A Washington c’è grande disparità di trattamento tra uomini e donne. “Nessun combined: sono due eventi nello stesso posto”. Ma almeno le donne non si cambiano più in tenda… 
Magdalena Rybarikova ha vinto il bistrattato torneo WTA di Washington

Di Riccardo Bisti – 6 agosto 2013

 
Il Citi Open di Washington, vinto da Juan Martin Del Potro e Magdalena Rybarikova, è uno dei 18 tornei in cui uomini e donne giocano in contemporanea. Eventi di questo tipo, definiti “combined”, stanno crescendo rapidamente. Tuttavia, a Washington, c’è una particolarità. Si gioca con questa formula per il secondo anno, ma c’è un trattamento decisamente privilegiato per gli uomini. A tratti, la vicenda ha assunto dimensioni imbarazzanti. In tutta la settimana, si sono giocati 29 match sul campo centrale. Di questi, 23 riguardavano il torneo maschile, soltanto 6 il femminile. Gli organizzatori hanno detto che le ragioni della disparità erano due: in primis, il maschile ha più tradizione, giocandosi dal 1969, mentre il femminile è sbarcato dalle parti di Washington soltanto tre anni fa. Inoltre, il torneo maschile aveva un montepremi cinque volte superiore: 1.295.790 dollari, di cui quasi 300.000 al vincitore. La prova WTA ha messo in campo un montepremi di 235.000 dollari. Dietro le quinte di questo torneo lavora Donald Dell, presidente del gruppo Lagardere, proprietaria dell’evento. Dell, membro della Hall of Fame, sostiene che Washington non sia il classico torneo combined. “Non l'ho mai definito tale. Direi che sono due eventi in campo nella solita settimana”. In effetti, il torneo WTA si è accodato a quello ATP lo scorso anno per compensare un mediocre campo di partecipazione, dovuto alla concomitanza con le Olimpiadi di Londra. L’anno prima, il femminile si giocava addirittura in un’altra sede (College Park). “Un evento combined prevede un’equa distribuzione del montepremi, e credo che non sia giusto per gli uomini. Noi non lo facciamo. Quindi non ha senso utilizzare questo termine”.
 
Lo scorso anno, Dell si è incontrato con il Consiglio dei Giocatori ATP per rassicurarli sul fatto che non voleva “invadere” lo spazio del torneo maschile con l’arrivo delle donne. Ovviamente ha parlato anche con Stacey Allaster, grande capo della WTA, che ha sottoscritto l’accordo…di subordinazione. “Gli uomini hanno la priorità per i campi di allenamento, e lo abbiamo fatto presente alle donne. Non ci sono segreti, è stato fatto tutto in modo trasparente”. In realtà, Washington è il torneo più squilibrato da questo punto di vista. Per intenderci, eventi come Acapulco e Memphis (dove la proporzione del montepremi è più o meno simile) offrono lo stesso trattamento a uomini e donne, almeno sul piano logistico. Ci sono poi quattro eventi dove il montepremi femminile è addirittura superiore al maschile (Brisbane, Sydney, Eastbourne e Pechino): in quel caso, ai maschietti è garantita una sorta di…parità al contrario. Al contrario, in tornei molto importanti come Madrid e Wimbledon, dove c’è una sostanziale parità, il proscenio principale è spesso riservato agli uomini. A Londra, il programma giornaliero sul Centre Court prevede tre partite. Salvo eccezioni, due sono maschili.
 
A Washington non fanno sconti. Hanno messo Fish-Blake sul Campo Centrale (7.500 posti a sedere), mentre l’astro nascente Sloane Stephens è stata relegata sul sul Grandstand. Quando erano impegnate sul Centrale, le donne erano o come primo o come ultimo match. La semifinale tra Andrea Petkovic e Alize Cornet è addirittura iniziata a mezzanotte e mezza. Mentre Del Potro ha sempre giocato sul Centrale, la n. 1 del tabellone Angelique Kerber l’ha potuto calcare solo una volta. A volte hanno esagerato: il secondo turno della giovane Madison Keys, americana e più giovane tennista tra le top-40, si è giocato sul Campo 1, il terzo per importanza, con soli 700 posti a sedere. Il pubblico ha sbirciato il match dalle tribune di un altro campo. Tuttavia, le cose sono migliorate rispetto allo scorso anno, quando sul Centrale si giocarono appena due match femminili. E soprattutto le donne hanno potuto utilizzare lo spogliatoio e le strutture sotto il Centrale, mentre lo scorso anno utilizzavano bagni e spogliatoio provvisori, racchiusi in tende e roulotte come in un circolo di periferia. La giovane Eugenie Bouchard si lamentò parecchio, e quest’anno se la ride: “Tutti hanno sentito le mie lamentele. Adesso dovrebbe intitolarmi gli spogliatoi, chiamandoli “Genie Bouchard Locker Rooms!”.