Le parole del capitano azzurro sulla prossima edizione della Coppa Davis e non solo
Tra gli artefici del successo del movimento tennistico italiano c’è anche Filippo Volandri. Il capitano della nazionale azzurra ha condotto l’Italia per il secondo anno consecutivo al trionfo in Coppa Davis e davanti al pubblico di casa avrà la possibilità di ripetersi, dato che le fasi finali della competizione si disputeranno nel nostro Paese per i prossimi tre anni. “È successo tutto molto velocemente – le parole di Volandri nell’intervista alla Gazzetta dello Sport -, ma è il premio al lavoro del tennis italiano, tecnici e giocatori e in primis della federazione che ha dimostrato la sua abilità anche nella gestione dei grandi eventi. Sarebbe stupendo poterci ripetere in casa davanti al nostro pubblico. Va detto che a Malaga c’erano così tanti tifosi italiani che sembrava di giocare in casa. Ma non è così semplice, non basta desiderarlo. C’è tanto lavoro dietro, ed essendo noi già qualificati alla fase finale non abbiamo occasioni di giocare fino al momento decisivo“.
“Continueremo ad avere un confronto con i tecnici per mettere in campo la formazione migliore – continua il capitano azzurro -. Nello sport si può sempre crescere e migliorare. Lo abbiamo fatto con costanza negli ultimi anni e possiamo farlo ancora. Magari allargare il gruppo di lavoro, aprire a delle consulenze, per avere un confronto, nuovi stimoli. È sempre utile ascoltare diversi punti di vista“.
Sul successo di Malaga ha aggiunto: “La prima è stata la Davis dell’emozione, era tutto nuovo. Un po’ di alti e bassi nel percorso ci hanno fatto arrivare alla fine molto felici ma un po’ stressati. Questa è stata la Davis del lavoro, perché l’abbiamo impostata in maniera diversa, avendo l’esperienza dell’anno precedente. Personalmente sono meno stanco rispetto al 2023, ma sto facendo più fatica a riprendere il ritmo. Se l’anno scorso era la festa della Davis, quest’anno è assolutamente la festa di tutto il tennis. Donne e uomini, gruppi e singoli. Ed è bello che sia così. A gennaio poi andremo anche dal Presidente della Repubblica e ci saranno tutti i protagonisti. Compresi Cobolli e Arnaldi, che erano a Bologna e per me hanno vinto la Davis esattamente come quelli che erano a Malaga. È una vittoria del gruppo, e per me è la cosa più importante“.