BUDELLO Nel settore dei budelli naturali c'è una sorta di monopolio in quanto sostanzialmente una sola azienda è in grado di proporre un prodotto di primissima qualità. E ci riesce da oltre un secolo, addirittura da prima che nascesse il torneo di Wimbledon. Parliamo chiaramente del budello Babolat che l’anno scorso ha subito una variazione importante, visto che ora viene prodotto utilizzando un minor numero di filamenti, rendendo così la corda più resistente (era il suo difetto principale) e senza perdere sostanzialmente nulla in termini di sensibilità. Sono due i modelli principali, il VS Team e il VS Touch, con quest'ultimo che appare in crescita dato l'aumentare della misura media dell'ovale della racchetta (ora arrivata a 100 pollici quadrati). Si lascia preferire perché è quello più resistente, visto che con schemi di incordatura più "larghi" il rischio di rottura aumenta. In generale, è la corda decisamente più potente e sensibile. Bisogna incordarla a una tensione maggiorata di circa due chilogrammi rispetto a quella abituale perché ha una rapida perdita di tensione iniziale; poi, una volta assestatasi, resta sostanzialmente identica fino alla rottura. Fate attenzione all'umidità e magari usate i salvacorde se vedete che comincia a sfilacciarsi. È la corda più costosa, ma ne vale la pena.   IBRIDO Detto che nella scelta della corda subentra anche la sensibilità personale, è altrettanto vero che l'incordatura ibrida ha una sua logica e quindi ha conquistato una fetta di mercato interessante. In sostanza, visto che le corde orizzontali e verticali sono di lunghezza differente e lavorano in maniera diversa, ecco che ha senso utilizzare due spezzoni di corda che abbiano caratteristiche specifiche e, ovviamente, non molto simili. Spesso si abbina una corda monofilamento (quindi di maggior controllo e resistenza) sulle verticali e una in budello naturale o quantomeno un multifilamento (quindi di maggior spinta) sulle orizzontali. Ma allora perché Roger Federer esegue esattamente l'opposto? Perché i geni non sempre seguono la ragione.   MULTIFILAMENTO È la tipologia di corde che dovrebbe utilizzare la maggior parte dei giocatori di club. Gli agonisti più forti e più allenati possono affidarsi alle corde monofilamento (soprattutto se sono picchiatori da fondocampo che amano le rotazioni e spaccano con facilità), ma gli altri (veterani, amatori, agonisti di livello non troppo alto) dovrebbero affidarsi a questo genere di armeggi. Nell'impossibile sfida che ha scatenato le aziende nel trovare una corda che avvicini le prestazioni di sensibilità, potenza e comfort del budello naturale (ma da costruirsi con un processo produttivo più semplice ed economico), è la corda multifilamento che ha vinto la competizione. Si tratta in sostanza di un grande numero di fibre di poliammide (generalmente un numero compreso tra 800 e 1.000) ricoperte da un rivestimento in poliuretano e sono quelle che ricordano più da vicino quelle in budello naturale, esaltando soprattutto la spinta e il feeling all'impatto che non è duro come nel caso del monofilo. La palla esce più rapidamente dalle corde aiutando a trovare un'adeguata profondità di palla, soprattutto per chi non ha muscoli importanti, come il caso dei ragazzi più giovani o degli appassionati… meno giovani. Rispetto alla corda in budello naturale ha due vantaggi non indifferenti: resiste molto di più sia agli agenti atmosferici sia all'usura da gioco e… costa decisamente meno. Due qualità che spesso fanno la differenza, a discapito di un rendimento lievemente inferiore. Rispetto ai monofilamenti invece, ha un grado di resistenza inferiore ma il comfort è decisamente superiore. Se usate un monofilo e cominciate a sentir male al braccio, è venuto il momento di cambiare tipologia di corda e quella multifilamento è la scelta ideale.   MONOFILAMENTO Costruite generalmente in poliestere (e più raramente in nylon), in un mondo (del tennis) perfetto, non avrebbero una diffusione così planetaria. Invece, siccome è la tipologia di corda più amata dai professionisti, ormai ha conquistato una bella fetta del mercato globale, nonostante siano armeggi duri che offrono gran controllo e resistenza ma che necessitano di un braccio forte e allenato. Altrimenti, vibrazioni e shock da impatto possono procurare danni. Va tenuto presente che generalmente si tratta di corde che tendono a perdere rapidamente e in maniera costante le loro peculiarità. Ora, i professionisti le cambiano dopo ogni match o allenamento (qualcuno anche a ogni cambio palle, quindi ogni nove game), un lusso che difficilmente un giocatore di club può permettersi. Se però riuscite a gestirle, allora potrete picchiare a vostro piacimento, ricevendo in cambio controllo, rotazioni e angolazioni impressionanti. Inutile salire troppo con la tensione per non irrigidire eccessivamente il piatto corde.
Nel settore dei budelli naturali c'è una sorta di monopolio in quanto sostanzialmente una sola azienda è in grado di proporre un prodotto di primissima qualità. E ci riesce da oltre un secolo, addirittura da prima che nascesse il torneo di Wimbledon. Parliamo chiaramente del budello Babolat che l’anno scorso ha subito una variazione importante, visto che ora viene prodotto utilizzando un minor numero di filamenti, rendendo così la corda più resistente (era il suo difetto principale) e senza perdere sostanzialmente nulla in termini di sensibilità. Sono due i modelli principali, il VS Team e il VS Touch, con quest'ultimo che appare in crescita dato l'aumentare della misura media dell'ovale della racchetta (ora arrivata a 100 pollici quadrati). Si lascia preferire perché è quello più resistente, visto che con schemi di incordatura più "larghi" il rischio di rottura aumenta. In generale, è la corda decisamente più potente e sensibile. Bisogna incordarla a una tensione maggiorata di circa due chilogrammi rispetto a quella abituale perché ha una rapida perdita di tensione iniziale; poi, una volta assestatasi, resta sostanzialmente identica fino alla rottura. Fate attenzione all'umidità e magari usate i salvacorde se vedete che comincia a sfilacciarsi. È la corda più costosa, ma ne vale la pena.
 
IBRIDO
Detto che nella scelta della corda subentra anche la sensibilità personale, è altrettanto vero che l'incordatura ibrida ha una sua logica e quindi ha conquistato una fetta di mercato interessante. In sostanza, visto che le corde orizzontali e verticali sono di lunghezza differente e lavorano in maniera diversa, ecco che ha senso utilizzare due spezzoni di corda che abbiano caratteristiche specifiche e, ovviamente, non molto simili. Spesso si abbina una corda monofilamento (quindi di maggior controllo e resistenza) sulle verticali e una in budello naturale o quantomeno un multifilamento (quindi di maggior spinta) sulle orizzontali. Ma allora perché Roger Federer esegue esattamente l'opposto? Perché i geni non sempre seguono la ragione.
 
MULTIFILAMENTO
È la tipologia di corde che dovrebbe utilizzare la maggior parte dei giocatori di club. Gli agonisti più forti e più allenati possono affidarsi alle corde monofilamento (soprattutto se sono picchiatori da fondocampo che amano le rotazioni e spaccano con facilità), ma gli altri (veterani, amatori, agonisti di livello non troppo alto) dovrebbero affidarsi a questo genere di armeggi. Nell'impossibile sfida che ha scatenato le aziende nel trovare una corda che avvicini le prestazioni di sensibilità, potenza e comfort del budello naturale (ma da costruirsi con un processo produttivo più semplice ed economico), è la corda multifilamento che ha vinto la competizione. Si tratta in sostanza di un grande numero di fibre di poliammide (generalmente un numero compreso tra 800 e 1.000) ricoperte da un rivestimento in poliuretano e sono quelle che ricordano più da vicino quelle in budello naturale, esaltando soprattutto la spinta e il feeling all'impatto che non è duro come nel caso del monofilo. La palla esce più rapidamente dalle corde aiutando a trovare un'adeguata profondità di palla, soprattutto per chi non ha muscoli importanti, come il caso dei ragazzi più giovani o degli appassionati… meno giovani. Rispetto alla corda in budello naturale ha due vantaggi non indifferenti: resiste molto di più sia agli agenti atmosferici sia all'usura da gioco e… costa decisamente meno. Due qualità che spesso fanno la differenza, a discapito di un rendimento lievemente inferiore. Rispetto ai monofilamenti invece, ha un grado di resistenza inferiore ma il comfort è decisamente superiore. Se usate un monofilo e cominciate a sentir male al braccio, è venuto il momento di cambiare tipologia di corda e quella multifilamento è la scelta ideale.
 
MONOFILAMENTO
Costruite generalmente in poliestere (e più raramente in nylon), in un mondo (del tennis) perfetto, non avrebbero una diffusione così planetaria. Invece, siccome è la tipologia di corda più amata dai professionisti, ormai ha conquistato una bella fetta del mercato globale, nonostante siano armeggi duri che offrono gran controllo e resistenza ma che necessitano di un braccio forte e allenato. Altrimenti, vibrazioni e shock da impatto possono procurare danni. Va tenuto presente che generalmente si tratta di corde che tendono a perdere rapidamente e in maniera costante le loro peculiarità. Ora, i professionisti le cambiano dopo ogni match o allenamento (qualcuno anche a ogni cambio palle, quindi ogni nove game), un lusso che difficilmente un giocatore di club può permettersi. Se però riuscite a gestirle, allora potrete picchiare a vostro piacimento, ricevendo in cambio controllo, rotazioni e angolazioni impressionanti. Inutile salire troppo con la tensione per non irrigidire eccessivamente il piatto corde.