Incredibile richiesta del cileno: vuole che l'ITF gli assegni d'ufficio l'Australian Open 1998, perso in finale contro Petr Korda. Motivo? Il ceco sarebbe stato dopato. Ma come può dimostrarlo, 17 anni dopo? E perchè lo chiede oggi? 

Se pensi ai più forti a non aver mai vinto uno Slam, il suo nome viene sempre fuori. Sistematicamente. Marcelo Rios, il folle “Chino”, il tennista più antipatico e maleducato degli ultimi 25 anni, è stato un grande personaggio. Il suo talento era impressionante, cristallino. E' stato lui a inventare il rovescio “al salto”, spettacolo puro, poi sdoganato nel 21esimo secolo. Eppure Marcelo ha giocato una sola finale Slam, all'Australian Open 1998, persa (male) contro Petr Korda. Oggi, 17 anni dopo, vuole che quel titolo gli venga assegnato d'ufficio. Motivo? Pochi mesi dopo, Korda fu squalificato per doping e sospeso per un anno. Il ceco fu uno dei primissimi a cadere nella morsa dell'antidoping, ma nessuno ha mai messo in discussione quel successo. Petr non è certo stato uno dei più forti “Slammers” della storia, ma era un gran giocatore, vivace e talentuoso. Anni prima, aveva raggiunto una finale a Roland Garros, persa da Jim Courier. A Melbourne azzeccò il torneo della vita, il coronamento di una carriera. Nella sua richiesta di assegnazione posticcia, Rios avrà l'appoggio della federtennis cilena. La tesi è chiara: "Korda avrebbe potuto giocare l'Australian Open sotto l'effetto di sostanze proibite". Per questo, chiederà un'investigazione in questo senso. I fatti: dopo la vittoria a Melbourne, il rendimento di Korda è calato in misura impressionante. E pensare che quell'anno ebbe in più occasioni l'opportunità di volare al numero 1 ATP, ma fallì sempre il match decisivo, perdendo da Kucera ad Anversa, da Rios a Indian Wells (amara rivincita per il cileno…), da Henman a Miami e da Krajicek a Monte Carlo. Korda risultò positivo al nandrolone (sostanza “di moda” in quegli anni) dopo la sconfitta contro Tim Henman nei quarti di Wimbledon, ma la notizia fu resa pubblica soltanto a dicembre.


IL NANDROLONE DI KORDA

“Marcelo crede che la finale in Australia gli spettasse, per questo ci ha chiesto di inoltrare una domanda all'ITF in modo da riaprire il caso” ha detto Josè Hinzpeter, presidente della federazione cilena. Rios non ha mai vinto un torneo del Grande Slam: se l'ITF dovesse davvero riconoscergli il titolo (ma come?) diventerebbe il primo cileno ad essersi aggiudicato un Major. Dopo di lui, soltanto Fernando Gonzalez ha raggiunto una finale, sempre in Australia, nel 2007. I passaggi da effettuare? La federtennis cilena invierà una lettera all'ITF, nella speranza che una delle commissioni riapra il caso. Se davvero ci sarà un'indagine, e si scoprisse che Korda fosse dopato in quel match, Rios risulterebbe il vincitore. Quando Korda fu squalificato, l'ITF annunciò che la mancata sospensione a vita fu un errore e provò ad appellarsi contro la decisione (presa da se stessa!) di graziarlo. Nel gennaio 1999, tuttavia, l'Alta Corte di Londra stabilì che l'ITF non poteva fare appello contro la propria decisione iniziale. Nel settembre 1999 Korda fu poi squalificato per un anno, con la confisca di premi e punti e conquistati dal famigerato Wimbledon. Aveva già 31 anni e fu sostanzialmente la fine della sua carriera: sarebbe tornato un anno dopo, al challenger di Praga, perdendo al primo turno contro lo slovacco Martin Hromec. Insomma, una fine ingloriosa.


PERCHE' 17 ANNI DOPO?

Ci si domanda perchè, e in base a cosa, Rios abbia fatto questa richiesta. A distanza di 17 anni è pressochè impossibile scoprire se Korda si fosse dopato in quei giorni. All'epoca, il programma antidoping era molto meno sofisticato di oggi e non è dato sapere se Korda si fosse sottoposto a un test. E se anche fosse, il campione sarebbe ancora disponibile? O magari è andato distrutto? L'incontro si è giocato il 1 febbraio 1998 e fu un monologo di Korda, vincitore con un triplo 6-2. Rios aveva battuto Berasategui nei quarti ed Escudè in semifinale salvo poi venire schiantato (in pieno giorno, sotto il sole) dalla furia del ceco. Oggi pensa che quel match non fosse pulito. Forse lo hanno informato su cosa disse l'equipe chiamata ad analizzare le spiegazioni di Korda per giustificare la presenza di nandrolone nel suo corpo: “Sono un grande consumatore di carne, può esserci finito così”. Peccato che gli dissero: “Per avere un tale quantitativo di nandrolone, devi mangiare 40 vitelli al giorno per 20 anni”. Chissà cosa ne pensa Korda, che dopo il ritiro si è dedicato a qualche esibizione e ha fatto da caddy alle due figlie, entrambe golfiste di ottimo livello.  

AUSTRALIAN OPEN 1998 – LA FINALE INCRIMINATA