Di Cosimo Mongelli – 2 novembre 2014
“E' bellissimo vincere il primo torneo da papà, dedico questo trofeo al mio bambino, a mia moglie e alla mia famiglia qui presente" Non poteva esserci dedica migliore, per il primogenito in casa Djokovic. Dito in bocca e parole commosse per Nole, in un discreto francese, al termine di una finale non certo memorabile. Una finale che non c'è mai stata, contro un Raonic ancora troppo acerbo per un appuntamento davvero importante. E mai in grado di impensierire il serbo. 6-2 6-3, punteggio sin troppo stretto per il numero uno al mondo, numero uno oramai consolidato (gli basterà una vittoria a Londra per chiudere in testa il 2014). Punteggio sin troppo stretto in un incontro dove entrambi i set sono iniziati in maniera disastrosa per il canadese, trovatosi immediatamente sotto e senza colpo ferire per 3 giochi a 0. E se nel primo parziale, Milos ha avuto la possibilità di rientrare non sfruttando quattro palle break (tre consecutive sul 2 a 4), nel secondo non ha avuto alcuna chance di rientrare in partita. Gli è mancato il servizio che era stato devastante contro Roger Federer e l'aveva tenuto a galla nella semifinale con Berdych. Si innesca solo a tratti. Sulla seconda palla le percentuali sono troppo infime. E al cospetto di un mostro come il serbo non te lo puoi permettere. Il sempre imperturbabile Milos mostra tutta la sua frustrazione, culminata nello sguardo e nei gesti quando, con un doppio fallo, regala il break in avvio di secondo set. Break che segna la resa definitiva. Il game migliore dell'incontro, il canadese, lo gioca proprio in prossimità del traguardo. Quando sul 2 a 5 concede i primi due match point dell'incontro. Per qualche istante ritrova la sua arma migliore. Aces e servizi vincenti. Ma ormai è troppo tardi. Pochi istanti dopo Nole solleva le braccia al cielo, con il dito in bocca omaggia il piccolo Stefan e abbraccia fraternamente l'amico Milos, considerato un quasi connazionale (è di origine montenegrina, e per qualche anno Serbia e Montenegro sono state unite, almeno sportivamente).
CIFRE TONDE PER NOLE
Djokovic vince per la terza volta il torneo di Bercy, come successo in precedenza solo al suo mentore Boris Becker (anche lui, commosso, in tribuna ) e Marat Safin. E bissa il successo dello scorso anno. E' il sesto trofeo sollevato in stagione, che lo colloca al primo posto anche nei tornei vinti nel 2014. Questo Masters 1000 è il ventesimo della sua carriera, con davanti solo Federer a 23 e Nadal a 27. Ciliegina sulla torta, è la 600esima vittoria da professionista, quinto giocatore tra quelli ancora in campo a raggiungere questo traguardo. Quest'anno c'erano già riusciti Ferrer e Hewitt, aggiungendosi a Federer e Nadal. Nella storia, hanno raggiunto il traguardo in 23. Ora c'è Londra, i cui sorteggi sono imminenti. E una settimana da dedicare al suo bambino. C'è Londra anche e soprattutto per Milos. Per la prima volta. Proprio questo traguardo, raggiunto dopo l'incontro eccezionale disputato contro Roger Federer, può aver tolto energie mentali e fisiche al canadese. Durante la premiazione ha esternato la sua contentezza per l'ottimo torneo disputato, per il biglietto staccato per il Masters e trova parole affettuose per l'amico: “Complimenti, per la tua bella settimana e per la nascita del tuo bambino”. La prova del nove fallita (seconda finale Masters 1000 persa su due) può essere solo d'insegnamento al canadese. Un sigillo importante è solo questione di tempo.
MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Finale
Novak Djokovic (SRB) b. Milos Raonic (CAN) 6-2 6-3
MASTERS 1000 – I PLURIVINCITORI
Rafael Nadal – 27
Roger Federer – 23
Novak Djokovic – 20
Andre Agassi – 17
Pete Sampras – 11
Andy Murray – 9
Thomas Muster – 8
Michael Chang – 7
Boris Becker – 5
Jim Courier – 5
Gustavo Kuerten – 5
Marcelo Rios – 5
Andy Roddick – 5
Marat Safin – 5