Pochi minuti fa è arrivata l’ufficialità: la finale tra Marchenko e Couacaud non si disputerà. Cosa accade per quanto concerne la ripartizione di prize money e punti Atp?

La finale del Challenger di Bergamo non si disputerà. L’ultimo atto del torneo Lombardo, che vedeva opposti Ilya Marchenko ed Enzo Coaucaud, non andrà in scena a causa del fenomeno Coronavirus che in questa domenica ha costretto al rinvio anche alcune partite di Serie A con impegnate squadre del Nord Italia. Per quanto riguarda la ripartizione dei punti Atp e prize money, l’ucraino ed il francese sono entrambi costretti a immagazzinare il bottino del finalista, che comprende 48 punti per la classifica mondiale ed una remunerazione di 3.650€. Impossibile il rinvio a data da destinarsi, in quanto il prossimo programma è fitto di impegni e competizioni imminenti.

Una decisione inevitabile che, come spiega il ministro Vincenzo Spadafora nella lettera indirizzata al presidente del Coni Giovanni Malagò, deve necessariamente riguardare anche gli eventi sportivi di questa portata.

“Il Governo si appresta ad emanare misure urgenti per fronteggiare e contenere in modo particolarmente incisivo i casi di contagio da Coronavirus.

Tali misure comprendono anche il mondo sportivo per l’esigenza di prevenire rischi e tutelare al meglio la salute di tutti coloro che, a vario titolo, partecipano alle manifestazioni e alle competizioni.

In attesa del perfezionamento dei provvedimenti e della piena ed efficace attuazione degli stessi, su conforme avviso del Consiglio dei Ministri, per ragioni di cautela e massima precauzione, Le chiedo di farsi interprete presso tutti i competenti organismi sportivi dell’invito del Governo di sospendere tutte le manifestazioni sportive di ogni grado e disciplina previste nelle Regioni Lombardia e Veneto per la giornata di domenica 23 febbraio 2020.

Tale invito non è da estendere agli atleti e gruppi di atleti dei quali siano programmate, per la stessa giornata, trasferte fuori dalle predette Regioni, salvo che i medesimi atleti e gruppi di atleti provengano dalle aree geografiche già indicate dalle autorità sanitarie quali focolai di contagio.

Confido nella massima collaborazione di codesto Comitato nazionale e dell’unità di impegno da parte di tutti i soggetti che esercitano responsabilità nel sistema sportivo”.