L’urna di Londra volta le spalle agli azzurri: sembrava certa la possibilità di iniziare la Coppa Davis 2018 giocando in Italia, invece è capitata l’unica opzione (su 9) che obbligherà i ragazzi di Corrado Barazzutti a giocare in trasferta. Dal 2 al 4 febbraio saranno in campo in Giappone. Con grandi chance di trovare ad attenderli anche Kei Nishikori.Sia maledetto quel misero 11% di probabilità. Con sette potenziali avversarie da ospitare nel Belpaese, e la doppia opzione (a sorteggio) in caso di duello col Giappone, l’Italia pregustava già la possibilità di esordire in casa nella prossima Coppa Davis. Invece, almeno a livello territoriale, è andata nel peggiore dei modi: l’urna di Londra ha detto Giappone, il sorteggio immediato ha regalato ai nipponici il ruolo di nazione ospitante, e dal 2 al 4 febbraio del 2018 saranno gli azzurri a far visita a Kei Nishikori e compagni. In termini di storico l’urna ha rispettato la tradizione: gli unici due precedenti (parecchio datati: 1930 e 1932) si erano giocati a Genova e Milano, quindi è corretto che sia l’Italia a giocare in trasferta. E a livello logistico non è neanche così male: sarebbe stato molto peggio affrontarli nel secondo turno di aprile, prima del via della stagione sulla terra, mentre la sfida di febbraio sarà la settimana successiva all’Australian Open, e gli azzurri potranno volare nel Paese del Sol Levante direttamente da Melbourne. Ma il problema è aver perso un vantaggio del fattore campo che pareva scontato, e contro la formazione giapponese sarebbe stato anche molto prezioso. Le stagioni di Tokio coincidono con quelle di Roma, quindi a febbraio si giocherà necessariamente indoor, e la scelta del cemento è fin troppo scontata, per le caratteristiche dei giapponesi e anche per la quasi totale assenza nel paese di campi di superfici diverse. Sulla terra battuta sarebbe stata tutta un’altra storia, vista la scarsa attitudine degli avversari, mentre sul duro l’Italia va incontro a una missione molto complicata, con la prospettiva di affrontare Francia o Olanda in caso di successo.
NISHIKORI IN CAMPO? PIÙ SÌ CHE NO
Il Giappone è una delle otto squadre che si sono guadagnate la salvezza nei play-off dello scorso fine settimana, battendo per 3-1 il Brasile in un duello terminato al lunedì, a causa del tifone che si è abbattuto sulla città di Osaka. La notizia è che ce l’hanno fatta senza Kei Nishikori, fermo fino a fine stagione per il noto problema al polso, senza il numero tre del Paese Taro Daniel e pure senza il giovane Yoshihito Nishioka, protagonista di un grande avvio di stagione che l’aveva portato nei primi 60 del mondo, ma poi fermato da un grave infortunio al legamento crociato di un ginocchio. Vuol dire che, malgrado le loro chance restino parecchio legate alla presenza o meno di Nishikori, hanno comunque dei discreti ricambi, e hanno trovato un ottimo numero 2 in Yuichi Sugita, che quest’anno ha vinto un torneo ATP e con una grande estate è arrivato al numero 42 del mondo. Col Brasile è stato lui a travestirsi da trascinatore, aprendo i giochi al venerdì e chiudendoli tre giorni dopo, ma il capitano Satoshi Iwabuchi si augura naturalmente di poter presto contare anche su Nishikori. A differenza di tanti altri top-10 (ora è numero 14, ma il suo status è quello), il 27enne di Shimane ha risposto molto spesso alle chiamate della nazionale, e delle ultime 10 stagioni di Davis ne ha saltate solamente un paio: il 2010 e questa, mancando a settembre per l’infortunio e a febbraio perché, per la prima volta in carriera, ha deciso di giocare un paio di tornei sudamericani sulla terra battuta. Difficile dire se farà la stessa cosa nel 2018, ma vista la sua fedeltà vien da pensare che proprio la doppia assenza di quest’anno giochi a favore di un ritorno. Per l’Italia non è affatto una buona notizia.