Le frasi più famose del tennista-showman, scomparso nel 1995 e ricordato per aver perso la Battaglia dei Sessi contro Billie Jean King. “Le donne dovrebbero darmi un po’ dei loro assegni”
Bobby Riggs e Billie Jean King ai tempi della Battaglia dei Sessi
 
TennisBest – 26 dicembre 2012

  
Lo ricordiamo tutti per il 6-4 6-3 6-3 incassato da Billie Jean King all’Astrodome di Houston. Ma Bobby Riggs è stato molto di più. A parte quella partita (secondo molti, perse perchè aveva scommesso contro se stesso), è stato un grande giocatore, penalizzato dalla distinzione tra dilettanti e professionisti. Nel 1939, un mese e mezzo prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale (sancito dall’invasione tedesca in Polonia), vinse il suo amato Wimbledon. Si ripetè ai Campionati degli Stati Uniti, poi rivinti nel 1941. Dopo quel successo passò professionista, ad appena 23 anni, facendo perdere ogni traccia di sè negli albi d’oro che contano. Nell’immediato dopoguerra, tuttavia, vinse per tre volte lo US Pro Tennis Championships. La sua forza era reale, tanto che Jack Kramer lo considerò uno dei giocatori più sottovalutati della storia, e lo inserì tra i migliori sei di sempre. Ma a Riggs, di queste cose, importava il giusto. Preferiva divertirsi e divertire. Anche in virtù di questo si avventurò nella Battaglia dei Sessi quando aveva 55 anni. Per chiarire chi fosse più forte, lasciò tre giochi a Margaret Court. Poi arrivò quella sconfitta davanti a 30.472 spettatori. Lo ha consegnato all’eternità. Lui, dalla tomba dove è stato sepolto 17 anni fa, probabilmente se la ride ancora. Ecco le sue frasi più significative.
 
Io amo le donne. Credo che qualsiasi uomo dovrebbe averne almeno un paio.
 
Gioco contro Billie Jean King per tutti queli uomini che stanno per sposarsi e le cui mogli non li lasceranno giocare a poker il venerdì sera o pescare nel weekend. Lo farò io, un vecchio signore di 55 anni con un piede nella tomba. Non ci sarebbe nessun problema al mondo se le donne se ne stessero in cucina e in camera da letto.
 
Billie Jean King è convinta di scaraventarmi fuori dall’Astrodome. Ma si dimentica che è una donna e come tale è sempre soggetta alle emozioni. Durante il match se la farà sotto.
 
Tutti mi ricordano per aver perso la Battaglia dei Sessi contro Billie Jean King. Credo che dovrebbero essermi grate soprattutto le donne. Sulla mia lapide dovrebbero scrivere: “Bobby Riggs, l’uomo che ha dato un ruolo alle donne”.
 
La Battaglia dei Sessi è stato l’evento tennistico più importante per 10-15 anni. Da quel momento, il tennis ha vissuto un vero e proprio boom e io sono stato felice di essere parte di quel momento. Anzi, penso che tutte le giocatrici dovrebbero darmi un pezzettino dei loro assegni.
 
La cosa più bella della vita è vincere. E la seconda è perdere: quantomeno sai che stai giocando…
 
Se non posso giocare per tanti soldi, posso giocare per pochi soldi. E se non posso giocare nemmeno per pochi soldi, vuol dire che quel giorno me ne starò a letto.

Cosa me ne facevo di una laurea? Sarebbe forse stato più facile vincere Wimbledon? Volevano cacciarmi dall’Università e allora andai nell’ufficio del preside e gli dissi: “Ehi Doc, ho una proposta per lei: perchè non mi manda in giro in tutti i tornei nazionali promuovendo e pubblicizzando l’Università di Miami e alla fine dei quattro anni lei mi rilascia la laurea? E’ abbastanza onesto?"
 
E’ vero, mi è sempre piaciuto scherzare con gli avversari, tenerli vicini con il punteggio anche quando erano nettamente inferiori. E poi le scommesse: mi piaceva da matti mettermi alla prova e sempre con qualche dollaro (talvolta tanti) in palio. Magari giocavo con gli scarponi, un cappotto pesante sotto il sole della California d’estate e con una valigia in mano…Ho provato di tutto e mi sono sempre divertito da matti: ho fatto qualcosa di male?

I migliori giocatori di sempre? Vines è stato per un anno il migliore di tutti. E Budge per tre anni non ha avuto rivali. Poi Jack Kramer, per cinque anni è stato imbattibile. Se allargo il periodo di riferimento a dieci anni, direi Rod Laver, ma se parliamo di una carriera di 20 anni, allora Pancho Gonzales è davanti a tutti. Trent’anni al top, invece, li ha giocati solo Ken Rosewall.

Un tennista deve essere un atleta completo. Deve avere lo scatto di uno sprinter, la resistenza di un maratoneta, l’agilità di un boxeur e l’intelligenza di un buon quarterback di football americano. Giocatori di baseball, football e basket sono ottimi atleti, ma non hanno bisogno di tutte queste qualità per giocare bene.

Il tennis è uno sport che richiede molta disciplina, duro lavoro e allenamenti estenuanti. Ci sono playboy anche tra i tennisti, come ci sono sempre stati, ma non vincono di certo i tornei dello Slam.

Nel tennis c’è sempre stato il sospetto che ci fossero omosessuali nel tour. Io posso solo dire che dopo 44 anni di frequenza e centinaia di giocatori incontrati negli spogliatoi, che tutti quei sospetti sono privi di qualsiasi fondamento.

Fra tutti, il torneo che ricordo con più affetto è Wimbledon. Ti veniva a prendere un autista in limousine all’hotel per portarti al club. I giudici di linea entravano in campo camminando in maniera regale. Credo che qualsiasi sponsor pensi che non esiste nessun torneo migliore di Wimbledon. E’ il top, il numero 1, il più grande evento sportivo del mondo.