ESCLUSIVO – La nostra giuria di coach spiega cosa deve fare Fabio Fognini per battere il francese e centrare la semifinale a Monte Carlo. Tante chiavi di lettura per un match che può essere storico. 
Claudio Pistolesi pensa che Fognini debba usare con frequenza il servizio a uscire

Di Riccardo Bisti – 19 aprile 2013

 
E’ scoppiata la Fognini-Mania. All’improvviso, in tanti si sono resi conto delle qualità del ligure, negli anni semi-nascoste da una condotta non sempre impeccabile. Adesso che ha recepito i dettami di coach Josè Perlas, a quasi 26 anni è più forte che mai. A Monte Carlo ha ottenuto uno dei migliori risultati in carriera, forse il più interessante per peso specifico, ancor di più dei quarti al Roland Garros 2011, quando non battè neanche un top 30. Stavolta ha superato il n. 18 Andreas Seppi e il n. 6 Tomas Berdych, avversario di più alta classifica mai battuto. Eguagliato Filippo Volandri, ultimo azzurro a raggiungere i quarti nel Principato (nel 2005, quando un giovanissimo Gasquet battè Federer), adesso gli obiettivi crescono. Il prossimo step si chiama semifinale, come Andrea Gaudenzi nel 1995, anno del rocambolesco match contro Thomas Muster. Sarebbe un risultato storico: da quando è stata istituita la categoria dei tornei Masters 1000 (prima Masters Series, ancora prima Super 9), abbiamo raccolto la miseria di tre semifinali: oltre a quella di Gaudenzi, si ricordano la cavalcata romana di Filippo Volandri nel 2007 e l’impresa di Andreas Seppi ad Amburgo 2008, unico “intruso” tra Federer, Nadal e Djokovic. Per accedere nell’elite, Fognini deve battere Richard Gasquet, numero 9 del mondo. I precedenti sono inquietanti: 2-0 per il francese, con Fognini capace di vincere appena quattro giochi in quattro set, spalmati tra Chennai 2007 e Sydney 2012. Ma all’epoca era un altro Fognini. Oggi Fabio è più forte che mai e può centrare l’impresa. La pensano così i nostri esperti Claudio Pistolesi, Leonardo Caperchi e Laura Golarsa. Solo Luca Bottazzi (“mago” nel pronosticare Seppi-Fognini) pensa che il francese sia favorito. Tuttavia, anche lui pensa che Fognini possa avere una chance. A patto che…
 
Abbiamo chiesto ai nostri top-coach cosa deve fare Fabio per vincere la partita. Ecco le risposte.
 
CLAUDIO PISTOLESI
Mi chiedete un compito improbo, perché Perlas è un allenatore straordinario. Sta gestendo alla grande Fognini e sa come consigliarlo. Fabio ha avuto un miglioramento enorme sul piano dell’atteggiamento. Ha imparato a restare tranquillo e si è reso conto che da calmi si gioca meglio. Contro Gasquet non dovrà accontentarsi di essere arrivato nei quarti, ma cercare la prima semifinale in un Masters 1000, risultato storico per lui e per l’Italia. Sul piano tecnico dovrà tenere i piedi dentro il campo, muoversi con rapidità e prestare massima attenzione alla risposta. Inoltre, fossi in lui, utilizzerei con frequenza il servizio ad uscire, in modo da buttare il francese fuori dal campo e manovrare con il dritto. Ovviamente deve evitare il rovescio di Gasquet. Il francese è allenato da Piatti, che ha lavorato con Fabio? Non credo sia un grosso vantaggio, ormai i giocatori si conoscono benissimo tra loro. Non penso che Richard entri in campo e giochi con la sinistra! Forse gli può dare una mano a livello mentale, ma non credo sia un fattore decisivo. Chi vince? Non mi esprimo, perché qualsiasi cosa dicessi sarebbe un errore: se dico che vince lo gufo, se dico che perde magari si può pensare che non creda in Fabio. Invece ci credo molto.
 
LUCA BOTTAZZI
Durante Cilic-Gasquet ho detto che Fabio avrebbe vinto col croato, mentre col francese avrebbe perso. Mi spiego: sul piano delle competenze strettamente tennistiche (prevedere e anticipare quello che succede, il che si traduce nel coprire prima e al meglio gli spazi del campo per ricevere la palla), Fognini è tra i 5-6 migliori al mondo. Ne vedo pochissimi sopra di lui. Come potenzialità può stare tranquillamente nei 20, forse anche nei 10. A Monte Carlo, tuttavia, vedo favorito Gasquet perché ha la sua stessa qualità e serve un po’ meglio. Inoltre ha più esperienza a certi livelli. Tuttavia, se Fabio riesce a metterla sul fisico, allungando gli scambi, può avere una chance. Credo che sulla distanza dei 3 set su 5 avrebbe avuto più possibilità. Spero che possa fare bella figura, magari strappare un set, ma per vincere la deve mettere sul fisico. Come fare? Spingendo Gasquet molto lontano dal campo, in modo da aprirsi gli angoli. Non dovrà mai tirare una palla uguale all’altra, deve farlo faticare e pensare, trasformare il match in una sfida fisica e mentale. Sull’1-2 ha meno chance, perché Gasquet serve e risponde meglio di lui. Nel tennis di corsa, di fatica, Gasquet può diventare un giocatore qualunque. Tradurre tutto questo nella pratica non è facile, ma è l’unica via. Un pronostico a lungo termine? Vedo Fabio tra i primi 10-15, ma nell’arco di un paio d’anni.
 
LEONARDO CAPERCHI
Finalmente Fabio gioca partite importanti. Direi che Gasquet è avvantaggiato perché conosce queste situazioni meglio di lui. Credo che l’aspetto mentale sia decisivo, bisogna vedere cosa ha Fabio in testa e quali motivazioni lo spingono. Più che al risultato, io starei attento all’atteggiamento. Deve giocarsela fino in fondo, perché spesso gli capita di spegnersi completamente quando le partite diventano difficili. Giocandosela fino alla fine, darebbe un segnale importante, farebbe capire che vuole vivere da protagonista i tornei che contano. Gasquet ha il vantaggio di avere Piatti al suo angolo, uno che conosce bene Fabio. Ma allo stesso tempo può essere una grande motivazione. Sul piano tecnico, il francese può fare la differenza con il rovescio lungolinea: per questa ragione, Fabio dovrà cercare di impostare lo scambio sulla diagonale del dritto.
 
LAURA GOLARSA
Fabio può giocarsela alla grande, ne sono più che convinta. Per mettere in difficoltà Gasquet non bisogna giocare “carico”, ma molto diretto, senza grandi rotazioni, in velocità, e usando qualche palla corta. Gasquet ha delle aperture molto ampie, è macchinoso, ha bisogno di tempo per esprimere la su qualità. Ma giocando rapido, senza dargli tempo, Fognini può metterlo nei guai. Ovviamente deve essere evitata la diagonale di rovescio. Lo ammetto, il francese non mi fa impazzire. E’ entrato tra i top 10 perché ha trovato continuità, ma sono convinta che al di fuori dei primi 5-6 ci sia spazio per tutti, anche per Fognini. Io sostengo da tempi non sospetti che possa giocarsela a livello di top 10-15, adesso si sono tutti accorti di lui. Ma per farlo ha dovuto ottenere un grande risultato. Purtroppo è stato “etichettato” in un certo modo e non sarà facile togliersi di dosso i luoghi comuni: se vince, è fortuna, se perde, è perché è scarso. Non è così. Fognini ha lavorato duro: a ben vedere, quanti giocatori più giovani di lui gli stanno davanti in classifica? Soltanto sette, più alcuni coetanei. Ma Fabio ha dei margini di miglioramento impressionanti. Dico solo una cosa: è arrivato tra i top 30 regalando dei set. Cosa succederà quando smetterà di farlo (e con Perlas, che ha fatto un buon lavoro, penso che ci arriverà)?