“Questa vittoria vale molto di più rispetto a quella di aprile, a Barletta”. Lorenzo Sonego (in alto, foto di Felice Calabrò) aveva già battuto Andrej Martin, ma lo slovacco stava vivendo un periodo difficile. Adesso, invece, è reduce dalla prima finale ATP e pochi giorni fa ha addirittura centrato il terzo turno al torneo olimpico di Rio de Janeiro. Non a caso, si è presentato al Trofeo Dimmidisì di Manerbio (42.500€, terra) da testa di serie numero 3. Ma Sonego lo ha aggredito sin da subito, imponendosi con un netto 6-3 6-2. Se non è la migliore vittoria in carriera, poco ci manca. Ed è bello che sia arrivata nella settimana in sui “Sonny” festeggia il best-ranking al numero 277 ATP. La strada è ancora lunga, ma i risultati stanno lentamente dando ragione alle sensazioni. Accompagnato a Manerbio da coach Gipo Arbino, Umberto Rianna per conto della FIT e dalla madre (“Che di tanto in tanto ama seguirmi, specie quando gioco non troppo distante da casa”), Sonego ha mostrato tutte le qualità che ne fanno una bella speranza del nostro tennis: servizio e dritto vibranti, quasi esplosivi, e grinta da vendere. Ciò che colpisce del torinese è la sua…doppia faccia. In campo è un guerriero, gioca con grande grinta e fa sentire la sua carica agonistica. Fuori è un ragazzo ben educato, di poche parole. “Sono partito carico e ben deciso, sapevo che quando Martin va in fiducia diventa molto pericoloso, quindi ho cercato di scattare forte dai blocchi – racconta Lorenzo – l’ho messo subito in difficoltà e si è un po’ scoraggiato, anche se a un certo punto il match è entrato in lotta”. Avanti 3-0 con doppio break, Sonego si è visto riavvicinare sul 3-2 e ha dovuto cancellare alcune palle break sia nel sesto che nell’ottavo game. Le ha giocate con autorità, mostrando una crescita decisa rispetto all’anno scorso, quando si presentò da numero 587 e perse subito contro Pere Riba. “Una volta intascato il primo set, il secondo si è messo in discesa. Ho giocato sempre meglio e lui si è demoralizzato. E’ andata molto bene, anche perché ero reduce da un attacco febbrile: a Cordenons mi sono dovuto ritirare perché mi era salita a 39”.
UN CONNUBIO CHE FUNZIONA
Il 2016 sta dando buone risposte sul piano della continuità: sembra che Sonego abbia imparato a giocare i punti importanti. “E’ vero, sono molto migliorato sotto questo aspetto. Le sconfitte mi sono servite, ho accumulato esperienza e finalmente riesco a concretizzare i punti importanti. Diciamo che gioco allo stesso modo tutti i punti, mentre in precedenza avevo alti e bassi che mi impedivano di avere il giusto equilibrio in campo”. Sonego fa parte del progetto Over 18 varato dalla FIT per dare una mano ai giovani azzurri nei primi anni di professionismo. “C’è un rapporto bellissimo, cercano di aiutarmi e ci sentiamo una famiglia – continua Sonego – Umberto Rianna ha tantissima esperienza e mi sta facendo capire tante cose. Avendo allenato giocatori molto forti riesce a darmi una mano, soprattutto sull’atteggiamento e sul modo di stare in campo”. Senza dimenticare la presenza di Gianpiero Arbino, suo storico coach. “Lui è come un secondo padre, tra di noi c’è una figura incredibile, averlo ai tornei mi serve tantissimo. Ancora oggi è in grado di insegnarmi qualcosa ogni giorno”. Insegnamenti di cui avrà bisogno al secondo turno, dove se la vedrà con il tedesco Maximilian Marterer, numero 261 ATP e in gran forma, reduce dalla finale al Challenger di Meerbusch. In virtù di questo risultato è entrato in tabellone grazie a uno special exempt.