Di Brad Gilbert Di tanto in tanto, capita di imbattersi in un giocatore con la spiccata tendenza a sbagliare intenzionalmente le chiamate a suo favore. Ovviamente, ci sono anche quelli che sbagliano involontariamente, ed entrambe le situazioni sono molto difficili da gestire.  Da junior avevo una bruttissima reputazione sotto questo punto di vista e probabilmente era una reputazione meritata. Volevo così tanto vincere, che non riuscivo a concedere all’altro giocatore il beneficio del dubbio. Poi col tempo ho lavorato su questo aspetto e sono arrivato al punto in cui probabilmente le cattive chiamate che facevo e quelle che subivo erano in perfetto equilibrio. Ma non è mai stato qualcosa di cui sono andato orgoglioso. Però cosa fare concretamente quando ci si trova in una situazione di questo tipo in partita, specialmente durante un torneo? Ecco alcuni suggerimenti.  Non metterti a discutere se la chiamata è molto incerta: può darsi che sia tu a sbagliarti. Ma non devi nemmeno subire senza reagire ad una chiamata palesemente sbagliata. E’ importante non comportarsi da maleducati, ma allo stesso tempo devi far capire al tuo avversario che non gli permetterai di restringersi il campo.  Inizia in maniera rilassata e chiedi all’altro giocatore se è sicuro della sua chiamata. Fissalo più a lungo del solito, ma mantieni il controllo dei nervi. Dagli una chance perché se inizi subito accusandolo di voler rubare dei punti, lo metterai immediatamente sulla difensiva e può darsi che tenderà ad essere scorretto per davvero. Avvertire per tempo che ti aspetti un comportamento onesto, solitamente fa migliorare la vista del tuo avversario. Infatti, non è raro riscontrare che, dopo una prima pungolata a causa di una chiamata sbagliata, un giocatore tenderà a chiamare buone anche palle che sono fuori nei minuti immediatamente successivi. Probabilmente per pulirsi la coscienza. Ragion per cui, all’inizio, è meglio essere diplomatici.  Ma come ci si comporta a livello di club se la diplomazia non funziona? Una reazione piuttosto in voga è quella di ripagare con la stessa moneta, tentando di arraffare qualche punto qui e là, se possibile. Ma questa non è la soluzione ideale perché, tra le altre cose, fa perdere la concentrazione. Infatti si viene talmente assorbiti dalla questione delle chiamata buone o cattive, che tutto il resto non conta più. Credimi, è raro che una chiamata faccia la differenza nel match, per cui è sciocco lasciare che una situazione del genere rovini tutta la gestione mentale della partita. Ripagare con la stessa moneta non funziona. Urlare non funziona (l’ho fatto e l’ho visto fare contro di me. Credimi, non funziona). Ma si può comunque educatamente far notare che secondo te la chiamata era sbagliata. E non aver paura di sorridere quando lo dici.  Se però i “furti” continuano, attacca il problema in maniera diretta. Nella maggior parte dei tornei esiste una persona cui fare riferimento e che può assumersi la responsabilità di effettuare le chiamate durante la partita. Lascia che sia questa persona a occuparsi delle palle dentro o fuori, così che tu possa tornare a preoccuparti solo del tuo tennis.In definitiva, se conosci una persona che è un imbroglione cronico, la cosa migliore da fare è cancellarla dalla lista degli avversari regolari. Quando sei invece in una situazione nella quale non hai il lusso di poter scegliere il tuo avversario (come durante un torneo), fai valere i tuoi diritti. E segui alcuni dei miei suggerimenti: di solito funzionano.Il tennis è molto più divertente se si è completamente assorbiti nell’aspetto fisico e mentale del gioco. I trucchetti mentali a volte entrano nell’equazione ed è importante identificarli e gestire le situazioni perché se una circostanza danneggia la tua tenuta mentale, alla fine danneggia anche il tuo gioco dal punto di vista fisico e tecnico. Durante il periodo in cui mi stavo facendo strada nei tornei junior, i giochetti mentali erano molto utilizzati ed estremamente pesanti. Era un buon allenamento per quello che avremmo trovato nel circuito professionistico. Troverai che è molto soddisfacente essere capaci di difendersi quando l’avversario (che magari è anche un tuo amico) inizia ad estrarre dal cilindro il campionario completo di stratagemmi e trucchetti. Anche se quello che fanno è involontario, devi essere capace di trovare le giuste contromisure. C’è un giocatore che conosco che quando disputava gli incontri per la sua High School, prima di iniziare qualunque match misurava l’altezza della rete. Faceva parte della sua routine e metteva tutti i suoi avversari in soggezione. Misurando la rete, prendeva subito il controllo delle operazioni, quasi affermando di essere un giocatore più coscienzioso del suo avversario. Era lui a stabilire che la rete andava bene così, è lui che ha fatto lo sforzo supplementare per assicurarsi che tutto fosse perfetto in campo, con l’altro giocatore che finisce per rimanere in attesa per due-tre minuti. Un grande esempio di gestione tattica. Una volta, quando ero molto giovane, giocai una partita nella quale il mio avversario durante i cambi di campo era solito dire: “Gilbert, sei troppo competitivo”. La cosa mi destabilizzò perché pensavo di fare qualcosa di sbagliato. Quindi misi meno energia del solito. Fu un grande esempio di “trash talk” con un preciso fine tattico.Ricorda questo. La maggior parte delle partite si giocano esclusivamente per divertimento. La cosa migliore da fare quando qualcuno dei tuoi avversari inizia ad adottare comportamenti discutibili, è quella di cancellarli dalla lista dei compagni di gioco. Ho fatto una panoramica sui vari trucchetti che si possono vedere in campo in modo che ti possa fare un’idea di cosa vuol dire giocare in un torneo professionistico. Spero ti possa aiutare la prossima volta che incontrerai un imbroglione durante un torneo, quando bisogna rispondere al fuoco nella maniera adeguata. 
Di Brad Gilbert

Di tanto in tanto, capita di imbattersi in un giocatore con la spiccata tendenza a sbagliare intenzionalmente le chiamate a suo favore. Ovviamente, ci sono anche quelli che sbagliano involontariamente, ed entrambe le situazioni sono molto difficili da gestire.
 

Da junior avevo una bruttissima reputazione sotto questo punto di vista e probabilmente era una reputazione meritata. Volevo così tanto vincere, che non riuscivo a concedere all’altro giocatore il beneficio del dubbio. Poi col tempo ho lavorato su questo aspetto e sono arrivato al punto in cui probabilmente le cattive chiamate che facevo e quelle che subivo erano in perfetto equilibrio. Ma non è mai stato qualcosa di cui sono andato orgoglioso.
Però cosa fare concretamente quando ci si trova in una situazione di questo tipo in partita, specialmente durante un torneo? Ecco alcuni suggerimenti.
 

è molto incerta: può darsi che sia tu a sbagliarti. Ma non devi nemmeno subire senza reagire ad una chiamata palesemente sbagliata. E importante non comportarsi da maleducati, ma allo stesso tempo devi far capire al tuo avversario che non gli permetterai di restringersi il campo.
 

Inizia in maniera rilassata e chiedi all’altro giocatore se è sicuro della sua chiamata. Fissalo più a lungo del solito, ma mantieni il controllo dei nervi. Dagli una chance perché se inizi subito accusandolo di voler rubare dei punti, lo metterai immediatamente sulla difensiva e può darsi che tenderà ad essere scorretto per davvero. Avvertire per tempo che ti aspetti un comportamento onesto, solitamente fa migliorare la vista del tuo avversario. Infatti, non è raro riscontrare che, dopo una prima pungolata a causa di una chiamata sbagliata, un giocatore tenderà a chiamare buone anche palle che sono fuori nei minuti immediatamente successivi. Probabilmente per pulirsi la coscienza. Ragion per cui, all’inizio, è meglio essere diplomatici.
 

Ma come ci si comporta a livello di club se la diplomazia non funziona? Una reazione piuttosto in voga è quella di ripagare con la stessa moneta, tentando di arraffare qualche punto qui e là, se possibile. Ma questa non è la soluzione ideale perché, tra le altre cose, fa perdere la concentrazione. Infatti si viene talmente assorbiti dalla questione delle chiamata buone o cattive, che tutto il resto non conta più. Credimi, è raro che una chiamata faccia la differenza nel match, per cui è sciocco lasciare che una situazione del genere rovini tutta la gestione mentale della partita.
Ripagare con la stessa moneta non funziona. Urlare non funziona (l’ho fatto e l’ho visto fare contro di me. Credimi, non funziona). Ma si può comunque educatamente far notare che secondo te la chiamata era sbagliata. E non aver paura di sorridere quando lo dici.
 

Se però i “furti” continuano, attacca il problema in maniera diretta. Nella maggior parte dei tornei esiste una persona cui fare riferimento e che può assumersi la responsabilità di effettuare le chiamate durante la partita. Lascia che sia questa persona a occuparsi delle palle dentro o fuori, così che tu possa tornare a preoccuparti solo del tuo tennis.

è un imbroglione cronico, la cosa migliore da fare è cancellarla dalla lista degli avversari regolari. Quando sei invece in una situazione nella quale non hai il lusso di poter scegliere il tuo avversario (come durante un torneo), fai valere i tuoi diritti. E segui alcuni dei miei suggerimenti: di solito funzionano.

Il tennis è molto più divertente se si è completamente assorbiti nell’aspetto fisico e mentale del gioco. I trucchetti mentali a volte entrano nell’equazione ed è importante identificarli e gestire le situazioni perché se una circostanza danneggia la tua tenuta mentale, alla fine danneggia anche il tuo gioco dal punto di vista fisico e tecnico.
Durante il periodo in cui mi stavo facendo strada nei tornei junior, i giochetti mentali erano molto utilizzati ed estremamente pesanti. Era un buon allenamento per quello che avremmo trovato nel circuito professionistico.
Troverai che è molto soddisfacente essere capaci di difendersi quando l’avversario (che magari è anche un tuo amico) inizia ad estrarre dal cilindro il campionario completo di stratagemmi e trucchetti. Anche se quello che fanno è involontario, devi essere capace di trovare le giuste contromisure.

C’è un giocatore che conosco che quando disputava gli incontri per la sua High School, prima di iniziare qualunque match misurava l’altezza della rete. Faceva parte della sua routine e metteva tutti i suoi avversari in soggezione. Misurando la rete, prendeva subito il controllo delle operazioni, quasi affermando di essere un giocatore più coscienzioso del suo avversario. Era lui a stabilire che la rete andava bene così, è lui che ha fatto lo sforzo supplementare per assicurarsi che tutto fosse perfetto in campo, con l’altro giocatore che finisce per rimanere in attesa per due-tre minuti. Un grande esempio di gestione tattica.
Una volta, quando ero molto giovane, giocai una partita nella quale il mio avversario durante i cambi di campo era solito dire: “Gilbert, sei troppo competitivo”. La cosa mi destabilizzò perché pensavo di fare qualcosa di sbagliato. Quindi misi meno energia del solito. Fu un grande esempio di “trash talk” con un preciso fine tattico.

Ricorda questo. La maggior parte delle partite si giocano esclusivamente per divertimento. La cosa migliore da fare quando qualcuno dei tuoi avversari inizia ad adottare comportamenti discutibili, è quella di cancellarli dalla lista dei compagni di gioco. Ho fatto una panoramica sui vari trucchetti che si possono vedere in campo in modo che ti possa fare un’idea di cosa vuol dire giocare in un torneo professionistico. Spero ti possa aiutare la prossima volta che incontrerai un imbroglione durante un torneo, quando bisogna rispondere al fuoco nella maniera adeguata.