Riviviamo (con video) i cinque più significativi “comeback” degli ultimi anni. Da un matchpoint annullato sono nate alcune delle storie più esaltanti nella storia del tennis.
Djokovic sfoga la tensione dopo la grande vittoria su Federer allo Us Open 2011
Di Riccardo Bisti – 23 febbraio 2012
“Non è mai finita finchè non è finita”. Il tennis è uno sport affascinante perché non è scandito dal cronometro. In teoria, ogni match potrebbe durare all’infinito. La storia del nostro sport e costellata di rimonte impossibili, eccezionali. Spicchi di storia di cui ci si ricorda ancora oggi. Grazie alla vetrina onnivora di Youtube, tanti episodi si sono scrollati di dosso la polvere e sono tornati di attualità. Per questo, grazie allo spunto di Bleacher Report, vale la pena ricordare i cinque più emozionanti “comeback” della storia recente. Quando un giocatore era a un passo dal baratro ha saputo risollevarsi e trionfare. Episodi incancellabili nella mente di ogni appassionato.
5 – US Open 2011: Novak Djokovic b. Roger Federer 67 46 63 62 75
Federer aveva già battuto il serbo al Roland Garros. A Flushing è andato avanti di due set, ha rifiatato ma è volato 5-3 nel quinto. Stava giocando meglio, era ad un passo dal traguardo. 40-15, due matchpoint. Sul primo, Djokovic si inventa una risposta di dritto a occhi chiusi, a velocità supersonica. Il bolide resta in campo e Federer resta di sasso. Fallisce anche il matchpoint successivo (dritto spinto fuori dal nastro) e poi sparisce dal campo. Il serbo infila quattro giochi consecutivi e vola in finale, dove avrebbe battuto Nadal e sigillato il terzo Slam stagionale.
4 – Us Open 1996: Pete Sampras b. Alex Corretja 76 57 57 64 76
Sampras non stava in piedi. Contro un giovanissimo Corretja, nei quarti di finale, rigettò sul decoturf dello Us Open le ultime tre cene. Lo spagnolo giocò la partita con gli occhi pieni di speranza. Si issò al matchpoint, ma l’americano lo cancellò con una folle discesa a rete. Volèe bassa incrociata e volèe in allungo sul passante cerca-gloria di Corretja. Il match finì con un doppio fallo e Corretja in lacrime. Pete avrebbe vinto il torneo battendo Michelino Chang in finale.
3 – Roland Garros 2009: Roger Federer b. Tommy Haas 67 57 64 60 62
Rafa Nadal aveva appena perso contro Robin Soderling, lasciando sguarnito il suo impero parigino. Per Federer era un’occasione unica per vincere l’unico Slam che gli mancava. La pressione era tutta su di lui. Negli ottavi pescò il 31enne Tommy Haas, che per un paio di set giocò il tennis della vita. Sotto 4-3 nel terzo set dopo aver perso i primi due, lo svizzero fronteggiò una palla break in condizioni psicologiche disastrose. Inventò un dritto a uscire che ancora oggi è ricordato come magia. Non era un matchpoint, ma tutti sanno che il match sarebbe finito lì. Il trionfo al Roland Garros 2009 è figlio di quel colpo.
2 – Wimbledon 2011: John Isner b. Nicolas Mahut 64 36 76 67 70-68
E’ la partita più lunga nella storia del tennis. Difficilmente questo record verrà battuto. In questo caso, i matchpoint furono annullati dal giocatore che poi avrebbe perso. Nella seconda delle tre giornate di questa partita infinita, Mahut cancellò diverse palle match rifiutando l’idea della sconfitta. Fu quasi eroico nella sua ostinazione. Ma nel terzo giorno di ostilità, il fato decise che avrebbe dovuto vincere il giocatore più forte. Purtroppo per il francese, Isner è più forte di lui. Gli resterà la consolazione di aver donato i suoi oggetti al museo della Hall of Fame di Newport.
1 – Roma 2006: Rafael Nadal b. Roger Federer 67 76 64 26 76
Bleacher Report aveva scelto la finale di Wimbledon 2008, vinta da Rafa ma dopo che lo svizzero aveva annullato (da campione) due matchpoint nel tie-break del quarto set. Secondo noi, invece, è molto più significativa la finale romana del 2006. La rivalità era agli inizi, con Federer ancora dominante e Rafa competitivo soprattutto sulla terra rossa. Batterlo a Roma, al termine di una finale epica, avrebbe significato molto per Federer. Probabilmente avrebbe rovesciato gli equilibri psicologici di una rivalità che ha spesso sorriso a Nadal. Chi si oppone alla tesi di Federer come il più forte di tutti i tempi, cita sempre il deficit negli scontri diretti con Nadal. Se Roger avesse tenuto in campo quel dritto lungolinea, probabilmente avrebbe tolto anche questa argomentazione. Ma non andò così, e Rafa vinse gli Internazionali per il secondo anno di fila. Ma quel successo ebbe molti significati.
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