Domani, contro Alcaraz, Djokovic si troverà probabilmente a fronteggiare, oltre all’avversario, il tifo contro del pubblico. Una situazione non nuova per il serbo

“Hubiii, Hubiii…“. Il coro dei tifosi del Pala Alpitour in favore di Hurkacz non deve essere stato facile da digerire per Novak Djokovic. Ma come, deve aver pensato ieri il vincitore di 24 Slam, già certo di chiudere l’anno al primo posto, passi di dover subire il sostegno a favore di Sinner, l’idolo di casa, ma tutti quegli applausi per un giocatore polacco, perché? Probabilmente, rispondiamo noi, per la paura che Nole possa di nuovo ritrovarsi sulla strada di Jannik, a contendersi domenica il torneo, e chissà questa volta come finirebbe.

Straniero in terra straniera, il campione che ha trascorso tutta la sua carriera a contendere a Federer e Nadal trofei (con grande successo) e applausi (e qui ha avuto molta meno fortuna) si è così ritrovato a dover riflettere per l’ennesima volta sull’impossibilità di farsi amare, almeno quanto lui vorrebbe. E certo non hanno giovato le piccole provocazioni sfoggiate nel match di martedì contro Sinner, dal dito all’orecchio alla fine del secondo set – come a dire agli ultras torinesi “non vi sento” – fino agli atteggiamenti da direttore d’orchestra (dei fischi piovuti dagli spalti).

Certo, oggi l’allenamento di Djokovic è stato seguito da un nugolo di ragazzi adoranti e applaudenti, ma vuoi mettere un’ora di pallate senza problemi con un match vero? Domani andrà in scena l’ennesima sfida tra il serbo e i tifosi, e contro Alcaraz poi, il ragazzo che ha osato sfilargli il sogno di vincere Wimbledon per l’ottava volta e che ha messo in crisi il suo dominio da numero 1 del mondo, e che in tanti qui a Torino vorrebbero vedere in finale contro Sinner. Sono quattro i confronti tra i due (due vittorie parte e 2-1 per Nole nel 2023), il primo a giocarsi indoor. Da notare che Djokovic in due occasioni ha vinto le finali Atp dopo aver perso un incontro nel girone eliminatorio. Gli successe a Shanghai nel 2008 – il torneo si chiamava ancora Masters Cup – contro Tsonga, prima di trionfare in finale contro Davydenko, e poi a Londra nel 2016. Qui Novak perse al debutto contro Federer (5-7 2-6), che poi ritrovò in finale, battendolo 6-3 6-4. Tanto per dire che Djoko ha ampiamente dimostrato in passato di sapersi rialzare facilmente dai pochi passi falsi compiuti. Tifo contro permettendo…