Non solo le prime trentadue teste di serie, ma sono tanti i giocatori da monitorare e le possibili sorprese in questo Slam
L’Open d’Australia, primo appuntamento importante della stagione, si presenta come al solito come un rebus di non facile soluzione. Sinner parte naturalmente come il grande favorito, ma molto importante sarà anche il sorteggio di questa notte. Sono tante le trappole possibili, vista la distribuzione delle teste di serie, che ha seguito correttamente l’ultimo ranking (oltre a Jannik, noi abbiamo anche Musetti al 16º posto e Cobolli al 32º). Con Sinner numero 1, Alcaraz 3 e Djokovic 7, i tre campioni potrebbero ritrovarsi tutti nello stesso quarto di tabellone, e potremmo aggiungerci anche Medvedev, finalista tre volte nelle ultime quattro edizioni, attualmente numero 5. Tutto il contrario, insomma, rispetto a quello che avvenne un anno fa, con le prime quattro teste di serie che erano nell’ordine Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner.
Anche escludendo i primi 32 della classifica, sono comunque tanti i rivali fastidiosi che si possono affrontare nei primi turni. Chi sarebbe contento, infatti, di sfidare subito Berrettini, fuori dalle teste di serie per tre posizioni (è 35º nel ranking). Malgrado la sconfitta subita pochi giorni fa a Brisbane da Thompson, Matteo resta un avversario molto temibile sul cemento di Melbourne, dove fu semifinalista nel 2022. E il ricordo va subito alla sfida di secondo turno dell’ultimo Wimbledon tra Sinner e Matteo, vinta dall’altoatesino per 7-6 7-6 2-6 7-6. Restando a Jannik, che dire di un incrocio con Kyrgios (sempre che il petulante australiano riesca a scendere in campo). Le polemiche sempre più esagerate e sempre meno credibili di Nick – appena tornato in campo dopo un’assenza di quasi due anni – in merito al caso doping del quale è ancora prigioniero il nostro, porterebbero l’interesse e l’attesa per questo eventuale match a livelli altissimi. I due si sono incontrati solo una volta, negli ottavi di Miami del 2022, e finì con un dimenticabile 7-6 6-2 per l’azzurro. Questa volta ci aspetteremmo fuochi d’artificio e magari un po’ di trash talking da parte dell’australiano, perché sul piano tecnico non ci dovrebbe essere troppa partita tra i due.
E gli altri? Fa paura l’Opelka visto all’opera a Brisbane – dove ha battuto soprattutto Djokovic, e poi anche Arnaldi e Mpetshi Perricard prima di arrendersi in finale al mal di schiena – anche se non giureremmo sulla tenuta atletica sui cinque set, essendo tornato alle gare da poco dopo quasi due anni di assenza per l’operazione all’anca a cui si è sommato anche un problema al polso. Se in giornata giusta, Bublik e Struff possono dare fastidio, anche se in Australia non hanno mai fatto tanta strada, Michelsen e Zhizhen Zhang sono altri picchiatori di cui non fidarsi troppo. Più pericolosi ci sembrano il 2005 Mensik, che un anno fa a Melbourne partì dalle qualificazioni e poi perse in cinque set contro Hurkacz in secondo turno, o magari Kokkinakis, che quando sente sapore di casa gioca sempre al meglio, e a Melbourne due anni fa travolse Fognini prima di perdere un clamoroso match contro Murray. Shapovalov – che nel 2021 in Australia battè Sinner e un anno dopo perse contro Nadal una splendida battaglia in cinque set – sembra in ripresa ma con i soliti difetti, i nostri Arnaldi, Sonego, Darderi promettono battaglia, Griekspoor ormai lo conosciamo bene. E poi c’è Alexandre Muller, non più giovanissimo (ha 27 anni) che ha appena vinto il torneo di Hong Kong dopo aver perso il primo set in tutti e cinque gli incontri disputati (terzo a riuscire in questa impresa nell’era Open). Francese di Poissy, con un gioco divertente da vedere, in una recente intervista all’Equipe ha parlato del morbo di Crohn, una infiammazione cronica dell’intestino di cui soffre da dieci anni, e dell’impatto sulla sua carriera. E’ sicuramente in forma, non vincerà a Melbourne (dove ha giocato finora due volte, con una sola partita vinta) ma tiferemo per lui.
Anche in campo femminile, dove spicca la quarta testa di serie affidata a Jasmine Paolini – dietro Sabalenka, Swiatek e Gauff – non mancano le mine vaganti, come le finaliste di Wimbledon 2023, Vondrousova (22 ace nel suo primo turno ad Adelaide) e Jabeur, al ritorno dopo tanti mesi di assenza, oppure come Naomi Osaka, vincitrice a Melbourne nel 2019 e 2021, se riuscirà a recuperare dal problema agli adduttori che l’ha costretta al ritiro nella finale di Auckland di domenica, dopo aveva vinto il primo set. Cerca una seconda giovinezza la neomamma Belinda Bencic – travolta da Paolini in Hopman Cup – seguiremo con curiosità Caroline Garcia, al rientro dopo una pausa di tre mesi per fuggire dall’ansia e dagli attacchi di panico di cui era stata vittima negli ultimi tempi, e le prestazioni delle sorelle Kudermetova. Polina, la più piccola (classe 2003), è appena stata finalista a Brisbane, dove ha vinto sette partite ed ha strappato il primo set a sua maestà Sabalenka. Ha guadagnato così 50 posizioni nel ranking, dove ora è 57ª, con annesso sorpasso alla ventisettenne Veronika, due anni fa numero 9 del mondo e ora precipitata al 77º posto.
Ultima riflessione sulla danese Tauson, 22 anni appena compiuti. Nel 2021 vinse due tornei salendo fino alla 44ª posizione del ranking per poi essere frenata da notevoli problemi alla schiena. Con la vittoria di Auckland è risalita al numero 41 del ranking, ha un gioco che può fare male a tante.