L'EDITORIALE – L'opinione del direttore sugli argomenti più caldi del momento: Fognini, Silent-Ban, Quinzi, la racchetta di Federer…DI LORENZO CAZZANIGA
Marin Cilic è risultato positivo a un controllo antidoping. La notizia è emersa da una fonte giornalistica, altrimente sarebbe rimasta nell'ombra
Di Lorenzo Cazzaniga
Editoriale di TennisBest Magazine – agosto
FABIO FOGNINI ha stupito perfino i suoi maggiori estimatori con due vittorie e una finale ATP consecutive. Ricordo il suo vecchio coach, Leonardo Caperchi, dirmi anni fa: "In Italia abbiamo perfino paura a pronunciare la parola Top 10". Direi che ora non si commette più peccato perché Fognini ha dimostrato di poter puntare a quel traguardo. E la sua ascesa servirà da stimolo anche a chi attualmente sta dietro, Andreas Seppi in primis, che è certamente in grado di migliorare il suo best ranking di numero 18 ATP. E con un buon team di giovani promesse alle spalle, possiamo guardare al futuro con maggiori speranze rispetto a qualche anno fa. Se poi si vuole un Federer o un Nadal, allora bisogna pregare più in alto.
In questo principio d'estate abbiamo imparato un nuovo termine: SILENT BAN. Ci ha pensato l'ATP a farcelo scoprire. In sostanza, se un giocatore viene trovato positivo ad un controlo anti-doping, ma si riesce ad appurare che si è trattato di una "distrazione" dell'atleta, di comune accordo si decide di non rivelare tale positività. Il giocatore viene sospeso ma ufficialmente si cancella dai tornei dichiarando un infortunio. È successo con l'eccesso di glucosio rilevato nel sangue di Marin Cilic, sospeso silenziosamente, con la positività coperta da un banale infortunio. Fin quando un medico croato non ha alzato il coperchio di quella che appare come una pratica inqualificabile. Possiamo essere d'accordo con le squalifiche ridotte in caso di accertata "distrazione" dell'atleta, ma la copertura di una positività è l'azione peggiore che si possa attuare. I responsabili di questa decisione dovrebbero quantomeno presentare le scuse, se non proprio le dimissioni. E una domanda sorge spontanea: quante volte sarà già accaduto in passato?
Ho ascoltato con sorpresa l'intervista di Italia 1 a GIANLUIGI QUINZI. La sorpresa è nata quando ha cominciato a parlare di doping, riferendosi in maniera esplicita a Roger Federer e Rafael Nadal. Se ho ben capito il concetto, GQ non pensa che tali campioni si dopino (anche se ha detto di dubitare di certe prestazioni di Djokovic) ma che, anche lo facessero, non verrebbero mai condannati. Dichiarazioni che vari media hanno definito "forti" e che io definirei "sconsiderate". Temo che la scarsa padronanza della lingua italiana non aiuti la nostra giovane promessa a spiegare le sue intenzioni (e forse sarebbe opportuno evitare che risponda su temi troppo complicati e scottanti), ma resta il fatto che dichiarazioni così allarmanti avrebbero bisogno di un ulteriore approfondimento o quantomeno di un chiarimento. Che Quinzi abbia delle informazioni esclusive? Oppure c'è qualcuno che lo ha convinto di ciò, senza peraltro lo straccio di una prova? In ogni caso, anche solo prima di dubitare delle prestazioni di un atleta, bisognerebbe disporre di informazioni precise, perché una cosa sono le chiacchiere da bar, un'altra un'intervista su Italia 1. Come si sentirebbe Gianluigi se un giorno qualcuno dubitasse della sua qualità fisica? Credo sia necessario che GQ limiti certe affermazioni se vuole essere bene accolto nel circuito professionistico.
ROGER FEDERER ba deciso di (provare a) cambiare racchetta, offrendo involontariamente un consiglio troppo poco ascoltato ai giocatori di club: con l'avanzare dell'età, è necessario affidarsi a telai che aiutino maggiormente un fisico che non garantisce più le prestazioni di una volta. In Italia, una grossa fetta degli appassionati gioca con un telaio troppo complicato per le loro attitudini tecniche, spesso per voler seguire l'esempio di un testimonial-fuoriclasse. Bene, seguite l'esempio di Federer e scegliete, con umiltà, il telaio più adatto alle vostre carattteristiche e non evitate quelli che vi possono aiutare: allungano la carriera, a tutti i livelli.
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