Nonostante tre set da incubo e un tennis che funziona a intermittenza, Fabio Fognini riesce a portare a termine la sua missione. Nel primo singolare del duello col Giappone la spunta in cinque set su Taro Daniel, e consegna all'Italia il punto dell'1-0. Il numero uno azzurro lamenta un fastidio alla spalla, ma per il doppio non sembra un problema.Ci sono voluti cinque set, la rimonta, tanta sofferenza, una dozzina di doppi falli, la bellezza di 112 errori spalmati in quattro ore e anche un pizzico di paura, ma l’atteso punto dell’1-0 per l’Italia è arrivato. Come? Alla maniera di Fabio Fognini, i cui match in Coppa Davis assumono spesso contorni ancora più fognineschi, come se il peso del tricolore (esibito anche nell’abbigliamento) ne aumentasse pregi e difetti. Ma in fondo ciò che conta davvero è che il numero uno azzurro in nazionale ha deluso molto raramente, vincendo quasi tutti i match che doveva vincere, compreso quello inaugurale del week-end di Morioka contro Taro Daniel, domato per 6-3 3-6 4-6 6-3 6-2 al termine di un duello molto più complesso del previsto. A un’impresa del giapponese di papà americano non ci credeva nessuno, nemmeno il capitano dei padroni di casa Satoshi Iwabuchi, che alla vigilia aveva indicato come determinanti i due singolari di Sugita e il doppio di sabato. Il motivo della mancanza di fiducia si è visto presto, in un tennis capace di produrre appena sedici colpi vincenti in cinque set sul veloce al coperto, eppure la partita c’è stata eccome. Sia grazie a un atteggiamento sempre positivo di Daniel (il mix tra carattere giapponese e mentalità forgiata in Spagna si vede a occhio nudo) sia per colpa di un Fognini che per due ore e mezza ha fatto e disfatto in continuazione, litigando con servizio e diritto, faticando a trovare la concentrazione e pure la continuità, anche solo fra un punto e il successivo. Ne sono venuti fuori tre set da incubo e infarciti di break, per lui come per l’avversario, che si è fatto scippare il primo da 4-3 e servizio (restituendo il break con tre doppi falli) ma poi è stato più bravo nei pochi punti che hanno deciso secondo e terzo.
LA SICUREZZA FRA TERZO E QUARTO SET
In entrambi i parziali ad andare avanti è stato Fabio, ma tanto giocava bene in svantaggio nel punteggio quanto pasticciava quando avanti c’era lui, e i set sono finiti entrambi sulla panchina giapponese, iniziando a far credere all’impresa anche al poco (e poco rumoroso) pubblico della Morioka Takaya Arena, piena per circa metà dei 4.000 posti a disposizione. In altre parti del mondo gli spettatori avrebbero cercato di fare la loro parte, provando a infastidire Fognini per mettere il dito nella piaga, ma la cultura giapponese certe abitudini non le comprende. Nonostante lo svantaggio Fognini ha avuto il pregio – e questa è una differenza rispetto al passato – di rimanere freddo come il clima fuori dal palazzetto, e al rientro in campo dopo il toilet break fra terzo e quarto set scherzava e rideva come se nulla fosse. Poteva apparire come un comportamento un tantino fuori luogo, invece si è rivelato il sinonimo di una sicurezza trasferita in campo molto presto. Il 30enne ligure ha deciso che non era più il momento di scherzare, e finalmente è riuscito a metterci la giusta concentrazione. Il suo match è iniziato lì: ha ritrovato la prima di servizio, ha ritrovato il diritto, le gambe hanno iniziato a girare (molto) meglio rispetto alle prime due ore di partita, e il match ha assunto i contorni attesi alla vigilia. Dice tutto il 6-3 6-2: Fognini ha iniziato a sbagliare sempre meno e a trovare i colpi vincenti sull’uno-due, Daniel ha accusato un netto calo fisico e dopo aver giocato 24 palle-break nei primi tre set ne ha vista una sola negli altri due. L’avrebbe mandato sul 2-1 e servizio nel quinto, ma ha sbagliato una comoda chiusura a rete e nel game dopo Fognini è scappato via. “PEGGIOR MATCH DELL’ANNO, MA TANTO CUORE”
In sintesi, a Fognini si può imputare la colpa di aver tenuto in vita l’avversario per cinque set, tanto che in 112 dei 155 punti raccolti dal 25enne di New York (praticamente 3 su 4) c’è lo zampino di un errore dell’azzurro. Tuttavia, conta di più il merito di aver cambiato passo nel momento opportuno, e alzare il livello a comando dopo tre set di totale sofferenza non è per niente semplice. “È stata una partita abbastanza brutta – ha detto Fabio al microfono di SuperTennis – ma me ne importa poco. Ho portato all’Italia il primo punto ed è quello che volevo. In campo non mi sentivo bene, negli ultimi due giorni ho avuto un po’ di dolore alla spalla destra e nel corso del match sono tornato a sentirlo, ma ho lottato. Sono consapevole che si tratta del peggior match giocato quest’anno: ho servito male, ho colpito maluccio anche da fondo campo, ma ci ho messo tanto cuore. Adoro questo sport e adoro lottare anche quando le cose non funzionano bene. L’importante era conquistare il punto per permettere ad Andreas si scendere in campo sull’1-0, con più tranquillità”. Con un doppio importantissimo da giocare sabato insieme a Simone Bolelli, e un altro (eventuale) singolare ad attenderlo domenica mattina, le energie sarebbe stato meglio risparmiarle piuttosto che buttarle via per questioni di concentrazione, ma insieme a doti fisiche eccellenti Fognini ha anche grandi capacità di recupero. Resta da capire l’entità del fastidio alla spalla, e anche di un dolore al braccio trattato dal fisioterapista nel corso del terzo set, ma la situazione sembra decisamente sotto controllo.

COPPA DAVIS 2018 – 1° TURNO WORLD GROUP
GIAPPONE – ITALIA 0-1
(Morioka Takaya Arena, Giappone, Greenset indoor)
Fabio Fognini (ITA) b. Taro Daniel (JPN) 6-3 3-6 4-6 6-3 6-2
Yuichi Sugita (JPN) b. Andreas Seppi (ITA) a seguire