LA STORIA – Il giocatore di più bassa classifica nel singolare maschile olimpico sarà il barbadiano Darian King, numero 164 ATP. Messo alle spalle un passato burrascoso, ha vinto due Challenger consecutivi ed è stato messo sotto contratto dalla Creative Artists Agency, la stessa di Cristiano Ronaldo.

Eccola qui, la grande occasione per lavare via il passato. Il giocatore di più bassa classifica alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (salvo Jerzy Janowicz, che però è appena tornato dopo oltre 6 mesi) si chiama Darian King. Il giocatore di Barbados è numero 164 ATP e sta vivendo un momento fantastico, il migliore della sua carriera. Nel mese di luglio, proprio come il nostro Federico Gaio, ha vinto due challenger consecutivi. Ma è stato ancora più bravo, perché li ha intascati su due superfici diverse. Prima a Cali, sulla terra battuta, poi a Binghamton, sul cemento. Non c’era modo migliore per festeggiare la wild card che la commissione tripartita gli ha assegnato per il torneo olimpico. Dovesse fare bella figura, Darian potrebbe cancellare un paio di episodi non troppo edificanti. Il primo è ben noto: nell’ottobre 2014 fu squalificato dal challenger di Charlottesville perché aveva scagliato una racchetta contro il telone di fondocampo e il fusto, sullo slancio, ha colpito alla schiena una giudice di linea. Squalifica giusta, ci mancherebbe, ma di quell’episodio resta l’incredibile simulazione della donna, che si è buttata a terra e non si è rialzata per diversi minuti. I replay, tuttavia, avevano dimostrato che l’impatto era stato morbidissimo e la racchetta l’aveva colpita in un punto diverso rispetto a quello dove si toccava, dolorante. Richiamato a miti consigli, Darian si scusò il giorno dopo tramite un messaggio su Facebook. Ma la sua natura è così, un po’ ribelle. Lo ha dimostrato qualche mese dopo, quando ha abbandonato il campo durante un match al Challenger di Calabasas. Sotto 0-2 nel terzo set contro l’amico Frances Tiafoe, ha pensato bene di andarsene perché non gli piaceva l’arbitraggio. E pensare che proprio tramite Tiafoe è stato notato dalla CAA (Creative Artists Agency), una delle società di management più importanti del mondo. La notizia è recentissima, ed è diventata ufficiale dopo la doppietta Cali-Binghamton: King ha firmato un accordo triennale, peraltro molto soddisfacente perché gli hanno consentito di mantenere il suo staff, composto sostanzialmente dal fratello Cristopher (“Di solito, quando iniziano a rappresentarti, cercano di importi uno staff tecnico – ha raccontato – mentre nel mio caso sono contenti di quello che stiamo facendo. Al massimo si aggiungerà qualcuno”). Inoltre, nell’ultimo anno di contratto avrà più o meno la libertà di fare quello che vuole: chiedere una rinegoziazione, andare avanti alle stesse condizioni oppure lasciar perdere. L’ultima opzione sembra piuttosto remota, se non altro perché oggi ha certamente più bisogno lui di CAA che viceversa. Stiamo parlando dell’agenzia che rappresenta (tra gli altri) Cristiano Ronaldo, Brad Pitt, Peyton Manning e Beyonce.




Com’è possibile che un’agenzia così importante si sia interessata a un giocatore, tutto sommato, di secondo piano e proveniente da un paese noto soprattutto per la cantante Rihanna? Facile: è molto amico di Tiafoe. Dopo aver messo sotto contratto il baby americano hanno avuto molto di seguirlo e sono rimasti colpiti dal suo potenziale. In effetti, Darian può diventare un personaggio. Il suo passato da Bad Boy può essere la base per creare un’immagine, poi la cittadinanza barbadiana lo rende ancora più intrigante. Negli Stati Uniti sarebbe uno dei tanti. Magari sarebbe bastato un Jack Sock qualsiasi (suo coetaneo) per oscurarlo. Invece Darian arriva da Bridgetown, capitale di un isolotto delle Antille, 450 chilometri di superficie che ospitano meno di 300.000 abitanti. E’ nero (come l’80-90% della popolazione, la cui origine è africana) e sta scrivendo le prime pagine di un libro che era quasi intonso. Prima di lui, Barbados ha avuto un paio di tennisti di discreto livello: Martin Blackman (attuale responsabile dello sviluppo USTA. Numero 158 ATP nel 1996, oggi ha la cittadinanza americana) e Haydn Lewis, barbadiano DOC, mai più in là del numero 583 ATP, che oggi è uno dei suoi tifosi più accaniti. Dopo ogni vittoria, lo riempie di coccole virtuali tramite i social network. Darian è sulla buona strada per diventare il primo barbadiano a entrare tra i top-100 ATP, ma intanto è stato il primo a vincere un Challenger. E poi, già che c’era, ne ha intascato un altro. Come se non bastasse, ha giocato le qualificazioni in due Slam 2016 e ha vinto una prima – storica – partita a Wimbledon. Ma l’impressione è che nei mesi a venire disegnerà altri record. “Il merito di questa crescita è dovuto al lavoro svolto nel periodo di offseason – dice Darian – ho fatto parecchio cross training e ho giocato a calcio, anche se non è un’attività così raccomandata per un tennista. Sul campo da tennis ho lavorato duramente con mio fratello Chris: in particolare, abbiamo cercato di sistemare i miei punti deboli. Cerco di essere più aggressivo e di non avere alti e bassi mentali durante un match”. Visti i precedenti, ne aveva un gran bisogno…Adesso CAA busserà alle aziende nel tentativo di procurargli qualche sponsor. “Trovare un aiuto di questo tipo non era certo il mio obiettivo stagionale – racconta – però queste cose succedono quando giochi piuttosto bene. Sono grato a CAA perché mi aiuteranno a giocare senza pensieri. Sapete, il tennis è uno sport molto costoso”. Darian potrà andare a Rio e godersi lo spirito olimpico, senza il retropensiero amaro di un torneo che non ha montepremi ufficiale. I soldi non sono più un pensiero. Il passato non è più una preoccupazione. Il presente è a Cinque Cerchi, il futuro può essere (molto) luminoso.