Prosegue l’infinita vicenda giudiziaria del tennis-scommesse. Il GUP di Cremona ritiene credibile l’impianto accusatorio e manda a processo i due giocatori, più Roberto Goretti. Prima udienza l’11 ottobre. Curiosità: il PM Roberto Di Martino andrà in pensione a fine anno, quindi non seguirà il processo.

Lontano dai prati e dalle piogge di Wimbledon sta entrando nel vivo un altro match, forse ancora più delicato. Presso il Tribunale di Cremona sono terminate le udienze preliminari del processo tennis-scommesse, con protagonisti (tra gli altri) Daniele Bracciali e Potito Starace. Dopo oltre un’ora di camera di consiglio è arrivato il primo verdetto: Bracciali e Starace (e con loro Roberto Goretti, DS del Perugia Calcio) sono stati rinviati a giudizio. Significa che il GUP Letizia Platè ritiene credibile l’impianto accusatorio messo in piedi dal PM Roberto Di Martino. L’accusa è nota: secondo il PM, il clan dei “bolognesi” avrebbe messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Tutto sarebbe cominciato nel 2007 con la celeberrima chat tra Bracciali e Bruni durante il torneo ATP di Newport, e gli “affari” sarebbero andati avanti fino al 2011 con il coinvolgimento di Starace. Dopo aver chiuso la carriera da singolarista ed essersi dedicato solo al doppio, Bracciali avrebbe svolto il ruolo di “reclutatore”. Nel fascicolo accusatorio si parla di tornei un po’ in ogni parte del mondo: Stati Uniti, Europa, Sud America. Tra questi anche i match ben noti di Casablanca e Barcellona 2011 con Starace in campo. L’accusa ritiene “illogico” che Bracciali si sia limitato, per quattro anni e mezzo, ad alimentare le illusioni degli scommettitori. Se il processo sportivo si era limitato all’incontro di Barcellona contro Daniel Gimeno Traver, qui le accuse sono molto più ampie. Il processo scatterà martedì 11 ottobre, ma la prima udienza dovrebbe avere una valenza soprattutto “preliminare” (ad esempio, si stabiliranno i membri del collegio). Se la notizia principale è il rinvio a giudizio (decisione quasi scontata), ce ne sono due altrettanto interessanti. In primis, il processo non sarà seguito in prima persona da Roberto Di Martino. Il noto PM, in prima linea in tutte le faccende illecite legate al calcio (e accidentalmente finito nel tennis), andrà in pensione a fine anno. La seconda è un’indiscrezione, già trapelata dopo l’udienza del 15 giugno: l’accusa avrebbe le prove di contatti tra Starace e i commercialisti. Da alcune chat emergerebbe che ci sarebbe stato almeno un incontro tra Starace, Bruni e Goretti. Tale incontro avrebbe avuto per oggetto la puntualizzazione delle somme e dei rapporti per le combine delle partite.



Visto che uno dei capisaldi del processo sportivo era stata la totale assenza di Starace da intercettazioni e contatti telematici (argomento sottolineato con vigore dalla sua difesa), se tali informazioni fossero confermate non c’è dubbio che lo scenario potrebbe cambiare. E’ opportuno ricordare che il campano è stato totalmente assolto dalla giustizia sportiva e che in un intervista con TennisBest dopo la prima assoluzione ci disse, con vigore, di non sapere nemmeno che faccia abbiano i “famosi” commercialisti. La notizia di eventuali chat riconducibili a Starace ci aveva colpito a tal punto da pensare che potesse essere frutto di un errore o un malinteso. Tuttavia, una serie di verifiche conferma che l’accusa ha effettivamente sostenuto questo. Sarà molto interessante, in fase processuale, cosa hanno davvero in mano gli accusatori. I dubbi sono alimentati da un’indiscrezione secondo cui, nell’udienza del 1 luglio, non sarebbe stata fatta nessuna allusione alle eventuali chat riconducibili a Starace. Da fuori è difficile farsi un’idea: e se fosse un bluff? O magari qualcuno vorrà giocarsi le carte migliori durante il processo? Tra l’altro, sembrerebbe che Di Martino abbia avanzato dubbi su un match giocato in questi giorni a Wimbledon. L’affermazione gli sarebbe stata contestata con un certo vigore: in effetti, conoscendo i giocatori e l’andamento della partita, viene molto difficile credere ai ragionamenti del Pubblico Ministero. Al di là di questo, sarà un autunno-inverno molto “caldo” presso il Tribunale di Cremona. Il processo del calcio inizierà il 6 dicembre, anticipato da quello del tennis. Detto che in parecchi proveranno a costituirsi parte civile (per ora è stato ammesso solo il CONI, ma ci proveranno ATP, ITF, FIT e Tennis Integrity Unit), potremmo assistere a una vera e propria processione di tennisti a testimoniare. Non solo italiani, ma anche stranieri, tra cui qualche nome di primo piano. A chiudere, un paio di curiosità: gli altri tre indagati (Bruni, Sganzerla e Giannone) hanno deciso di patteggiare e la loro posizione sarà liquidata il prossimo 22 settembre. Sul fronte delle difese, oltre a volti già noti per chi ha seguito il processo sportivo (Alberto Amadio e Filippo Cocco per Bracciali, Simone Maina e Luigi Chiappero per Starace), a difendere Goretti c’è una figura molto nota: Antonio De Rensis, avvocato della famiglia Pantani, colui che riuscì a far riaprire il fascicolo sulla morte del Pirata, individuando una serie di incongruenze sulla prima ricostruzione. Per ora gli è andata male, nel senso che giusto pochi giorni fa il fascicolo è stato nuovamente archiviato. Ma lui ha promesso ricorso in Cassazione.