SERIE A1 – Promossi e bocciati dell’edizione 2013, quella delle rivincite di Prato e Bassano. Tra giocatori rinati, inghippi regolamentari e il silenzio dell’informazione mainstream. 
Il Tennis Club Genova è stata una lieta sorpresa, sia dentro che fuori dal campo
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)


Di Riccardo Bisti – 11 dicembre 2013

 
Non è difficile trovare l’immagine simbolo della Serie A1 appena terminata. Le finali di Rovereto lasceranno la gioia incontenibile della macchia gialla di Bassano del Grappa, che con il suo grido ha provato a farsi sentire anche da chi non considera il Campionato. Ancora una volta, buona parte dei media hanno trascurato la Serie A1. Il principale quotidiano spotivo nazionale ha dedicato poche righe nelle “brevi”, menzionando solo i risultati (diversa, e molto migliore, è stata la copertura del sito web). Misera gratificazione per i 22 club che si sono dati battaglia in due mesi di battaglie e sacrifici. La diretta su SuperTennis ha dato visibilità ai 4 club partecipanti, ma nulla di più. Ma noi ci siamo sempre stati, dalla prima all’ultima giornata. Dalle 10.03 del 6 ottobre, quando il ritiro di Giulia Pairone dopo un game ha consegnato agli archivi il primo risultato stagionale, fino al tardo pomeriggio dell’8 dicembre, quando la scrivania di TennisBest è stata l’ultima a liberarsi. E allora, prima di pensare a quel che sarà nel 2013, ripercorriamo questi due mesi con la divertente formula dei promossi e dei bocciati.
 
PROMOSSI
 
SOCIETA’ TENNIS BASSANO
Hanno portato lo scudetto in Veneto per la prima volta in 91 anni e detengono altri record: sono l’unica squadra ad aver partecipato a tutte le edizioni della Serie A1 negli ultimi 10 anni, nonché l’unica ad aver vinto 4-0 la finale in tempi recenti. Lo scudetto è frutto di una programmazione mirata e della capacità di fare tesoro degli errori. Hanno creato un ambiente positivo, trasmettendo ai giocatori un senso di appartenenza che non sempre si riscontra in altri club. Il pareggio di Rovereto in regular season ha messo un po’ paura, ma poi è stata una cavalcata. Seppi non ha tradito, Huta Galung ha sorpreso, Lorenzi si è confermato, Crugnola-Di Mauro non hanno fallito. Ed eccolo lì, il pezzetto di stoffa “che avranno diritto a indossare per tutto il 2014” come è stato ricordato durante la premiazione. Il ruolo di cronista impone neutralità, ma è difficile non essere contenti per loro.
 
CARLA MEL
Dopo tre finali perdute, poteva subentrare un po’ di stanchezza. Invece la capitana del TC Prato ha saputo compattare ancora una volta il gruppo, responsabilizzando Camerin e Dentoni e trovando il valido supporto di Zuzana Kucova. Non era semplice, ma stavolta è filato tutto per il verso giusto. E le “Carla’s Angels”, come recitava uno striscione a Rovereto, le hanno finalmente consentito di gioire. La foto in cui abbraccia Kucova e Camerin, immortatalata dall’ottimo Antonio Costantini, trasmette l’essenza della Serie A1. Se Prato può gioire lo deve alle giocatrici, naturalmente, ma lei ha fatto qualcosa in più di un semplice compitino.
 
STARACE & CIPOLLA
Il primo ha offerto un ottimo rendimento, mostrandosi pronto per tornare tra i top-100. Qualche mese fa, non ci credeva nessuno. E’ un altro degli effetti benefici della Serie A1: può rigenerare un giocatore. Per poco non batteva Seppi. Il romano è stato ad un passo dal chiudere imbattuto il campionato. Ha perso solo da Lorenzi nel match-scudetto. Quando c’è da giocare per l’Aniene, Flavio si trasforma. Probabilmente sarebbe stato un ottimo davisman. Pure lui viene da una stagione difficile: chissà che non possa togliersi ancora qualche soddisfazione.
 
EMILIANO PRIVATO
Classificato 2.3, ha perso tutte le partite nel girone, prendendo anche un paio di scoppole. Poi, nei play-out, è stato decisivo nella miracolosa salvezza del suo Tennis Club Cagliari. Battendo due volte Claudio Fortuna (top-500 ATP) ha regalato punti inattesi che hanno fatto la differenza. Di sicuro sono stati i risultati più sorprendenti dell’intero campionato. E Cagliari continuerà ad avere sia maschietti che femminucce in A1.

SANDRINE TESTUD
Mica facile, quando sei stata top-10 WTA, hai superato i 40 anni e fai soprattutto la mamma, riprendere la racchetta in mano in un freddo pomeriggio romano per dare la salvezza al Tennis Club Parioli. La moglie di Vittorio Magnelli lo ha fatto, e per questo merita un applauso. Tecnicamente non ha fatto chissà quale miracolo, però ha dato un apporto fondamentale a Nastassja Burnett nel doppio decisivo. Le gare a squadre fanno dimenticare egoismo e presunzione. Ognuno lotta in nome di un obiettivo comune. Deve farlo, altrimenti sta fuori. In una stagione piena di infortuni, il Parioli resta a galla (anche) grazie alla francese.
 
JOHANNES AGER
Altro splendido interprete del campionato. E’ rimasto imbattuto in singolare, infilando due vittorie da urlo contro Giorgini e (udite udite) Huta Galung. Ha rinunciato all’attività internazionale ed è un peccato, perché braccio e fisico ci sono tutti. Anche l’anno scorso fu l’eroe della salvezza. Quest’anno è stato strepitoso in singolare, ma gli resta un pizzico di amarezza per aver perso il doppio di spareggio nel derby contro l’ATA Battisti Trento. Ma resta uno dei migliori.
 
FAGGELLA-LAPALOMBELLA
Il Circolo Tennis Barletta è stato la cenerentola del Campionato. Hanno perso 31 partite su 32 e hanno sempre rinunciato a schierare il ceco Jan Satral. Eppure, in un mare di sconfitte, il duo pugliese ha centrato l’unico successo a Palermo contro Fortuna-Comporto, decisamente più attrezzati. E’ arrivato sul 5-0 per i siciliani, ma è stato un inno alla sportività, al desiderio di dare sempre il massimo, anche quando tutto è perduto. Ci hanno ricordato i doppi della recente Svezia di Coppa Davis: si dannano l’anima per vincere un partita che sarà quasi certamente inutile a causa della pochezza dei singolaristi.
 
MATTEO MARRAI
La super-bandiera del Tennis Club Italia ha giocato un campionato pressochè perfetto. I suoi match interni sono un’istituzione, con il gruppo di tifosi che lo sostiene a gran voce. I due successi contro Mager sono stati un capolavoro. A un passo dal ritiro, ha ritrovato voglia e sensazioni. Ci ha fatto piacere vederlo in tabellone al future di Sharm El Sheikh. Il suo talento merita un’altra chance. Stavolta il TC Italia non ha centrato il miracolo, ma non certo per colpa sua.
 
LO SPIRITO DEL TC GENOVA
Hanno perso in finale, ma sono il club che ha interpratato meglio di tutti il Campionato. Neopromossi, hanno puntato sullo spirito di squadra e ci sono riusciti alla perfezione. Brianti, Jani e Balducci si sono integrate alla perfezione. Quando perdeva una, l’altra rimetteva le cose a posto. Il tutto in un clima positivo e piacevole. In finale è andata male: i rimpianti per il match buttato via dalla Brianti restano alti, ma ci riproveranno l’anno prossimo. Mezzo punto in più per l’importante lavoro di comunicazione. Il TC Genova era l’unico club, o quasi, a inviare con regolarità notizie e comunicati stampa. E non è un caso che a Rovereto fosse l’unico con alcuni giornalisti al seguito (c’erano il Secolo XIX, Primocanale e Liguria Sport).
 
BOCCIATI
 
LE LUCI DI TARCENTO
Il peggiore episodio del Campionato è stato il ricorso che ha dato il 6-0 al Tennis Club Crema contro il Tennis Club Udinese. Ribadiamo il nostro pensiero: quel giorno hanno perso tutti. Udine, che non ha presentato un impianto a norma dopo i fatti degli anni scorsi (la retrocessione d’ufficio per alcuni schieramenti irregolari), Crema per la tempistica con cui lo ha presentato, la FIT perché non ha vigilato a sufficienza sulla regolarità dell’incontro. Vista la particolarità della giornata, il controllo dei lux andava fatto senza solleciti, ancor prima che il match iniziasse. E’ stata una brutta pagina.
 
IL RICORSO FACILE
Non entriamo nel merito dei ricorsi (ce ne sono stati tre, di cui due respinti). Il punto riguarda la conseguenze: un 6-0 a tavolino, salvo casi oggettivamente gravi, ci sembra francamente troppo. Sarebbe meglio togliere l’eventuale beneficio a chi fa ricorso, mantenendo il risultato del campo ma infliggendo una dura sanzione pecuniaria al trasgressore (ammesso che il ricorso sia accolto). In quel caso, senza avere nulla da guadagnare, crediamo proprio che i ricorsi si ridurrebbero. E ci sarebbe molta più attenzione ai regolamenti, perché nessuno vorrebbe pagare una multa. Ancor meglio se la FIT valutasse, prima di ogni campionato, l’idoneità dei vari impianti, dando il tempo ai club di correggere eventuali anomalie salvo punirli severamente se l’eventuale irregolarità non venisse risolta.
 
PARK GENOVA
Spiace punire una squadra che ha puntato tantissimo sul campionato, sognava la finale e ha investito molto. Tuttavia, hanno fallito ogni obiettivo. La sconfitta interna contro il TC Crema grida ancora vendetta. Avevano la possibilità di rifarsi ai play-off, ma anche lì è arrivato un severo 1-5 casalingo contro Forte dei Marmi. Fognini ha fatto quel che ha potuto, ma Giannessi e Naso hanno un po’ deluso. Sbagliando s’impara: è giunta voce che Mauro Iguera sia ben deciso a rinforzare il team per il 2014. Anche perché i parkioti non vorranno certo essere da meno dei cugini del Tennis Club 1893.
 
IL PANCIONE DI GIANNA DOZ
La sua maternità ha costretto il Tennis Club Mestre a una dolorosa retrocessione. Il DS Pasquale Marotta è convinto che la sua presenza avrebbe potuto dare addirittura chanche di play-off. Di sicuro, sono stati costretti a schierare la Zanon, onesta terza categoria. Ovviamente la bocciatura non è per la giocatrice veneta (anzi, auguri!), ma perché il suo caso alimenta i dubbi su un regolamento che non lascia spazio a infortuni né assenze: se manca un solo giocatore, diverse squadre vanno KO. Quest’anno è toccato allo sfortunato Mestre.
 
ROVERETO ANTI-ENTUSIASMO
La città di Rovereto ha risposto piuttosto bene. Era il quarto anno (l’ultimo?), e poteva subentrare un po’ di stanchezza. Tutto sommato, sabato e domenica, si è visto un discreto pubblico. Meno bene il contorno: si è avuta l’impressione che l’evento interessasse solo alle squadre coinvolte. La musica ai cambi di campo è stata l’unica concessione a un po’ di show, ma è mancata la promozione. In tutta Rovereto, abbiamo visto un solo manifesto della finale. Ancora una volta, il ruolo di speaker è stato affidato al responsabile del Ufficio Organizzativo FIT. Voi fareste fare l’Ufficio Organizzativo a chi fa lo speaker di professione?
 
IL SILENZIO DEI MEDIA
E’ stato frustrante, lunedì mattina, vedere la notizia dello scudetto di Bassano racchiusa in tre righe da lente d’ingrandimento. Più in generale, soltanto i media locali hanno dato il giusto spazio alla competizione, ma era un interesse dettato dal campanilismo. Il campionato, nel suo complesso, è passato sotto silenzio, ad eccezione del lodevole impegno di gazzetta.it. E’ un fatto gravissimo perché non trova ragioni valide, se non un triste retaggio culturale proveniente dal passato, quando qualcuno ha voluto convincere che la Serie A sia un competizione-spazzatura. La gente non è mai stata coinvolta…e allora finisce così, senza che tanta potenziale poesia giornalistica venga colta da chi potrebbe raccontarla.