L’INTERVISTA – Andrea Mantegazza, direttore del torneo (e coach di Matteo Viola) racconta la settimana ampezzana.”Condizionati dal maltempo ma bilancio positivo”. L’esibizione nel rifugio in quota e le difficoltà con i campi.

Di Riccardo Bisti – 5 agosto 2014
(Foto di Roberto Vanin)

 

C’era grande attesa per la prima edizione del torneo di Cortina d’Ampezzo. Tra i (tanti) nuovi challenger del 2014 era il più affascinante in virtù di una location da sogno. Sul piano tecnico c’è stato il successo di Filip Krajinovic in finale su Federico Gaio, mai così competitivo a questi livelli. Un pizzico di sfortuna legata al maltempo e qualche intoppo organizzativo hanno impedito di vivere la settimana perfetta, ma il bilancio resta comunque positivo. La pensa così il direttore del torneo Andrea Mantegazza, noto nell’ambiente anche per essere il coach di Matteo Viola. Insieme a lui abbiamo fatto il punto della situazione sul progetto-Cortina, le cui ambizioni restano intatte. E importanti.
 
Mantegazza, com'è andata la prima edizione di questo torneo?
Molto bene. Il campo di partecipazione era ottimo, anche se all’ultimo è arrivato il forfait di Bolelli. Tuttavia il tabellone era talmente buono che, nonostante il maltempo, la sua assenza non si è avvertita granchè. Abbiamo visto un buonissimo tennis ed è stato bello veder protagonista Federico Gaio. Mi ha colpito soprattutto sul piano della continuità: gli capita spesso di giocare una grande partita, poi magari di non confermarsi nella successiva. Invece a Cortina è andato in crescendo ed è arrivato a due punti dal titolo. Inoltre si è fatto ben volere da tutti, è un bravissimo ragazzo e facevano tutti il tifo per lui. E’ stata una bella sorpresa.
 
Chi ha reso possibile lo svolgimento del torneo? La FIT è intervenuta?
C’è stato un importante contributo dell’amministrazione comunale, poi è intervenuta anche la FIT in cambio della gestione delle wild card. Infine, grazie all’aiuto di amici e sponsor abbiamo raggiunto il budget necessario per svolgere il torneo. Abbiamo incassato i complimenti di tutti: personalmente, avendo viaggiato parecchio con Matteo Viola, ho visto da dentro diversi tornei e magari abbiamo evitato errori che sarebbero normali in una prima edizione. La zona giocatori era molto bella, il players desk era organizzato, la transportation OK, l’hotel OK…insomma, a parte il maltempo, tutto bene. Il supervisor ci ha fatto i complimenti per giudici di linea, raccattapalle e dislocazione del circolo. Davvero un bel riconoscimento.
 
A differenza di quasi tutti gli altri challenger italiani, avete optato per l’ingresso a pagamento. Come mai questa decisione?
Abbiamo messo l’ingresso a pagamento sin dal lunedì, lasciando le qualificazioni gratuite. Motivo? Il livello dei challenger è molto alto, e abbiamo allestito questo torneo con grande impegno e qualità. I prezzi erano comunque popolari: 10 euro con 50% di sconto per gli Under 26. Se regali l’ingresso, a volte, sembra che non dai valore all'evento e rischi di sminuirlo. Inoltre una location come Cortina meritava. Durante il Roland Garros ho partecipato a una riunione a Parigi, in cui i vertici dell’ATP hanno spiegato l’indirizzo che daranno nei prossimi anni: l’obiettivo è alzare il livello dei challenger in generale. Si è parlato anche di questo punto, ed era emerso il discorso: senza l’ingresso a pagamento, si rischia di sminuire il torneo. La risposta del pubblico è stata ottima. Non abbiamo subito alcun contraccolpo e siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta.
 
 

Volevate organizzare un evento collaterale, con protagonista Fabio Fognini, un po’ come fecero anni fa Federer e Agassi a Dubai, costruendo un campo in una location suggestiva e in altura. Che progetto era? Come mai non si è realizzato?
L’idea era nata questo inverno durante una cena: uno dei nostri soci gestisce un rifugio in alta quota. Abbiamo dunque pensato di realizzarci un campo con una serie di tematiche legate all’evento….fatalità, abbiamo visto sul magazine dell’ATP che Roger Federer e Lindsay Vonn hanno fatto qualcosa di simile. E qui mi fermo. Si è sviluppato un evento esattamente come lo avevamo pensato noi. Fatalità.
 
Ci sta lasciando intendere che qualcuno ha preso “in prestito” la vostra idea?
Non ho detto questo. Semplicemente noi abbiamo lasciato perdere. L’idea era farlo la settimana prima del torneo, come evento di lancio. In futuro valuteremo se farlo, in un altro momento o in altre situazioni. Siamo rimasti un po’ sorpresi. (l’evento con Federer e Vonn è stato organizzato da un’azienda importante come la Lindt. Considerando la portata dei testimonial, i cui impegni sono scanditi con mesi di anticipo, ci viene da pensare che sia stata veramente una casualità, ndr).
 
Pensate comunque di riproporre qualcosa del genere?
Ci piace l’idea di essere camaleontici e sviluppare idee. Cortina è una location che si presta a eventi fuori dal comune, al di là dell’aspetto tecnico che resta comunque preminente. Può darsi che svilupperemo qualcos'altro, magari riprendendo l’idea sotto un’altra forma. Ci penseremo per l’edizione 2015.
 
Cosa è successo con il campo? Durante la finale erano piuttosto visibili delle chiazze di colore diverso. Qualcuno ha sussurrato che la terra rossa sia stata appoggiata sull’erba sintetica…
Abbiamo avuto problemi a causa del maltempo. E’ da 20 giorni che siamo sotto diluvio. Il giorno prima del torneo, la casa accanto alla mia era stata inondata e hanno dovuto chiamare i pompieri per affrontare l’inondazione. Giunti al club, abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco per togliere l’acqua dai campi. Tutto questo alla vigilia. Poi lunedì abbiamo fatto due partite e mezzo, martedì un paio su 18. Mercoledì è venuto giù il diluvio universale. Francamente credo che sia stato un miracolo finire il torneo. Se non ci fossero stati problemi coi campi, beh, sarebbe stato strano.
 
E’ vero che la terra rossa è stata posata sopra l’erba sintetica?
Assolutamente no. Proprio perchè c’era il challenger abbiamo chiamato un esperto, una persona di assoluta fiducia, per la realizzazione dei campi. Erano campi in terra rossa assolutamente regolari con il loro sottomanto, il loro manto…20 giorni fa avevamo fatto il girone finale dell’Over 50 con giocatori molto attenti al dettaglio. Ci mancherebbe. Purtroppo è stato un periodo durissimo: di recente ci sono stati quattro morti a causa del maltempo. Gli anziani del paese non ricordano di aver mai visto qualcosa del genere del genere a luglio. Ripeto: è da 20 giorni che siamo sotto diluvio. Durante la finale, obiettivamente, si vedeva che il campo era chiazze. Ma era il minimo. (Ovviamente non c’è motivo di dubitare della parola di un professionista come Mantegazza, ma sono giunte diverse segnalazioni, da più parti, sui problemi di un campo che – al netto delle difficili condizioni atmosferiche – non ha soddisfatto proprio tutti. Siamo certi che, forti di questa prima esperienza, nel 2015 sapranno fare ancora meglio, ndr).
 
Lei ha un ruolo importante anche al challenger di Vicenza?
No. Faccio ancora parte della società che gestisce il circolo di Vicenza, sono stato presidente per diversi anni, ma ultimamente ci siamo un po’ divisi compiti e competenze. I miei soci gestiscono il club di Vicenza mentre io mi occupo delle scuole tennis a Mirano e a Cortina. Il challenger di Vicenza è gestito da Enrico Bettini, così come io mi sono occupato di Cortina. Materialmente non sono stato operativo su Vicenza, perchè ero molto concentrato su Cortina.
 
Quali differenze pensa che ci siano tra i due eventi?
A Vicenza c’è un team consolidato, per anni si è svolto il torneo future, quindi forse è stato più semplice da loro. C’era già un’idea di torneo internazionale, mentre a Cortina c’è grande tradizione nello sci e nell’hockey, ma nel tennis un po’ meno. Anche per questo è stato bello vedere tanto entusiasmo, sia dell’amministazione comunale che di tanti ampezzani che sono venuti al club e non si aspettavano un torneo di questo livello. Se ne è parlato tanto anche sui media locali: radio, TV, giornali…oggi avevamo 2-3 pagine sui quotidiani locali, anche la Gazzetta ci ha dato spazio. Ci sono i presupposti per farlo diventare un evento ancora più importante.
 
Al giorno d’oggi, nel 2014, è possibile fare business con un torneo challenger?
E’ difficile. Molto difficile. Con la crisi economica attuale, trovare sponsorizzazioni di un certo tipo è molto complicato, se non impossibile. La fiscalizzazione italiana non aiuta, soprattutto la mancata defiscalizzazione delle sponsorizzazioni. Sa, mettendo i biglietti a 5-10 euro copri una parte delle spese, ma il protocollo imposto dall’ATP e le spese complessive sono mostruose. Si dice che le spese globali di un challenger siano circa il triplo del montepremi: direi proprio che ci sta. Per fare business, quindi, bisogna tirare su parecchi soldi. E di questi tempi si fa fatica. Lo facciamo lo stesso perchè ci teniamo e vorremmo che Cortina diventasse un punto di riferimento, anche perchè l’amministrazione comunale punta ad avere un evento-top in estate. In fondo, competitors di Cortina come Gstaad o Kitzbuhel hanno il loro torneo, quindi ci si prova. Noi facciamo tennis 12 mesi all’anno, quindi il torneo si inserisce in un contesto più ampio. Tuttavia, fare business direttamente con il challenger è piuttosto difficile.
 
Lei è ancora il coach di Matteo Viola. Come procede?
Stagione un po’ difficile. Ha perso molte partite “strane”. A tennis non ha mai giocato bene come oggi, eppure ha perso partite a causa degli errori di rovescio e non di dritto, storico punto debole. La battuta è migliorata, anche perchè la schiena non dà più segnali preoccupanti. Abbiamo lavorato parecchio e i miglioramenti ci sono stati. Ha perso tante partite dopo essere stato avanti di un set e di un break, con tante occasioni. Si mette molta pressione, a volte non ha la giusta lucidità nei momenti che contano. Quella arriva se sei in fiducia. Invece Matteo si è incupito a inizio anno e fa un po’ fatica ad uscirne.
 
Lei lo segue regolarmente?
Non al 100%. Lo seguo una decina di settimane all’anno, per il resto è seguito dal preparatore atletico Massimo Pietrogrande. Già dall’anno scorso le mie uscite si sono un po’ diradate. Comunque lui ha un ottimo rapporto con Massimo e abbiamo trovato questo equilibrio. Poi aiuta molto lo streaming dei challenger, che mi permette di vederlo praticamente a ogni torneo. Peccato per la situazione attuale, potrebbe essere circa 100 posti avanti. Ha perso partite incredibili con giocatori che poi magari vincono il torneo o fanno ottimi risultati.
 
Scommetterebbe 10 euro su Viola top-100 entro fine carriera?
Assolutamente. Anche 20! Ha dimostrato di avere lampi e momenti di tennis in cui dici: “Ah però, ci può stare”. Gli manca continuità, fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. E lì da anni, ha battuto svariati top-100, ha fatto risultati anche nei tornei ATP…mi viene da pensare che a Roland Garros ci siamo allenati due giorni con Goffin. Oggi il belga è 50 ATP e ha appena vinto Kitzbuhel. Francamente non credo che ci siano 150 posti di differenza. Con lui e con altri. Attendiamo fiduciosi, in fondo tanti italiani sono maturati piuttosto tardi…speriamo che Matteo possa fare altrettanto.