di Fabio Bagatella – foto Getty Images
Nicolas Almagro non perdona. La dura legge dell'iberico vale anche a San Paolo ($475,300; terra battuta – indoor) e non fa sconti neppure ad un indomito Filippo Volandri. L'azzurro lotta ad armi pari con lo spagnolo leader del seeding, ma alla fine è costretto ad alzare bandiera bianca.
Partenza fulminante di Filo, che a suon di vincenti e di attacchi in contro-tempo si porta 3-0. La reazione di Almagro non tarda ad arrivare. Lo spagnolo si fa subito più aggressivo, mentre l'azzurro inizia a sbagliare più del dovuto. Prima che l'azzurro torni competitivo, Almagro è già 6-3 1-0. Nel secondo gioco della seconda frazione, l'azzurro risale da un pericoloso 15-40 e ritorna prepotentemente in partita.
Il livornese sembra ritornato quello dei primi tre giochi, brekka l'avversario nel game successivo e si aggrappa al proprio servizio per intascare il set (6-4). Almagro fallisce un break-point sul 3-4 e due sul 4-5. Bravissimo Volandri nel primo caso ad uscire vincente da un estenuante scambio. Nelle altre due occasioni Almagro deve fare invece mea culpa, non approfittando di quattro regali dell'azzurro (due errori di dritto e due palle corte mal riuscite).
La tensione di fine secondo set lascia il posto ad una terzo parziale che sino al decimo gioco viaggia via “tranquillo”, con i due giocatori alla risposta mai vicini al possibile break. Almagro conduce 5-4, quando si procura un po' a sorpersa un primo match-ball (rovescio in rete di Volandri). Un altro stupendo rovescio consente all'azzurro di salvarsi, ma il secondo è quello che “buono”. L'iberico se lo conquista con un dritto anomalo, Volandri spara invece abbondantemente fuori l'accelerazione col medesimo colpo. 6-3 4-6 6-4 lo score conclusivo per Almagro, che bacia come consuetudine la sua racchetta e non lesina i complimenti al suo avversario.
E Volandri se li merita tutti. Perchè l'azzurro, al ritorno ad una finale ATP dopo sei anni, ha disputato una settimana davvero esemplare mostrando quel magico tennis che nel biennio 2006-2007 fece sognare l'Italia della racchetta. A San Paolo, dopo aver dominato Montanes e domato Ramirez Hidalgo, era giunto il capolavoro contro David Nalbandian prima dello “sgarbo” ai padroni di casa ai danni di Bellucci. Peccato che in finale le fatiche dei turni precedenti si siano fatte sentire, ma rimarchevole l'orgoglio messo in campo dall'azzurro nel non accettare il ko già all'inizio del secondo parziale. Il premio per Filo ci sarà comunque: un bel balzo nel ranking Atp, che domani lo avvicinerà sensibilmente ai top 50.
Almagro, che ha potuto anche contare su di un servizio decisamente più incisivo rispetto all'avversario (18 aces e 88% di punti vinti con la "prima"), si conferma macchina da guerra sulla terra battuta: per l'iberico è l'undicesimo titolo in carriera (tutti sul rosso) in 15 finali, il terzo in Brasile. Nico aveva infatti trionfato a Costa do Sauipe l'anno scorso e nel 2008. Neppure il passaggio dall'outdoor all'indoor ha fermato il 26enne di Murcia.
Da domani, Almagro e Volandri torneranno in campo a Buenos Aires per la Copa Claro. Match d'esordio impegnativi per entrambi: Filippo affronterà il beniamino di casa Juan Monaco, quinta testa di serie del seeeding. Per Almagro, numero due del main draw, ci sarà invece l'altro azzurro presente in tabellone, Potito Starace.
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