Treat Conrad Huey è nato è cresciuto negli States, ma rappresenta le Filippine. A Indian Wells è giunto in finale in coppia con Janowicz “ma adoro giocare in Davis e nei campionati asiatici”. 
Huey e Inglot hanno vinto il torneo ATP di Washington. In bella evidenza, il logo dell’Università della Virginia.
 
Di Riccardo Bisti – 19 marzo 2013

 
Non solo Nadal o Del Potro. E nemmeno i gemelli Bryan. Indian Wells ha raccontato un’altra storia particolare. Per vincere il torneo, unico Masters 1000 che mancava al loro palmares, Bob e Mike hanno superato una coppia inedita: Jerzy Janowicz e il filippino Treat Conrad Huey. Grazie a lui, le Filippine sono entrate nella geografia del tennis, e non solo nelle case di chi può permettersi una domestica. La sua bandiera, tuttavia, non racconta la sua storia. Huey è nato a Washington ed è cresciuto nella Virginia del nord. Ai tempi dell’high school era uno dei migliori tennisti, tanto da ottenere un articolo-referenza sul Washington Post. Sull’onda di quell’improvvisa popolarità, si è spostato a sud e ha frequentato il college presso la University of Virginia. A Charlottesville ha conosciuto alcuni futuri colleghi e partner nel circuito ATP: Somdev Devvarman e Dominic Inglot (noto per aver fatto la controfigura di Paul Bettany nel film “Wimbledon”). Il college gli ha fatto capire che avrebbe potuto provarci sul serio. Non era bravo a sufficienza con il singolare (è stato al massimo numero 689 ATP), ma a quasi 28 anni è diventato un ottimo doppista. Con la finale a Indian Wells è entrato tra i primi 30 nella classifica di specialità. “Devvarman e Inglot sono tra i miei migliori amici – ha detto Huey – è sempre bello giocare con qualcuno con cui ti intendi alla perfezione”. Tuttavia, il salto di qualità è arrivato con il bombardiere polacco. Dopo aver giocato con Inglot fino ad Acapulco (lo scorso anno hanno vinto a Washington, unico titolo ATP in carriera), a Indian Wells ci ha provato con Janowicz. E in semifinale hanno battuto Peya-Soares, gli stessi da cui aveva perso ad Acapulco (quando giocava con Inglot). Per batterli, ci sono voluti addirittura i gemelloni.
 
“Speravo di diventare un buon singolarista – racconta Huey – ma il mio obiettivo era giocare i grandi tornei, come gli Slam e i Masters 1000. Allora ho provato a vedere dove mi avrebbe portato il doppio. Ero convinto che se avessi giocato bene, sarebbe stato più facile. Direi che è andata bene”. Nato e cresciuto negli Stati Uniti, si è avvicinato al paese d’origine grazie al collega Cecil Mamiit, ex top 100 che lo ha contattato e gli ha chiesto di rappresentare le Filippine. “Era interessato a giocare in Coppa Davis insieme a me. Io ho sempre avuto la doppia cittadinanza, quindi è stato più facile. Un paio di mesi dopo la laurea, la federtennis filippina mi ha fatto esordire in Coppa Davis e partecipare ai vari giochi asiatici. Per me è stata un’esperienza incredibile. Aver giocato a livello college, dove rappresenti una squadra, mi ha aiutato molto”. La federazione filippina non si è limitata a farlo giocare: gli dà anche una mano sul piano economico, pagandogli buona parte delle spese di viaggio e tutto quello di cui ha bisogno un tennista professionista. Nella sua giovinezza, Huey è andato spesso nelle Filippine per fare visita ai nonni, ma adesso vi si reca soltanto per giocare in Coppa Davis. Quando torna da quelle parti, per gli esotici match della zona Asia-Oceania, l’atmosfera è ben diversa dal circuito ATP. “E’ molto divertente giocare in Coppa Davis, c’è moltissimo pubblico. C’è un grande caldo e l’umidità è terrificante. A parte questo, è bellissimo. E’ andata ancora meglio ai Southeast Asian Games, dove la gente impazzisce dopo ogni punto. Abbiamo giocato in Indonesia, dove ci tiravano addoosso le monetine contro i giocatori di casa”. Huey non è riuscito a coronare il sogno di giocare le Olimpiadi di Londra. Aveva un buon ranking di doppio, ma non è bastato a fargli ottenere una wild card (nonostante l’interessamento della federtennis). A Londra, il suo paese è stato rappresentato da appena 15 atleti. Cercherà di rifarsi con la Coppa Davis, riportando le Filippine nel Gruppo I. Per farcela, il prossimo prile dovranno battere la Thailandia al Plantation Bay Resort & Spa di Lapu-Lapu City. Un nome che è tutto un programma.