Protagoniste di un simpatico video alla vigilia del torneo, Naomi Osaka e Daria Kasatkina si ritroveranno due settimane dopo nella finale più importante della loro carriera. La giapponese continua a stupire: contro la Halep le bastano 63 minuti, chiude 6-3 6-0 e conferma potenzialità veramente importanti.Due settimane fa erano sul remoto Practice Court numero 14 dell'Indian Wells Tennis Garden per un tutorial su come eseguire un buon tweener, con Daria Kasatkina in cattedra e Naomi Osaka allieva con tanta voglia di applicarsi ma poche attitudini, come testimoniato dal video pubblicato sul canale YouTube della WTA. Domenica pomeriggio, invece, di telecamere (e attenzioni) puntate addosso ne avranno molte di più, perché saranno sullo Stadium 1 a contendersi la vittoria nella finale del BNP Parivas Open, la più importante della loro carriera. È la prima in un Mandatory per entrambe, splendide protagoniste di un torneo che è tornato a mostrare l’anarchia tanto cara al circuito femminile nella passata stagione. Tuttavia, stavolta è quasi interamente merito loro: la Kasatkina si sta confermando ad altissimi livelli e ha vinto il match del torneo contro Venus Williams, mentre la Osaka ha trovato la chiave per iniziare a mantenere le promesse che media e appassionati le hanno cucito addosso da ormai un paio d'anni. Si dice che assomigli a Serena Williams, che possa fare grandi cose, e finalmente ecco la conferma sul campo. In una decina di giorni la giapponese di padre haitiano, nata a Osaka (sì, non è uno scherzo) ma cresciuta negli States, ha fatto fuori Sharapova, Radwanska, Vickery, Sakkari, Pliskova e per ultima la regina della classifica WTA Simona Halep, demolita in una non semifinale da un’oretta e spiccioli. La 20enne dagli occhi a mandorla è partita forte (2-0), si è lasciata subito riprendere, ma dal 3-3 ha vinto tutti i nove game successivi, sufficienti per chiudere 6-3 6-0 e spedire sotto la doccia una Halep davvero fallosissima, e poco disposta a trovare una soluzione. Coach Darren Cahill ha tentato di spronarla, di convincerla a provarci, ma non c’è stato proprio verso. Dopo le tre sconfitte nei precedenti, l’ultimo negli ottavi a Melbourne, stavolta alla Osaka funzionava tutto, a lei nulla. Con la seconda palla di servizio ha raccolto appena 5 punti su 18 (il 28%) e in 63 minuti ha dovuto dire addio all’obiettivo finale.UN BEL PERSONAGGIO PER IL TOUR
Poco male per la Halep, molto bene per il tennis WTA, che guadagna una finale fra under 21: Osaka e Kasatkina sono entrambe nate nel 1997, e in questo momento fanno 40 anni in due. Giusto quattro in più di quel Roger Federer che ha buona probabilità di scendere in campo dopo di loro nella giornata conclusiva. “In Australia contro Simona avevo commesso davvero troppi errori – ha detto la Osaka –, dandole il match in mano. Stavolta invece ho provato a essere solida, rispondere, darle fastidio, senza guardare troppo a ciò che succedeva nella sua metà campo. Non volevo perdere la concentrazione. Sicuramente mi ha sorpreso che all’inizio del secondo set mi abbia regalato più punti rispetto a quanto fa di solito”. Contro la Kasatkina sarà un match da 50 e 50, senza precedenti. “Sarà interessante – ha aggiunto – perché abbiamo uno stile completamente diverso. Ma io cercherò solo di giocare al meglio, senza preoccuparmi troppo di vittoria o sconfitta”. La maturazione della Osaka sta dando ragione al progetto del suo nuovo coach Sascha Bajin, che dopo aver lavorato come ambito sparring partner con Serena, Wozniacki e Azarenka puntava a diventare un allenatore vero e proprio, e ha trovato la fiducia della giapponese. L’arrivo ad alti livelli della Osaka sarebbe una bella notizia per il tennis WTA, che per dar man forte alla sua credibilità ha bisogno anche di qualche personaggio interessante, in grado di far parlare di sé non solo per i risultati sul campo da tennis. La Osaka sembra esserlo: è ironica e autoironica, ama scherzare anche in conferenza stampa e non le piace prendersi troppo sul serio. Un atteggiamento che a livello femminile è decisamente fuori dal coro. Dovesse diventare una top-10 (con la finale sale al n.26, in caso di titolo andrebbe a un passo dalle top-20), c’è da scommettere che, all’aumentare delle interviste, delle conferenze stampa e degli impegni, manager, pr e compagnia bella proveranno a dare un freno al suo spirito, ma l’indole resta una componente molto difficile da modificare. Per fortuna.
WTA PREMIER MANDATORY INDIAN WELLS – Semifinale
Naomi Osaka (JPN) b. Simona Halep (ROU) 6-3 6-0
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