Gli Australian Open sono ormai alle porte, e per tanti nel circuito maschile così come nel femminile rappresentano la prima occasione di riscatto dopo un 2024 chiaroscuro

Foto Ray Giubilo

E’ tempo di Australian Open, il primo grande appuntamento del nuovo anno. Abbiamo selezionato dodici personaggi che dopo un 2024 più o meno deludente, cercano una nuova stagione da prima pagina.

Daniil MEDVEDEV – Può sembrare strano chiedere qualcosa di più al numero 5 del mondo, ma è un dato di fatto che il mai banale Daniil – che aveva chiuso al terzo posto il 2023 – sprecato il vantaggio di due set nella finale in Australia contro Sinner, nell’ultima stagione non è stato mai o quasi in partita ad altissimi livelli, malgrado tanti piazzamenti. Soprattutto contro Jannik ha dato l’impressione di non avere più le armi per vincere, come succedeva regolarmente un paio di anni fa. La conferma arriva dalle otto sconfitte negli ultimi nove incroci ufficiali, dove ha vinto solo nei quarti di Wimbledon, giocati dal nostro campione in condizioni fisiche non certo ideali. E anche contro Alcaraz, Daniil ha perso le quattro sfide più recenti. «Devo trovare un modo per battere Sinner», il suo obiettivo dichiarato per il 2025, però Medvedev non vince un torneo da Roma 2023 e in Australia rischia di trovare Jannik o Carlos già nei quarti di finale. Melbourne lo ha visto finalista tre volte negli ultimi quattro anni, saprà nuovamente esaltarlo?

Nole DJOKOVIC – Dopo gli addii di Federer, Murray e Nadal, è rimasto l’ultimo dinosauro di un tennis che sembra già aver scelto in Sinner e Alcaraz i nuovi idoli da idolatrare. Ma il serbo – sceso al 7º posto in classifica dopo un anno che gli ha regalato un solo vero sorriso, alle Olimpiadi, e così in basso non finiva una stagione dal 2017 (12º) – non ha ancora intenzione di abdicare. Dopo l’oro di Parigi va a caccia della 100ª vittoria in torneo e soprattutto dell’ultimo record, di quel 25º titolo dello Slam che gli permetterebbe di staccare Margaret Court e di isolarsi al primo posto tra i più giocatori più vincenti della storia. E poi c’è il nuovo sodalizio con Murray che incuriosice. Certo, a Brisbane si è fermato ai quarti di finale, non riesce più a superare Sinner, ma Melbourne è casa sua, ci ha già vinto dieci volte, batterlo non sarà certo facile. E quella testa di serie numero 7 promette incroci molto pericolosi già nei quarti di finale.

Stefanos TSITSIPAS – Una delle più grandi delusioni del 2024, chiuso all’undicesimo posto del ranking dopo cinque stagioni nelle quali non era mai sceso al di sotto del 6º posto. Certo, ha battuto Sinner, nella “sua” Monte-Carlo (dove ha trionfato per la terza volta) però per il resto ha inanellato parecchie delusioni, perdendo anche da gente come Monteiro, Ruusuvuori, Kokkinakis, Michelsen. «Sto cercando di reinventarmi – ha dichiarato pochi giorni fa – perché mi sento come se fossi rimasto intrappolato per mesi in una versione di me stesso di cui non sono riuscito a liberarmi». Alla United Cup ha superato Carreno Busta per poi cedere a Shevchenko, lamentando platealmente i soliti problemi con il rovescio. «Cerco un nuovo inizio», ha detto, e chissà che in Australia – dove ha giocato la finale del 2023 ed altre tre volte è arrivato in semifinale – non lo trovi davvero. Intanto venerdì lo vedremo in azione contro Sinner in un match di esibizione alla Rod Laver Arena.

Holger RUNE – Quale sarà nel 2025 il vero Rune? Il campione che battè nel 2022 (a 19 anni!) Djokovic nella finale di Bercy e poi nel 2023 arrivò in finale a Monte Carlo e Roma salendo al 4º posto del ranking, oppure il bambino strepitante e falloso del 2024, dove ha fatto parlare più per i suoi numerosi cambi di allenatore (adesso è tornato con Lars Christensen, suo primo coach) che per i risultati, molto altalenanti anche se nel finale di stagione è sembrato in leggero miglioramento? Da possibile terzo uomo nel duello tra Sinner e Alcaraz, il norvegese si è molto staccato ed ha chiuso l’anno al 13º posto. A Brisbane, dove un anno fa giocò la finale, è stato appena battuto da Lehecka al primo turno ma noi non crediamo che a 21 anni Holger abbia già espresso il meglio di sè. «Non ho bisogno di cambiare tutto nel mio gioco, ma di limare qualche piccolo dettaglio – ha dichiarato recentemente – voglio massimizzare il mio potenziale e, se ci riuscirò, credo di poter vincere degli Slam». Forse fin troppo ottimista, ma nel 2025 lo immaginiamo di nuovo (almeno) nella Top Ten.

Hubert HURKACZ – Dalla finale di Halle dello scorso giugno – persa da Sinner dopo un doppio tie break – il bombardiere polacco ha fatto poco, complice soprattutto un infortunio subito nel secondo turno di Wimbledon. E così dal sesto posto di agosto è via via scivolato fino a chiudere l’anno in 16ª posizione dopo tre anni nella Top Ten. Riparte con un super team nel suo angolo – dopo il divorzio da Craig Boynton, il suo storico coach, si è affidato alla inedita coppia Lendl-Massu – e lo aspettiamo con curiosità in Australia dove un anno fa battagliò a lungo contro Medvedev nei quarti di finale, perdendo 6-4 al quinto set. Intanto, nella United Cup, a tratti è sembrato il vero Hurkacz: ha perso le prime due partite contro Ruud e Machac, ha battuto Harris e Shevchenko per poi perdere solo al tie break del terzo set in finale contro Fritz.

Ben SHELTON – Ha 22 anni e tutta una carriera davanti, ma ci aspettavamo qualcosa di più da questo picchiatore mancino, che aveva chiuso alla grande il 2023 (semifinale agli Us Open, vittoria su Sinner a Shanghai, trionfo a Tokyo) e che invece nel 2024 ha ottenuto pochi risultati da ricordare, ha contribuito con due sconfitte alla deludente prova degli Usa in Coppa Davis, e ha chiuso quattro posti indietro rispetto all’anno precedente (da 17 a 21). Sinner poi l’ha incontrato altre tre volte, ma non ha portato a casa nemmeno un set. Sta cercando di lavorare sul suo gioco, non vuole più puntare esclusivamente o quasi sul servizio, è tra i più attesi del nuovo anno.

Felix AUGER-ALIASSIME – Tutto qui, caro Felix? Dopo lo splendido 2022 chiuso al sesto posto con la vittoria in Coppa Davis a rendere davvero storica la sua stagione, il brutto 2023 sembrava solo una parentesi negativa da archiviare in fretta. E invece il talentuoso ragazzo del 2000, capace di un gioco spettacolare ma troppo alterno, non è riuscito a tornare ai suoi livelli ed ha anzi confermato il grigio 29º posto in classifica. La finale di Madrid ha rappresentato il picco del suo 2024, ha giocato bene anche alle Olimpiadi, dove ha battuto Medvedev e Ruud perdendo da Alcaraz prima e da Musetti dopo, nella finale per il bronzo. Poi tanti risultati negativi, due uscite al primo turno a Wimbledon e Flushing Meadows e il forfait nella finale di Coppa Davis a Malaga. Anche lui sente che non può perdere altro tempo, come ha fatto capire nelle sue più recenti dichiarazioni: «Provo un senso di urgenza, se voglio rimanere a contatto con Alcaraz e Sinner. Mi dico, “non puoi lasciarli vincere ancora, se lo fanno congratulazioni a loro, ma così inizieranno ad allontanarsi troppo”». Intanto ha chiuso il rapporto con Toni Nadal, che lo aiutava dal 2021. Negli Slam Felix non ha mai fatto sfracelli, a Melbourne la prima verifica.

Lorenzo SONEGO – Ha perso altri sette posti in classifica (dal 46º di fine 2023 all’attuale 53º) ed ha lasciato la Top 50 dopo quattro anni. Ma soprattutto, se un anno fa Sonego era il quarto italiano nel ranking ed aveva appena trionfato in Coppa Davis, ora si ritrova settimo tra gli azzurri e fuori dagli ultimi convocati della Davis. Il 2024 gli ha regalato, dopo una separazione emotivamente difficile da Gipo Arbino, suo storico coach, la vittoria nel torneo di Winston Salem e poco altro ma il ragazzo di Torino, 30 anni a maggio, vuole cominciare la nuova stagone con un altro spirito (e con la presenza saltuaria nel suo staff di Vincenzo Santopadre, che affiancherà Fabio Colangelo): «Il 2025 deve essere l’anno della mia riscossa – ha detto Lorenzo – ho lavorato intensamente nell’ultimo mese per iniziare forte. Voglio fare bene e migliorare la mia classifica, so di avere la maturità personale e tennistica per fare un bel salto in avanti». A Hong Kong ha battuto Nakashima e perso da Norrie, a Melbourne non ha mai passato il terzo turno, ma chissà…

Elena RYBAKINA – Per lei vale il discorso fatto per Medvedev: la kazaka occupa un ottimo sesto posto in classifica ma la seconda parte del 2024, dalla semifinale di Wimbledon in poi, è stata talmente sfortunata e strana (solo sette partite giocate, quattro perse) a causa di vari problemi fisici e con un divorzio dal suo storico coach Stefano Vukov appesantito da storie di maltrattamenti (regolarmente smentiti da Elena) che siamo curiosi di capire se potrà tornare ai livelli del trionfo di Wimbledon del 2022. Nella Hopman Cup ha ben giocato – tre vittorie facili e una sconfitta, lottata, contro Swiatek – ma il contorno sembra ancora molto confuso. Goran Ivanisevic è ufficialmente il suo nuovo coach (ma fino a quando?), intanto Elena ha annunciato il ritorno nel suo team di Vukov (in Australia in questi giorni) che però è stato provvisoriamente sospeso dalla WTA per una presunta violazione del codice di condotta del tour femminile. Durissima la reazione di Pam Shriver, ex campionessa e ora allenatrice di Vekic: «È tempo che il nostro sport si opponga agli abusi noti e alle manipolazioni settarie alle giocatrici. Questa è una situazione molto triste, le mie preghiere sono tutte per Elena».

Ons JABEUR – Siamo in tanti a tifare per la simpatica e brava trentenne tunisina, dal gioco deliziosamente demodè, che è tornata in campo dopo un’assenza di quattro mesi a causa del persistente infortunio alla spalla che si è sommato ai cronici problemi al ginocchio destro. A Brisbane è ripartita dal 42º posto nel ranking – lei che era stata seconda a fine 2022 e può vantare tre finali Slam – ed ha passato tre turni prima di perdere da Mirra Andreeva, mostrando una forma dignitosa. L’Open d’Australia non le ha mai portato troppa fortuna – al massimo si è spinta fino ai quarti di finale, nel 2020 – ma non essendo testa di serie si candida come una delle peggiori avversarie da affrontare nei primi turni.

Maria SAKKARI – Tre anni fa era salita al 3º posto del ranking, il 2023 lo aveva chiuso al nono, ora la ritroviamo in 32ª posizione. Una discesa clamorosa, causata da alcuni problemi fisici – non scendeva in campo dagli Us Open per un infortunio alla spalla destra – e da un gioco non più incisivo come ai bei tempi. Nel 2024 solo il guizzo della finale di Indian Wells e tante delusioni. E’ ripartita dalla United Cup dove ha vinto appena dieci game in due partite, contro Bouzas Maneiro e Rybakina, ed ha poi perso nelle qualificazioni di Adelaide. In vista degli Open d’Australia, dove non ha mai superato gli ottavi, non proprio un bel biglietto da visita.

Marketa VONDROUSOVA – Una carriera funestata da tanti infortuni, quella della talentuosa mancina ceca. Nel 2023 sembrava essere tornata in buona forma – con la vittoria di Wimbledon come la giusta ricompensa dopo tanti guai – e invece il suo 2024 è stato un altro anno da dimenticare. Prima il divorzio dal marito, Stepan Simek, dopo solo due anni di matrimonio, poi un infortunio alla mano e alla fine l’operazione alla spalla sinistra che l’ha costretta a chiudere la stagione a luglio. Scesa dal numero 7 di fine 2023 all’attuale 39º posto del ranking, ci riprova in un torneo che non le ha mai portato troppa fortuna. Ma rivederla in campo è già un buon risultato.