Il rapporto tra Jasmine Paolini e Renzo Furlan, attraverso il punto di vista del nostro Massimo d’Adamo 

Foto Ray Giubilo

Può accadere che un bel giorno il cammino di un buon coach giunga a contatto con quello di una giocatrice dai tratti contenuti. Una small size non proprio in linea con i canoni di un tennis che sembra offrire luce solo a portatrici sane di muscoli in esubero. È allora che l’allenatore è chiamato a sciogliere il dubbio amletico del ‘crederci o non crederci’. È capitato a me con Federica Bonsignori quando, appena dodicenne, mi rivelò apertamente di voler diventare la nuova Evert, sarà capitato a Renzo Furlan nell’atto di scegliere se iniziare o meno il suo percorso con Jasmine Paolini.

Per quanto mi attiene, galeotta fu la luce negli occhi di quel corpo esile pronto a tutto pur di tirare fuori il sogno dal cassetto, così come su su Renzo il fulmine sarà giunto per vie che soltanto lui conosce ma che sicuramente vanno oltre considerazioni tecniche dalle gambe corte.
Lo sguardo di quel primo giorno rispose al vero giacché nell’ universo giovanile Federica vinse di tutto e di più, in quello pro arrivò tra le prime trenta del mondo e della Evert fu avversaria.

Anche Jasmine Paolini sta tranciando conferme su conferme e insieme al suo lungimirante coach vive il sogno di vincere Wimbledon. Lo fa nell’apoteosi generale mostrando che volontà e convinzione possono far meglio delle taglie large in giro per il circuito e che l’incontro con Furlan è quanto di meglio potesse accadere.
E non è finita!