di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Era stata Cincinnati nel 2009 a restituirla al tennis mondiale dopo 27 mesi di assenza. E’ la stessa “Queen City” a regalare a Kim Clijsters la prima gioia, dopo un digiuno di oltre quattro mesi (Miami) e qualche scivolone di troppo patito nell’ultimo periodo.
La sua prima affermazione in Ohio è stata a dir poco rocambolesca. Contro una Sharapova tornata ormai pienamente competitiva ai massimi livelli, Kim pecca di continuità nella parte iniziale del match. Quasi tutti i primi game vanno ai vantaggi, ma è la russa a essere più concreta e approfittare dei 7 doppi falli messi a referto dalla belga, in un primo set più equilibrato di quanto non dica il 6-2 finale in favore della Sharapova.
La Clijsters cerca di scuotersi all’inizio del secondo, portandosi sul 2-0. Maria non si scompone, riprende a macinare gioco e a mettere sotto pressione l’avversaria nei suoi turni di battuta. Recuperato il break, la siberiana allunga sul 5-3 approfittando dei tanti errori dell’avversaria. Il cielo è plumbeo e alla Clijsters converrebbe fare “melina” in attesa dell’arrivo dello scroscio e del conseguente stop. La belga è brava ad annullare 3 matchpoint, prima che Giove Pluvio faccia irruzione pesantemente sul corso degli eventi. Quella che ritorna in campo è, infatti, un’altra Clijsters. Più centrata e più determinata, Kim tiene il servizio del 5-4 e approfitta, nel gioco successivo, della ritrovata fallosità al servizio della russa che cede il break di vantaggio. Si riapre così il set che si decide al tiebreak. L’inizio promettente della russa (3-0) si rivela illusorio. Kim recupera mettendo a segno 4 punti di fila e, sfruttando qualche doppio fallo di troppo dell’avversaria (fin troppo audace con la seconda), si aggiudica il tiebreak per 7-4.
Ormai la partita è in mano alla belga che non avrebbe neanche bisogno dell’infortunio alla caviglia sinistra della russa. Maria, demoralizzata per l’incredibile epilogo del precedente parziale, si arrende abbastanza nettamente, cedendo l’ultimo set per 6-2.
E’ la seconda finale consecutiva persa dalla figlia di Jury (dopo quella di Stanford), che deve così rimandare il ritorno tra le Top10. Per contro, la Clijsters diventa la prima giocatrice a centrare 3 titoli nel 2010. Grazie al successo numero 38 della sua carriera, da lunedì salirà al numero 4 del ranking. Una posizione che ancora non rispecchia i reali valori in campo. Con le Williams ai box e le prestazioni poco convincenti di Jankovic e Wozniacki, sarà Kim la giocatrice da battere agli imminenti US Open dove sarà chiamata a una difficile riconferma, dodici mesi dopo la straordinaria affermazione newyorkese, le cui avvisaglie si erano manifestate proprio a Cincinnati.
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