D COME NAOMI. Partiamo con Naomi Osaka che si è presa la copertina di D, il settimanale del quotidiano La Repubblica, in un’intervista realizzata a Pechino da Filippo Santelli, dove la campionessa dello scorso US Open ha detto: “Tutto mi fa paura: ho paura di deludere le persone attorno a me, la mia famiglia e quel tipo differente di famiglia che è il mio team”. E con bella ironia, quando le viene chiesto perché non posta mai troppi selfie, risponde: “Perché il mio lato migliore è molto, molto, MOLTO lontano”. Mentre chiude con maggior serietà: “Il tennis è tutto quello che ho fatto finora, non conosco la vita fuori, ma spero un giorno di poter essere un’ispirazione peri bambini”.
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IL GIOCATORE PIÙ BELLO È… L’ATP ha chiesto a diversi giocatori chi sia il loro collega più bello e alla fine il vincitore è stato… Grigor Dimitrov, che almeno un titolo lo ha portato a casa al termine di una stagione molto deludente. Di parere diverso però è stato Roger Federer che ha votato per Jeremy Chardy.NEW COACHES. Altri cambi alla guida di top players: Madison Keys, numero 17 del mondo, ha interrotto la collaborazione con David Taylor e dalla prossima stagione sarà seguita da Jim Madrigal, già coach di Brian Baker e Tennys Sandgren: “Cercheremo di rendere il suo tennis più consistente e regolare” ha dichiarato il nuovo allenatore. Gael Monfils invece, senza coach dallo scorso giugno, ha assunto l’americano Liam Smith, 39 anni, head coach di Tennis Australia dal 2011: “Tutto parte dalla mia volontà di tornare al top della forma. Il piano di gioco, come già dalla fine di questa stagione, sarà di essere sempre più aggressivo, puntando su servizio e dritto. L’idea mi piace ma bisogna imparare a tenere un certo livello di gioco per diverse settimane se si vuol puntare a vincere un torneo importante” ha detto Monfils.
TANTA QUANTITÀ, POCA QUALITÀ. Gli Stati Uniti hanno chiuso la stagione 2018 con ben 11 giocatori tra i top 100 del ranking mondiale. L’ultima volta accadde nel 2003. La differenza? Quest’anno il miglior piazzamento è quello di John Isner, numero 10; quindici anni fa quello di Andy Roddick, numero 1.
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