Il Giappone pareggia i conti a Morioka, e l'Italia mastica amaro. Andreas Seppi rimonta uno svantaggio di 4-2 nel quinto set contro Yuichi Sugita, e riesce a guadagnarsi un match-point. Ma lo manca con un errore di diritto e nel tie-break decisivo raccoglie un solo punto, lasciando il campo con tanti rimpianti. Diventa importantissimo il doppio.Fabio Fognini ha vinto un match che – più per colpa sua che per meriti dell’avversario – si poteva perdere, specialmente se Taro Daniel non avesse spedito sul gancio la volèe alta del 2-1 e servizio nel quinto set, mentre Andreas Seppi ha perso un match che si poteva vincere. E così la prima giornata di Giappone-Italia termina sull’1-1, dopo dieci set, otto ore di tennis e qualche rimpianto in più nello spogliatoio a tinte tricolori, perché se Daniel non ha mai dato davvero l’impressione di poter vincere, Seppi l’ha data eccome e ce l’aveva quasi fatta. Gli sarebbe bastato vincere un maledetto punto in più, sul 6-5 e 30-40 (in risposta) nel quinto set, contro un Sugita che in quel momento stava sentendo tutta la tensione di un punto da conquistare a tutti i costi. Ma dopo uno scambio il diritto del 34enne di Caldaro è morto in rete, insieme alle ultime energie e alle possibilità di regalare all’Italia un 2-0 che era nelle sue corde. Invece è crollato al tie-break decisivo, finendo la benzina fisica e mentale proprio sul più bello e arrendendosi per 4-6 6-2 6-4 4-6 7-6, dopo 3 ore e 28 minuti dal sapore simile alle 3 e 54’ di Fognini-Daniel. La fatica del numero uno d’Italia era stata accentuata dagli alti e bassi, mentre Andreas ha avuto un rendimento più lineare, ma le statistiche raccontano un match non così diverso: la sua percentuale di prime è stata appena sufficiente e gli errori sono stati cinque volte i vincenti. Eppure ha avuto comunque delle chance importanti di portare a casa il successo, perché l’avversario ha mostrato dei limiti abbastanza chiari nella gestione del match, alternando game di alto livello e momenti in cui staccava completamente la spina.
MANCA UN MATCH-POINT E CROLLA
Seppi recrimina soprattutto perché si è giocato il match che piace a lui, con tanto ritmo, poche variazioni e la possibilità di scambiare, eppure il punto è andato a Sugita, e non perché fosse superiore. Ma perché ha saputo comandare il gioco più spesso, mentre ad Andreas sono mancate tante piccole cose: colpi, punti, momenti che potevano creare opportunità. A Sugita è capitato di smarrire la bussola praticamente una volta per set, ma Seppi non è stato bravo a sufficienza per approfittarne sempre, a causa di quella maledetta assenza di killer instinct ("non penso di aver giocato male, ma in tanti frangenti avrei dovuto essere più incisivo, soprattutto con il diritto", ha detto in conferenza stampa) che ne ha più volte condizionato la pur ottima carriera. È riuscito a far pagare gli errori a Sugita nel primo set, non nel secondo e nel terzo, quando a incepparsi è stato lui, e ce l’ha fatta di nuovo nel quarto, il set più rapido del match. È scivolato senza l’ombra di una occasione sino al 5-4, quando Seppi ha mostrato gli artigli, Sugita si è impaurito e con doppio fallo e diritto in corridoio ha consegnato break e set. Ma in avvio di quinto, proprio al momento di calcare la mano, l’azzurro ha perso di nuovo la battuta, fino a trovarsi sotto 4-2. Una reazione d’orgoglio, unita alle paure di un Sugita non troppo bravo a reagire alle difficoltà, l’hanno rimesso in partita, e il match-point che non è riuscito a prendersi sul 5-4 è arrivato due game dopo. Ma il giapponese è stato bravo a prendere in mano lo scambio, lui ha messo in rete un diritto in corsa e ha finito sulle ginocchia, immagine simbolo di quanto sarebbe successo da lì alla fine del match. Ci sono stati altri undici punti, ma Seppi ne ha vinto appena uno. SE FABIO DARÀ L'OK, IL DOPPIO È SUO
Al termine della prima giornata l’1-1 è un risultato corretto, che conferma le previsioni di chi vedeva il doppio come sfida cardine dell’intero confronto. Per l’Italia accanto a Simone Bolelli dovrebbe esserci Fabio Fognini, a meno che il problema alla spalla accusato negli ultimi giorni e tornato a far male oggi non sia troppo grave (così non sembra), mentre per il Giappone dovrebbero giocare Yasutaka Uchiyama e Ben Mclachlan. Il vero specialista è il secondo, reduce dalla semifinale all’Australian Open, ma va sottolineato che fino allo scorso anno giocava i tornei Challenger, e anche senza particolare successo. Poi, proprio con Uchiyama ha vinto a sorpresa l’ATP 500 di Tokyo (battendo alcune delle coppie più forti del mondo) e ha iniziato una scalata che si fa sempre più interessante. Tuttavia, resta un po’ poco per considerarlo una minaccia, specialmente di fronte a una coppia affiatata come Bolelli/Fognini, che l’Australian Open l’ha vinto, tre anni e un giorno fa. I due non giocano insieme da un po’, e nell’ultimo match disputato insieme in nazionale (lo scorso anno, in Argentina) avevano mostrato qualche difficoltà d’intesa in più rispetto al passato, ma restano favoriti. Col piccolo vantaggio di poter guardare al doppio con più tranquillità degli avversari: per i padroni di casa è un match da dentro o fuori, dato che vien difficile credere che il Daniel visto oggi possa battere Seppi, mentre anche in caso di 1-2 l’Italia sarebbe comunque favorita in entrambi i singolari di domenica. Un piccolo paracadute che, però, sarebbe meglio non dover aprire.

COPPA DAVIS 2018 – 1° TURNO WORLD GROUP
GIAPPONE – ITALIA 1-1

(Morioka Takaya Arena, Giappone, Greenset indoor)
Fabio Fognini (ITA) b. Taro Daniel (JPN) 6-3 3-6 4-6 6-3 6-2
Yuichi Sugita (JPN) b. Andreas Seppi (ITA) 4-6 6-2 6-4 4-6 7-6
Mclachlan/Uchiyama (JPN) vs Bolelli/Fognini (ITA) sabato ore 5.00