BELGIO (fuori casa)
Abbiamo un conto da saldare. Nel 2000, a Mestre, furono loro a spedirci in B per la prima volta, nonostante l’orgogliosa resistenza di Davide Sanguinetti contro Cristophe Rochus. Nonostante la finale dell’anno scorso, non sono imbattibili. David Goffin è un top-player avvicinabile, mentre il numero 2 (Steve Darcis) parte sfavorito contro i nostri migliori giocatori. Inoltre non hanno un doppio di livello: contro il Brasile hanno colto una sorprendente vittoria su Melo-Soares, ma la tensione agonistica era sotto zero. Vedremo se questo Joris De Loore può essere una buona opzione per capitan Van Herck.
REPUBBLICA CECA (in casa)
Hanno nome e tradizione, anche recente, ma non sono più quelli di un tempo. Tomas Berdych non ha più tanta voglia di giocare in Davis, Radek Stepanek va verso i 40, Lukas Rosol è imprevedibile e Jiri Vesely non è il fenomeno che sembrava qualche anno fa. In casa, sulla terra battuta e con un pubblico indemoniato, l’Italia potrebbe dire la sua. Certo, hanno vinto 10 match di fila tra il 2012 e il 2014, ma la sconfitta contro la Francia in luglio ha sancito la fine di un’epopea. Sarebbero stati molto ostici a casa loro, ma il fattore campo potrebbe essere decisivo.
SVIZZERA (fuori casa)
Sembra impossibile che Federer e Wawrinka giochino entrambi, tenendo conto della vicinanza con l’Australian Open. Il precedente di Pesaro, tuttavia, consiglia un pizzico di prudenza, giacché per poco Marco Chiudinelli non complicava il weekend. Ci accoglierebbero su un campo rapidissimo e il duo Chiudinelli (ammesso che giochi ancora e abbia voglia di esserci) e Laaksonen non è da sottovalutare. Gli altri sono un passo indietro, a partire da Antoine Bellier, che pure ha mostrato un discreto carattere in Uzbekistan. Saremmo favoriti, ma la sfida andrebbe maneggiata con cura. E’ pacifico che basterebbe uno tra Wawrinka e Federer per rovesciare i pronostici.
SERBIA (in casa)
Che parliamo a fare? Italia-Serbia presenterebbe due partite totalmente diverse tra loro. Una con Djokovic, una senza Djokovic. Dovesse esserci il numero 1 del mondo, difficilmente lascerebbe per strada un punto, almeno in singolare. E darebbe respiro ai connazionali, a partire da Viktor Troicki e uno Janko Tipsarevic che non ha nessuna intenzione di mollare (anche se 3 su 5, su terra, non è certo il suo territorio preferito). I serbi hanno anche Filip Krajinovic, in costante oscillazione tra diventare un giocatore vero e l’etichetta di bluff. Sulla terra battuta avrebbe chance di essere schierato anche Dusan Lajovic, splendido rovescio a una mano ma non esattamente un cuor di leone. Il doppio può diventare un problema, giacché Nenad Zimonjic ha sempre più capelli bianchi.
FRANCIA (in casa)
Anche qui, il fattore campo potrebbe darci una mano. Yannick Noah non è riuscito a compattare l’ambiente come avrebbe voluto, e non è neanche certo di andare avanti (“Diciamo che resterò al 90%”). Giocare la semifinale senza Tsonga e Monfils ha scatenato l’opinione pubblica, specie per il forfait del secondo, e la scelta di portare due doppisti non ha pagato. Senza contare che Bolelli-Fognini hanno già battuto Herbert-Mahut, peraltro in una situazione molto importante. Saremmo comunque sfavoriti perché hanno una panchina lunghissima e competitiva, ma a casa nostra si può giocare, specie su un campo lentissimo. Alzi la mano chi vuole affrontare Fognini e Lorenzi, a casa loro, sulla distanza dei 3 su 5….
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GRAN BRETAGNA (fuori casa)
Abbiamo battuto i britannici due anni fa grazie a uno splendido Fognini, ma stavolta il fattore campo potrebbe valere al contrario. E’ chiaro che Andy Murray potrebbe non esserci, specie se dovesse arrivare in fondo a Melbourne, ma il duo Edmund-Evans non è male. E in doppio hanno tante opzioni da affiancare a Jamie Murray. Sarebbe una sfida affascinante, ma non impossibile. Pensi alla Gran Bretagna in trasferta e torna in mente il successo del 1976, sul Campo 1 di Wimbledon, nell’anno del nostro unico trionfo….
CROAZIA (fuori casa)
Molto dipenderà dall’esito della finale del 2016. Dovessero vincere l’Insalatiera, è possibile che Marin Cilic si prenda un turno di riposo. Diverso il discorso per Borna Coric, ancora bisognoso di esperienza. A casa loro abbiamo subito una dolorosa sconfitta nel 2008, poi ci siamo vendicati nel 2013. Hanno un team forte e compatto, anche se con la panchina corta. Per intenderci, l’assenza di Cilic li indebolirebbe di un buon 50%. Vuoi perché dovrebbero schierare Dodig in singolare, vuoi perché lo stesso dovrebbe trovarsi un altro compagno. A meno che non decidano di pescare tra una serie di giocatori che bazzicano i Challenger. Possiede il passaporto croato anche Ivo Karlovic, ma pare proprio che Mister Ace abbia chiuso per sempre con la Davis. Con Cilic non avremmo molte chance, senza Cilic sarebbe una bella partita, con buone possibilità anche per noi.
ARGENTINA (fuori casa)
Sarebbe il terzo scontro diretto in quattro anni. E sarebbe curioso vedere su quale superficie ci ospiterebbero. Per l’albiceleste vale più o meno lo stesso discorso fatto per la Croazia: molto dipenderà dall’esito della finale. Dovessero vincere, non crediamo che Juan Martin Del Potro ci sarà anche stavolta. Senza di lui, probabilmente sceglierebbero ancora la terra battuta. Se dovesse dare la disponibilità, l’indoor sarebbe una buona opzione per Daniel Orsanic. Il problema dell’Argentina, in questo momento, è l’assenza di specialisti del doppio. A Pesaro gliel’abbiamo regalato, ma a Glasgow sono emersi tutti i limiti. Di certo, anche senza Del Potro, troveremmo una squadra più forte di quella che Fabio Fognini batté, praticamente da solo, nel febbraio 2014.
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