Da telai pesanti e flessibili ad attrezzi rigidi e leggeri, da corde elastiche a filamenti rigidi: l’universo dell’attrezzatura ha assistito a una rivoluzione copernicana senza rendersene conto. Vi spieghiamo nello specifico che cosa è cambiato con l’aiuto del nostro esperto …

 

di Gabriele Medri – foto Getty Images

 

Quali sono gli aspetti che maggiormente sono cambiati nel corso degli anni e che hanno determinato non soltanto il mutamento dell’attrezzo ma anche e soprattutto una progressiva trasformazione del gioco, sempre più veloce e “power-oriented”, più carico di rotazioni ma anche molto meno vario?

 

Dobbiamo partire dall’osservare come e perché l’interazione fra corde e telaio ha contribuito a passare da telai sottili e flessibili, incordati con corde elastiche ad alte tensioni, a telai più rigidi, incordati con filamenti dalle caratteristiche di alto modulo elastico (rigidi) a basse tensioni. In pratica, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione copernicana senza che ne percepissimo la portata!

 

Gli accoppiamenti che seguono descrivono come il binomio racchetta-corda sia cambiato nel tempo, pur trattandosi dello stesso sport, giocato però in modo del tutto differente rispetto al passato.

Racchetta pesante e flessibile – corde elastiche ad alta tensione era lo standard “classico”, in voga sino a qualche lustro fa, mentre racchetta leggera e rigida – corde rigide a bassa tensione è il nuovo standard divenuto moderna regola.

 

In buona sostanza, oggi la linea dominante si oppone a quella che era stata indicata come la regola aurea soltanto 20 anni fa; si è passati da telai straordinari, classici e sottili dotati di elevata flessibilità e basso livello di “RA”, quali Head Prestige, Pro Kennex Destiny, Prince Graphite, Voelkl C10, Wilson Pro Staff, incordate in budello a 26-28kg, a telai tubolari o semitubolari incordati con set-up in poliestere a basse tensioni.

Anche i telai eredi della tradizione classica sono, rispetto ai propri predecessori, più leggeri, rigidi e dotati di piatti corde più generosi, e nella maggior parte dei casi hanno perduto qua e là qualche corda, proponendosi rinnovati sul mercato in modo adeguato alle esigenze di fruibilità, potenza e presa delle rotazioni richieste dal tennis moderno (basti pensare a Head Prestige o a Wilson Pro Staff).

 

Ma perché la racchetta è così profondamente cambiata e con essa le corde?

 

Perché adesso utilizzare una corda elastica di tipo “classico” sembra essere un’eccezione rispetto alla regola imperante dettata dalla corda in poliestere? Conosciamo pregi e difetti che le nostre scelte tecniche comportano e sappiamo orientarci nel mare delle (quasi) infinite possibilità che offre il mercato?

 

Sappiamo ottimizzare la scelta del telaio e delle corde per rendere al massimo sul campo?

 

Partiremo da questi aspetti per iniziare un nuovo percorso attraverso la conoscenza delle corde, indagando come la dinamica della stessa influisca in modo determinante sul comportamento della racchetta, perché se è vero che il motore (l’atleta) e il telaio (la racchetta) hanno la loro importanza, senza un buon set di gomme (le corde) non si va da nessuna parte se non fuori strada.

 

Per quanto poco intuitivo, le corde sono, in termini di flessione, meno deformabili di un qualsiasi telaio e di conseguenza sono queste che influiscono in modo considerevole sulla percezione “finale” in fase dinamica e di gioco.

Per deflettere un piatto corde incordato in fase di impatto, saranno necessari circa 2,5-3kg per ogni millimetro di affondamento (anche se la misura è dipendente dalla tensione e dalla spaziatura delle corde sul piatto), mentre la rigidezza di un telaio nel punto solitamente considerato per l’analisi flessionale del RA può variare da 0,85 a 0,7kg/mm per rigidezze rispettivamente di 70 e 60 RA.

 

Le corde, prese singolarmente, sono dunque più rigide del telaio, anche se quello che a noi interessa è la Combinazione fra rigidezza del telaio e rigidezza del piatto corde.

 

Quando colpiamo con un telaio flessibile, con rigidezze comprese fra RA58 – RA64, la rigidezza del piatto corde determinerà sempre una maggiore flessione della struttura, una minore deflessione delle corde, una perdita di energia, con effetto di percezione di telaio “rigido” e poco potente; con questi telai infatti, a meno di casi particolari e “strani” sistemi di sospensione della corda, le corde lavorano meno e durano mediamente di più.

 

Al contrario, colpendo palla con un telaio di tipo rigido, RA66 – RA72, le corde sono costrette a lavorare in modo molto maggiore rispetto al primo caso, deflettendo e deformandosi maggiormente, in misura crescente con il calare della tensione e il minor numero di corde, sfruttando al massimo la carica elastica del filamento e restituendo la sensazione di racchetta “morbida” e potente.

 

Questo è il motivo per cui spesso, in modo diffuso e trasversale, si parla di racchette rigide in presenza di telai flessibili e sottili e al contrario di racchette morbide in presenza di telai rigidi e tubolari, invertendo la realtà dei fatti a causa della percezione che rende più facili, immediati e potenti i rigidi rispetto ai morbidi.

Un altro aspetto da mettere in evidenza è che oggi, rispetto al passato, si fa ricorso sempre più sovente a tensioni basse e mediamente basse su telai rigidi, al contrario di quanto accadeva nel passato con i telai elastici.

 

Questo per massimizzare il tempo di contatto fra palla e corda, con resa massima in termini di presa delle rotazioni e direzionalità del colpo, ma al tempo stesso per consentire un leggero allungamento del tempo di contatto con la sfera per garantire maggiore feeling e controllo tecnico del gesto.

 

Nel passato l’utilizzo delle alte tensioni consentiva di “stemperare” la notevole flessibilità del telaio e morbidezza della corda in budello, restituendo una maggiore reattività al sistema corde-telaio, che per sua natura era più blando, lento e morbido nella risposta.

 

Anche oggi i giocatori che scelgono tensioni elevate, seppure una minoranza, sono quelli che utilizzano telai mediamente flessibili e soluzioni ibride poliestere-budello. Si va comunque sempre più ricercando una combinazione del tutto personale ed unica di rigidezza complessiva cordatelaio-palla che è alla base dei gusti del giocatore, sia esso semplice amatore come pure top-ten.