di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Siamo solo alla terza giornata, ma i giochi sono pressoché fatti. I nomi delle 4 semifinaliste li conosciamo già: Stosur e Wozniacki, rispettivamente prima e seconda del Gruppo Marrone, Zvonareva e Clijsters per quello che riguarda il Gruppo Bianco. Resta da definire l’ordine con cui la russa e la belga concluderanno la prima fase. Saranno loro stesse, le artefici del loro destino nel secondo match dell’ultima giornata. Il fatto che la vincente di questo incontro si troverà sabato ad affrontare la Wozniacki, non potrà che rinfocolare i dubbi di quanti si ostinano a ritenere sbagliata la formula a gironi. Chi rischierà di essere bollata come “chicken” (codardo), il termine dispregiativo attribuito da Jimmy Connors a Ivan Lendl (Master 1980), reo di aver appositamente perso contro di lui, pur di evitare in semifinale Bjorn Borg?
In attesa che la dietrologia faccia il suo corso, occorre registrare l’ennesimo psicodramma di cui è stata protagonista Victoria Azarenka. Quando il gioco si fa duro, si dice che i duri comincino a giocare. Nel novero delle “dure” non si può certamente includere la bielorussa, una tennista dalle enormi potenzialità, rallentata però dall’incapacità ormai cronica di saper gestire le proprie emozioni. Aveva cominciato a palesare questa sua assai poco invidiabile peculiarità agli Australian Open del 2009 quando, avanti 6-4 4-0, non riuscì a contenere la rabbiosa rimonta di Serena Williams. Come dimenticare poi le clamorose controprestazioni del Masters 2009 quando gettò al vento una qualificazione alla semifinale decisamente alla sua portata, perdendo inopinatamente due partite già vinte con la Wozniacki e la Radwanska.
Anche quest’anno l’esordio con la Zvonareva (non certo un “cuor di leone”, a sua volta) era stato emblematico da questo punto di vista. Avanti per due volte di un break nel primo parziale, e per 3-1 nel secondo, la numero 10 del mondo era comunque uscita sconfitta in 2 set, venendo meno nei momenti topici di ciascun parziale.
La storia si è ripetuta anche oggi contro una Clijsters tutt’altro che trascendentale. Dopo un rapido scambio di break in apertura, la bielorussa non concede più nulla nei suoi turni di battuta fino al 5-4 in favore della belga. Chiamata a servire per rimanere nel set, ecco giungere puntuale l’inevitabile 0-40. Kim ce la mette tutta a depauperare cotanto vantaggio con 3 errori di rovescio. Il 4° setpoint è quello buono. Il nastro sporca la traiettoria del suo rovescio che diventa così imprendibile per Vika.
La partita è tutt’altro che gradevole. La Azarenka si porta avanti di un break nel terzo game, ma subisce l’immediato controbreak. Ormai sull’orlo del baratro, sotto 3-2 0-30 l’allieva di Sumyk dimostra ancora una volta come giochi meglio quando è sotto nel punteggio. Un parziale di 12 punti a zero le consente di portarsi avanti 5-3, ma in agguato c’è il maledetto “braccino” che torna a farle visita quando serve per il set sul 5-4. E’ con uno schiaffo al volto deviato dal nastro in corridoio, che la Azarenka concede a Kim di riportarsi in parità. La mamma di Jada, però, non ne vuole sapere, e consente alla sua avversaria di tornare a servire per chiudere il set sul 6-5. Questa stucchevole gara a “ciapa no” se l’aggiudica incredibilmente la Azarenka al quinto setpoint, al termine di un game estenuante.
Per vincere un set che avrebbe potuto chiudere tranquillamente mezzora prima, la bielorussa ha sprecato tali e tante energie sia fisiche che mentali, da presentarsi svuotata nel terzo e decisivo parziale. Kim parte subito forte, tenendo a zero il primo turno di battuta e strappando a 15 il servizio all’avversaria nel secondo gioco, grazie anche a due doppi falli della bielorussa che comincia a palesare i sintomi di un non ben identificato problema fisico. Si tocca la coscia destra ma l’impressione è che il disturbo sia di natura psicosomatica. La tensione con cui gioca l’intero match non può non ripercuotersi sul fisico della povera Azarenka che cede di schianto 6-1, abbandonando anzitempo qualsiasi velleità di qualificazione. Il match di domani contro l’ammaccata Jelena Jankovic servirà solamente a rimpinguare la classifica e il portafoglio. La partita vera si giocherà tra la Clijsters e la Zvonareva. E non è detto che l’obiettivo sia vincerla.…
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