Il giocatore romano in una lunga intervista al Corriere dello Sport: “Ho margini di miglioramento su servizio, volée e back”

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Tanti obiettivi e tante ambizioni. Flavio Cobolli non si vuole fermare e, dopo la crescita eccezionale del 2024, vuole continuare a scalare le gerarchie nel nuovo anno solare e non si nasconde nelle dichiarazioni in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport: “Non fisso mai dei punti di arrivo. Il 2025 lo vivo come una nuova partenza in cui spero di confermare ciò che ho fatto di buono nell’ultimo anno. Non parlo dei risultati, ma della serietà che ho messo nel lavoro e della voglia di crescere. L’obiettivo in campo sarà provare a mettere tutti in difficoltà”.

Cobolli si è soffermato soprattutto sul servizio da migliorare: “Il servizio ha ancora percentuali basse rispetto ai migliori, quindi devo migliorarmi. Battuta, volée e back sono i colpi con più margine di miglioramento. Cosa sto facendo nello specifico rimane un segreto professionale“.

Sulla preparazione non fatta quest’anno con Alcaraz per un infortunio alla spalla: “Lo scorso anno l’off-season con Carlos ha rappresentato un punto di svolta per me, mi è servita molto e la rifarei ogni anno. Allenarsi con lui è speciale e sono convinto possa servirmi ancora tanto. Spero che Juan Carlos Ferrero mi richiami il prossimo anno. Quest’anno mi è dispiaciuto non andare ma, come ho detto al mio team, non riuscendo a riprendermi dalla spalla non mi sentivo bene mentalmente. Restare una settimana in più a Roma mi è servito“.

L’assenza in Coppa Davis è stata difficile da digerire: “Mi è dispiaciuto non aver fatto parte dei cinque di Malaga, ma come ho scritto ai ragazzi in privato sono super contento di questo successo. Per loro e anche un po’ per me, che ho fatto parte di questo traguardo giocando a Bologna. Poi, sulla Coppa non c’è scritto il mio nome, un po’ come accaduto a Berrettini nel 2023. Spero di poterla vincere un giorno facendo parte dei cinque alle Finals. Sono stato invitato da Mattarella e spero di esserci, anche se ancora non ne ho la certezza assoluta. Sicuramente è un evento bello e importante”.

Sulle emozioni principali del 2024: “In primis non mi aspettavo di poter arrivare così in alto così presto, anche se nel corso del 2024 ho maturato la consapevolezza di poter far parte di questo gruppo. Di partite ne ho due: la vittoria contro Shelton in semifinale a Washington, che mi ha regalato la prima finale ATP dopo settimane intense. Non ero andato all’Olimpiade, ero giù di morale, non sapevo se giocare Washington, ma il mio team mi ha spinto e ci sono andato. Peccato per la finale persa con Korda, che è diventato un mio grande amico sul tour, non come dicevano al Foro Italico. Lui è uno di quelli con cui mi scrivo di più. Poi c’è la prima vittoria in un match di Davis, un ricordo indelebile che mi ha reso orgoglioso

Sull’ambizione di arrivare al livello di Sinner e Alcaraz: “Loro due sono il presente e saranno il futuro di questo sport. Arrivare al loro livello è molto difficile per tutti, ma spero che il divario alle loro spalle si possa appiattire, in modo da metterli più in difficoltà, cosa che non ci è riuscita troppo quest’anno. Detto ciò, faccio sempre il tifo per Jannik e stimo molto Carlos, quindi sono molto contento quando fanno buoni risultati“.

Una battuta su ciò che è successo a Edoardo Bove: “È stato uno scossone. L’ho visto in diretta e l’ho vissuto piuttosto male. Ancora oggi faccio fatica a parlarne, è una cosa che mi è rimasta dentro. Però sono felice che stia bene e che stia recuperando. Lo sento quasi ogni giorno, e sapere che migliora giorno dopo giorno mi riempie di gioia“.