Vincere dopo aver annullato matchpoint è la libidine massima per un tennista. Chi ne ha annullati di più nel 2014? E nella storia? L’Italia è spesso protagonista…

Di Riccardo Bisti – 18 dicembre 2014

 
Non sappiamo se Nick Kyrgios diventerà numero 1 del mondo. Di sicuro, il baby australiano lascia il 2014 con un record in tasca. Nell'anno appena concluso, infatti, è stato il giocatore ad aver annullato più matchpoint prima di vincere una partita. Lo ricordiamo tutti: Wimbledon, terzo turno contro Richard Gasquet. Fu il prodromo ideale al trionfo contro Rafael Nadal, due giorni dopo sul Centre Court. Ma se contro lo spagnolo vinse in quattro set, contro il francese dovette annullare ben nove matchpoint. L’impresa si colloca al terzo posto assoluto nell’Era Open. Il primato, guarda un po’, appartiene a un giocatore italiano. Roma, 1976: Adriano Panatta battè Kim Warwick al primo turno, cancellando la bellezza di 11 matchpoint. Fu l’inizio della grande scalata verso i successi a Roma, a Parigi (anche al Roland Garros cancellò un matchpoint a Hutka) e in Coppa Davis. Un record che resiste ancora oggi, anche se in realtà è stato eguagliato 13 anni dopo, in una circostanza meno nota: 1989, torneo ATP di Schenectady, defunta tappa pre-Us Open. Simon Youl battè Glenn Michibata col punteggio di 3-6 7-6 7-6 dopo aver annullato 11 matchpoint, proprio come Adriano. Tuttavia, l’Italia non è presente soltanto in positivo. Nel 21esimo secolo, infatti, il record negativo appartiene ad Andreas Seppi. Nel 2004, ancora ventenne, perse una partita incredibile contro Rainer Schuettler al torneo ATP di Kitzbuhel. Fu un clamoroso 3-6 7-6 6-0 con dieci matchpoint sciupati. L’altoatesino si sarebbe rifatto cinque anni dopo, quando si è imposto nel tornei austriaco.
 
MALEDETTO ALLISON
L’Italia, ahinoi, è protagonista in negativo nel record di tutti i tempi. Bisogna andare al 1930, nella sfida di Coppa Davis contro gli Stati Uniti. Parigi fu teatro dell’incredibile sconfitta di Giorgio De Stefani per mano di Wilmer Allison col punteggio di 4-6 7-9 6-4 8-6 10-8. L’azzurro, che poi sarebbe diventato un grande dirigente, ebbe la bellezza di 18 matchpoint. Ne sciupò due nel quarto set (dove era stato avanti 5-2), e addirittura sedici nel quinto, quando Allison recuperò da 1-5. Cifre del genere non si sono più riviste, ed anzi i nove matchpoint salvati da Kyrgios entrano a pieno titolo nella storia recente, anche per l’importanza della partita. Nel 2014 sono stati annullati ben 204 matchpoint che poi sarebbero stati rimpianti. Alle spalle dell’australiano troviamo Pablo Cuevas, che ne ha cancellati otto a Ivan Dodig sul cemento di Kuala Lumpur. In un eterno primo turno dell’Australian Open, prima di vincere 16-14 al quinto, Gilles Simon ha annullato 7 palle match a Daniel Brands. Ha fatto altrettanto, in una cornice meno importante, Benjamin Becker. Il tedesco ha cancellato sette matchpoint a Jesse Huta Galung al primo turno del torneo ATP di Zagabria. Via via, tutti gli altri. Ripercorrendo le statistiche, emergono alcuni dei match più interessanti della stagione. Di sicuro non abbiamo dimenticato Kohlschreiber-Brown ad Halle, in cui “Dreddy” ha sprecato cinque matchpoint in uno splendido tie-break finale, perso 18-16. (“In uno dei matchpoint ho sbagliato un dritto che di solito gioco a occhi chiusi" avrebbe detto).
 
A MONFILS GIRA MALE

Impossibile dimenticare le due beffe di Andy Murray a Tommy Robredo, entrambe in una finale, entrambe dopo cinque matchpoint sciupati. La prima si è verificata a Shenzhen, la seconda a Valencia, a casa dello spagnolo. Dopo l’ultimo punto, era talmente frustrato che ha rivolto un dito medio allo scozzese prima di abbracciarlo. Molti ricordano i quattro matchpoint buttati via da Stan Wawrinka nella semifinale delle ATP World Tour Finals contro Federer. Tre li ha giocati con un improbabile serve and volley che lo ha condannato. Anche Rafa Nadal ha avuto i suoi problemi: a Rio de Janeiro, forse distratto dall’avvenenza delle hostess che gli ronzavano attorno ai cambi di campo, ha rischiato di perdere contro Pablo Andujar. Ha annullato due matchpoint, ma poi se l’è cavata. Non poteva mancare Fabio Fognini, che in ben due occasioni ha annullato due matchpoint, sempre contro francesi. A Cincinnati ha salvato un match pirotecnico contro Edouard Roger Vasselin, ripreso per i capelli dopo un inizio disastroso. E non poteva mancare la riproposizione del “clasico” contro Gael Monfils, battuto a Indian Wells dopo l’ennesima battaglia. Indimenticabile anche il quarto di finale dello Us Open tra Roger Federer e lo stesso Monfils. Per due volte, lo svizzero si è trovato sull’orlo del baratro ma si è salvato per un pelo. Ne ha pagato le conseguenze nella semifinale contro Cilic. A chiudere, fa piacere ricordare il matchpoint annullato da Andreas Seppi a Lleyton Hewitt in Australia. Non è stata un partita memorabile sul piano tecnico, ma ha finalmente regalato ad Andy il suo primo successo sul Centrale di uno Slam. Fu una splendida battaglia, regalo anticipato per i 30 anni che avrebbe compiuto un mese dopo.