capacità di spingere, così importante per chi è alta 164 centimetri. E veniamo al pregio. Sara si è presa decine di rivincite. Contro chi non la considerava (tanto che papà Giorgio, una decina d’anni fa, inviò una lettera a una rivista specializzata chiedendo più spazio per i risultati della figlia), contro tutti i maestri italiani che si rifiutavano di allenarla (forse perchè era piccolina) e contro chi non apprezzava il suo stile (reo confesso, il nostro direttore disse che non sarebbe più andato a vederla dopo aver seguito tre ore di pallettoni all’ITF romano del Tiro a Volo: oggi è ben lieto di essersi ricreduto, tanto da dire: “Se la Radwanska la mette sul tocco, contro la Errani ha trovato pane per i suoi denti”). Una rivincita che è andata oltre. Infilandosi nel portone aperto da Francesca Schiavone, ci ha obbligato a rileggere i libri di storia del tennis. La semifinale non è soltanto una Final Four tennistica. E’ un traguardo reale. Soltanto in semifinale hai la certezza di giocare sul Campo Centrale. Soltanto in semifinale hai la certezza della diretta TV. Soltanto in semifinale hai la certezza che tutti stanno guardando te, e soltanto te. Non è un caso che Roger Federer, in più occasioni, abbia detto che uno dei record di cui va più fiero è la striscia di 23 semifinali Slam consecutive. Quella di domani contro Bulldozer Serena Williams sarà la terza per Sarita, come mai nessuna donna italiana. Soltanto Nicola Pietrangeli ha fatto meglio di lei, ma era l’epoca dei dilettanti.
 
I libri di storia, dicevamo. La Errani ci ha fatto navigare tra pagine sgualcite e ingiallite. Prima della Schiavone, soltanto tre donne ci avevano spinto così avanti nei tornei del Grande Slam. Come Maud Levi Rosenbaum, un’americana di Chicago che difendeva il tricolore nel 1930, quando giunse in semifinale ai Campionati degli Stati Uniti (gli attuali Us Open). Si era sposata con il barone Giorgio di Giacomo Levi. Quattro anni dopo ci fu il divorzio, perse la cittadinanza italiana e divenne la signora Blumenthal, morendo a New York 50 anni dopo, nell’anonimato. O vogliamo parlare di Annelies (o Annalisa) Ullstein, una tedesca che si spostò in Italia per sposarsi due volte (pure lei!), prima con Renato Bossi e poi con il telecronista Giorgio Bellani. Nel 1949 era una vedova 29enne, giacchè il marito era morto un paio d’anni prima in un incidente aereo. Giunse in semifinale al Roland Garros e fu una grande giocatrice, tanto che nell’epoca pre-computer, quando le classifiche erano stilate dal reporter britannico Lance Tingay, fu collocata per due volte tra le prime 10 al mondo. Nel 2009, quando Flavia Pennetta giocò la sua grande estate americana, un efficace ufficio stampa disse che era la prima italiana di sempre a entrare tra le prime 10. Era vero a metà. La Ullstein è ancora in vita, così come Silvana Lazzarino, simpatica romana che oggi ha 80 anni ed è tornata alla ribalta nel 2010, ai tempi dell’impresa della Schiavone. La cercarono tutti, fece anche una comparsata TV su SuperTennis. Quando giocava, la chiamavano “Minnie” come la compagna di Topolino. Un po’ perchè era piccola, un po’ perchè era simpatica da morire. Aveva paura dell’aereo, viaggiava in treno. Al termine di uno di quei viaggi, giunse in semifinale al Roland Garros. Raccolse un solo game contro “Little Mo” Maureen Connolly, ma la storia era già scritta. Così come la sua love story con il forte calciatore del Napoli Haase Jeppson, svedese, con il quale arrivò non troppo distante dal matrimonio.
 
Da allora, il nostro tennis in gonnella ha avuto decine di personaggi. Ma la gloria, quella vera, è arrivata con Francesca Schiavone. Ancora oggi, in virtù dell’impresa di tre anni fa, la milanese è la più forte italiana di sempre. Ma la Errani l’ha già superata sul piano della quantità, centrando un tris che nemmeno papà Giorgio avrebbe immaginato ai tempi in cui scriveva lettere colme di amore e orgoglio paterno. Adesso c’è l’ostacolo più grande: Serena Williams. L’americana viene da 29 vittorie consecutive e contro Sara ha sempre vinto. Ma attenzione: 29. Al 29esimo tentativo, Sara è riuscita a battere una top 10 (lo scorso anno a Parigi, contro la Kerber) e al 29esimo tentativo ha superato una top 5 (la Radwanska, ieri). E se quel 29 dovesse portarle fortuna quando proverà a scalare la montagna americana? Non lo sappiamo. Ma intanto la possiamo già ringraziare. Grazie a lei (e, ovviamente, a Francesca Schiavone), quando si parlerà di età dell’oro del nostro tennis femminile, non sarà più necessario tirare fuori “500 anni di Tennis” o affogare nella polvere di chissà quali pubblicazioni. Youtube, Facebook, Twitter e Google ci diranno tutto. Hai detto niente. 

I MIGLIORI RISULTATI DELLE ITALIANE NEI TORNEI DELLO SLAM
 
VITTORIA
2010 Roland Garros: Francesca Schiavone, (+ Samantha Stosur, Australia, 64 76)
 
FINALE
2011 Roland Garros: Francesca Schiavone (- Na Li, Cina, 64 76)
2012 Roland Garros: Sara Errani (- Maria Sharapova, Russia, 63 62)

 
SEMIFINALE
1930 Campionati degli Stati Uniti: Maud Levi Rosenbaum Blumenthal (- A.Harper, Usa, 63 62)
1949 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- N.Adamson, Fra, 63 60)
1954 Roland Garros: Silvana Lazzarino (- M.Connolly, Usa, 60 61)
2012 Us Open: Sara Errani (- S.Williams, Usa, 61 62)
2013 Roland Garros: Sara Errani (vs. Serena Williams, Usa)

QUARTI DI FINALE
1931 Roland Garros: Lucia Valerio (- C.Aussem, Ger, 86 62)
1933 Wimbledon: Lucia Valerio (- D.E.Round, Gbr, 63 62)
1934 Roland Garros: Lucia Valerio (- R.Mathieu, Gbr, 63 62)
1934 Campionati degli Stati Uniti: Maud Levi Rosenbaum Blumenthal (- D.Andrus, Usa, 61 64)
1947 Roland Garros: Lucia Manfredi (- P.C.Todd, Usa, 61 64)
1948 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- P.C.Todd, Fra, wo)
1950 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- D.J.Hart, Usa, 64 62)
1985 Roland Garros: Sandra Cecchini (- M.Navratilova, Usa, 62 62)
1987 Roland Garros: Raffaella Reggi (- C.Evert, Usa, 62 62)
1989 Wimbledon: Laura Golarsa (- C.Evert, Usa, 63 26 75)
2001 Roland Garros: Francesca Schiavone (- M.Hingis, Svi, 61 64)
2002 Australian Open: Adriana Serra Zanetti (- M.Hingis 62 63)
2003 Wimbledon: Silvia Farina (- K.Clijsters, Bel, 57 60 61)
2003 US Open: Francesca Schiavone (- J.Capriati, Usa, 61 63)
2008 US Open: Flavia Pennetta (- D.Safina, Rus, 62 63)
2009 Wimbledon: Francesca Schiavone (- E. Dementieva, Rus, 62 62)
2009 US Open: Flavia Pennetta (- S. Williams, Usa, 64 63)
2010 Us Open: Francesca Schiavone (- V.Williams, Usa 76 64)
2011 Australian Open: Francesca Schiavone (- C.Wozniacki, Dan 36 63 63)
2011 Us Open: Flavia Pennetta (- A.Kerber, Ger, 64 46 63)
2012 Australian Open: Sara Errani (- P.Kvitova, Cec, 64 64)
2012 Us Open: Roberta Vinci (- S.Errani, Ita, 62 64)